Recensione: Think Tank Signature 10, l’eleganza che fa rima con sostanza

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Ci sono due categorie di prodotto a cui difficilmente riesco a dire di no: cuffie e borse fotografiche. Non ne ho mai abbastanza di entrambe e anche se ho una vasta collezione trovo sempre il motivo per cercarne di nuove e differenti, in grado di offrirmi quel qualcosa che le altre non hanno. Con riferimento alle borse preferisco quelle in grado di contenere un misto di attrezzatura fotografica e tecnologica e mi piace averle in vari formati, così da poter scegliere quella giusta a seconda delle esigenze. C’è la messenger piccola a spalla, la borsa media a tracolla, lo zaino grande e “quasi” tutti i possibili incroci. Ora che per me fotografia significa mirrorless, riesco a viaggiare molto più leggero rispetto a quando usavo le reflex full frame di Nikon o Canon, soprattutto perché il mio corredo preferito è quello Micro Quattro Terzi. Ecco quindi che uso sempre più spesso i formati compatti ed ho voluto individuare una borsa a tracolla che fosse piuttosto piccola e con un particolare occhio di riguardo per lo stile ed il design.

Quando i miei occhi sono caduti sulla Think Tank Signature 10 è stato davvero difficile resisterle, soprattutto considerando la bellissima finitura Slate Gray con inserti di cuoio. È la più piccola di questa serie prestigiosa, che vede come unica alternativa la variante Signature 13 un po’ più grande. A me interessava proprio questa dimensione che occupa circa 33 x 23 x 15 cm (LxHxP). Esternamente la borsa si presenta in modo eccelso, non nego che è stato proprio l’aspetto a colpirmi prima di ogni altra cosa. Il materiale principale di cui è composta è una particolare nylon con l’aspetto della lana ed un trattamento repellente all’acqua molto efficace.

La placchetta frontale con la scritta Think Tank è, nella sua semplicità, un elemento che mostra la cura per il design di questa borsa. Su una base di cuoio è applicata una piastra metallica con il logo dell’azienda, la quale possiede angoli smussati e le lettere in bassorilievo che risaltano sulla tintura nera di sfondo. È davvero un dettaglio di piccolo conto ma si vede che non è un elemento messo lì tanto per…

Altrettanto ben fatta e comoda da utilizzare è la maniglia, quasi tutta in cuoio e con elementi di metallo antichizzati che si sposano perfettamente con lo stile retrò. Bella e comoda anche la tracolla, con ganci che ne consentono la facile rimozione: La lunghezza è regolabile, l’hardware robusto, la cinghia setosa con area centrale ben imbottita. Insomma, già dall’esterno si rimane piacevolmente soddisfatti da tutto l’insieme.

Si accede al vano principale della borsa tramite due elementi a pressione, che le immagini descrivono molto bene. Il design ed i materiali sono coerenti in ogni elemento della Signature 10 e le due piccole borchie frontali rappresentano un gradevole tocco di stile.

Le cinghie di cuoio si possono allungare o accorciare su due diverse dimensioni, così da adattarsi alla quantità di elementi che la borsa dovrà contenere (ma io le ho sempre usate sulla posizione più larga). Aperta la borsa ci si trova davanti ad una piccola tasca a soffietto con un ulteriore elemento di cuoio ed una clip per fermarla in due posizioni differenti.

Non si nota subito ma dentro questa tasca c’è un ulteriore scompartimento con un bel bordino di cuoio, che può essere utilizzato per appoggiare al volo i tappi degli obiettivi in uso. La cosa torna utile a chi, come me, tende a metterli sempre in posti diversi e poi non li trova mai quando servono. Volendo ci si può mettere uno smartphone (ci entrano anche quelli grandi), ma rimane un po’ di timore per via del fatto che non c’è un elemento di fissaggio e il top è aperto. Io lo faccio comunque nel quotidiano ma eviterei durante un’escursione: lo smartphone potrebbe scivolare fuori se si dovesse ribaltare la borsa aperta (ma la cosa andrebbe evitata a prescindere per il resto dell’attrezzatura…).

Ad ogni modo questa tasca “aperta” ha anche una zip alle spalle, chiaramente un modello di YKK per garantire qualità e massima resistenza. Un po’ come una matrioska, la tasca in questione ne ha una più piccola all’interno, consentendoci di separare i nostri accessori ed identificarli anche ad occhi chiusi, sapendo dove cercarli.

Guardiamo il vano principale dall’alto e noteremo che l’interno non è immediatamente accessibile. Vi è infatti un sottile strato dello stesso materiale usato all’esterno, che lo sigilla completamente grazie ad una zip che gira tutto intorno.

È un dispositivo di sicurezza che ha molteplici scopi, riparando dagli agenti atmosferici ed evitando che gli elementi più piccoli possano fuoriuscire in caso di ribaltamento. Ma vi immaginate che seccatura aprirla e chiuderla in continuazione durante una sessione?

Think Tank ha pensato anche a questo: quel piccolo elemento di cuoio che si vede al lato, si può agganciare ad un “finto bottone” che si trova dentro la patta, così si solleverà e richiuderà insieme a questa quando avremo necessità di compiere tale gesto ripetute volte. È un sistema di fissaggio è tutt’altro che tecnologico e all’inizio mi