MacBook Pro 15″ 2018: nuove informazioni contrastanti oppure conferme di un problema?

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Inizio subito chiedendovi scusa per questo post. Scuse motivate dal fatto che dovrà essere più superficiale di quanto vorrei – lo scrivo di notte per farlo uscire domani perché sarò fuori casa – e per il format che avrà, poiché preferirei poter analizzare i miei test ma non li ho, visto che non ho tra le mani uno degli ultimi MacBook Pro 15″ 2018 con 6-core, in particolar modo il modello con la CPU opzionale Intel Core i9. In un precedente articolo ho cercato di descrivere il mio punto di vista su una situazione che sta destando un po’ di scalpore negli ultimi giorni, una di quelle a cui siamo un po’ abituati ad assistere ogni volta che esce un nuovo prodotto marchiato Apple. È difficile separare il marketing dalla realtà, i tecnicismi dai fanboismi, ed è ancora più complicato trarre delle conclusioni quando ogni informazione che ci arriva può essere viziata da questi come dalla certezza dell’imprevedibile errore umano. Per questo ho deciso di parlarvi dei nuovi MacBook Pro e dei test che hanno evidenziato un problema di Thermal Throttling partendo da una storia più personale e introducendo l’argomento con un condizionale:

Un primo test eseguito proprio sul 15″ con i9 sembrerebbe essere davvero negativo

Più aventi però ho aggiunto:

Al di fuori dei benchmark rapidi eseguiti giusto per dire “guarda quanto vado veloce”, i nuovi portatili non sono in grado di amministrare il calore emesso dalla CPU durante i carichi medi e per nulla con quelli intensivi. In questi ultimi casi, infatti, non solo non si riesce a sfruttare il Turbo Boost di frequenza ma non si riesce neanche a mantenere la frequenza di clock base di 2,9GHz

Giusto per chiarirlo a chi non avesse letto il post, la CPU di cui parlavo qui era quella del test allegato al mio articolo (rimetto il video di seguito), dato confermato anche dalla scrittura esplicita della frequenza base: i9 da 2,9GHz con Turbo Boost fino a 4,8Ghz. Fin qui nulla di nuovo, cerco di spiegare perché sono partito da queste auto citazioni seguendo un ordine logico e non cronologico.

I benchmark!?!1!””

Esistono diversi tipi di benchmark e chiunque si interessi di testare hardware parte sempre da lì. Qualcuno più qualcuno meno, sono utilissimi per stabilire un metro di confronto univoco tra diversi componenti, semplificando il dato fino a darci la possibilità di dire: è un tot% più veloce. Partendo dal presupposto che i benchmark non presentino degli errori e vengano eseguiti nel modo corretto a parità di condizioni, bisogna accettare che questi rimangono dei giudizi sommari e quindi mai completamente “giusti”. Per questo motivo nei miei SaggiProgetti cerco di presentare anche delle prove concrete e, soprattutto, uso i computer per settimane, alle volte mesi, prima di pubblicare i risultati (quello col Ryzen 2700x è acceso da maggio e ancora non è uscito l’articolo). La cosa più importante, però, è che ogni benchmark è diverso: l’ottimo e super conosciuto Geekbench, ad esempio, valuta la velocità con cui si eseguono delle operazioni che non vanno a saturare la CPU se non per pochi istanti. Sui PC, infatti, uso software come Prime95 per simulare un vero stress test con uso costante al 100%, ma solo per controllare l’efficienza di ogni core spinto al massimo durante le fasi di overclocking. Vero è che sono casi limite per molti utenti, ma ci sono alcuni test più bilanciati e che sfruttano molto anche la GPU, come Luxmark o Cinebench, ognuno con caratteristiche e finalità differenti. Quel che voglio dire è che i benchmark sono un male necessario, utilissimi ma al tempo stesso forieri di informazioni potenzialmente falsate (non false) o mal comprese.

Trovo molto interessante che l’autorevole John Poole, fondatore di Primate Labs (l’azienda di Geekbench) abbia pubblicato un lungo test in cui afferma che mettendo sotto stress il MacBook Pro 15″ 2018 con l’Intel Core i7 (non i9) non abbia rilevato problemi di Thermal Throttling, aggiungendo però che questo ha lavorato solo sulla CPU e concludendo che

“If your work doesn’t involve long-running tasks that are CPU- and GPU-intensive (such as Premiere) then the new MacBook Pro should provide a considerable increase in performance. Otherwise, it might be wise to wait until more performance data is available.”
John Poole is the Founder of Primate Labs and lives in Toronto, Ontario.

È vero, non esistono solo professionisti che hanno a che fare con “la grafica”. È vero anche che la GPU ormai si dovrebbe poter sfruttare per tutto, non solo per vedere i video di Peppa Pig, ma chi non guarda all’esterno dell’ecosistema Apple non ha ancora chiarissimo questo concetto e non sa cosa ruota davvero attorno alla parolina CUDA. Il punto è che questo test, per quanto parziale, ci dà un primo indizio di dove potrebbe trovarsi un problema, ovvero nello sfruttamento completo dell’hardware. Andiamo avanti, ma vi prego di non farlo se il vostro approccio è del tipo “vabbè ma tanto io non uso la GPU”, perché una frase del genere non si dovrebbe sentire neanche nella bocca di un vero appassionato di Mac (e io sono tra questi, nel caso non lo sappiate).

Il teardown di iFixit relativo al MacBook Pro da 15″ ci ha mostrato un sistema di areazione invariato rispetto ai precedenti. Questo dato mi ha portato a concludere che, pur dopo un ritardo di mesi rispetto alla concorrenza, gli ingegneri di Cupertino abbiano piazzato i nuovi processori con più core e in particolare l’i9 con un Turbo Boost pazzesco (1,9GHz aggiunti alla frequenza base non si erano mai visti!) senza ottimizzare di conseguenza la dissipazione termica. Mi sembra un dato di fatto, questo, per cui ho scritto:

Apple ha messo dentro queste CPU molto più prestanti senza un minimo di ottimizzazione

Bisogna considerare che i computer sono sistemi incredibilmente complessi, con componenti realizzati da tante aziende differenti, per cui non intendo fare l’investigatore Poirot nella speranza di trovare il colpevole con un finale a sorpresa, semplicemente accetto che ogni elemento può essere concausa di un problema e di certo questa CPU di Intel è estrema, difatti anche sul Dell XPS 15 va in Thermal Throttling. Però ecco, se posso permettermi di dire la mia, questa non è una giustificazione valida. Si poteva non mettere, si poteva sfruttare tutto questo ritardo nella presentazione (sta quasi uscendo la nona generazione di CPU…) per ottimizzare l’areazione e persino creare un modello ad hoc più Pro del Pro (come successo per l’iMac Pro che ha un progetto termico completamente diverso dall’iMac). Quindi potete dire che è colpa della CPU ma non mi sembra giusto. Abbiamo sempre elogiato Apple perché ottimizza i sistemi e bla bla bla ma se poi se ci vendono un portatile che gestisce male il carico di lavoro intensivo allora è colpa di qualcun altro. Per giunta a Cupertino non hanno neanche l’attenuante di essere stati i primi ma gli ultimi, per cui onestamente mi aspettavo qualcosa di molto meglio e non risultati simili / leggermente peggiori della concorrenza.

A parte questo, stavo vedendo pochi minuti fa un video in cui viene evidenziato come i nuovi MacBook Pro siano “programmati” da Apple per tenere le ventole a regimi bassi a tutti costi, anche se questo significa ridurre il clock del processore. Max, qui sopra, non gli ha mai visto toccare la soglia teorica del Turbo Boost e persino scendere al di sotto della frequenza operativa di base, uscendo vincitore per un pelo rispetto al vecchio MacBook Pro quando i dati dicono che se lo dovrebbe mangiare a colazione. Non si vede con Geekbench se ve lo state chiedendo, quel test di norma sfrutta pochissimo la CPU come detto sopra, basta lanciare Cinebench però, o qualsiasi altro task che impegni seriamente la macchina. E se ve lo state chiedendo non è colpa di Adobe, visto che ormai sembra essere il parafulmine in ogni tempesta. Di certo Premiere e fratelli non sono esenti da difetti, lo so bene io sto cercando di allontanarmi a gambe levate da tutta la suite, però qui

il punto non è se un software richiede troppe risorse ma cosa fa il computer quando succede

Vedete anche voi la differenza vero?

Mi devo fermare qui, si è fatto davvero tardi e non avendo la possibilità di proporvi delle conclusioni concrete non voglio rubarvi più tempo di quanto non abbia già fatto. Per ora rimango convinto di quanto vi ho detto nel precedente articolo, ovvero che questo MacBook Pro dimostra tante cose, tra cui l’utilità del maggior numero di core portato con Coffee Lake, le potenzialità teoriche ottime del nuovo i7 e quelle incredibili dell’i9 (che Apple ha deciso di offrire in opzione), ma anche la sciatteria di averli buttati giù in macchine così belle e così costose senza verificarne a fondo la resa, visto che non sembrano riuscire a garantirci il pieno sfruttamento dell’hardware. Spero tanto che ulteriori prove dicano il contrario, magari sono impazziti contemporaneamente tutti questi che pubblicano video del genere perché fa notizia o li hanno falsificati a dovere grazie all’intervento della LucasArts solo per inveire contro Apple. Oppure uscirà un fix software che darà libero sfogo alle ventole e allora si potrà avere il 100% di sfruttamento anche dell’i9, ma indossando le cuffie insonorizzanti dei piloti di elicottero. Scherzo eh, volevo solo strapparvi un amaro sorriso prima di salutarvi e rimandarvi al prossimo appuntamento di questa calda telenovela californiana.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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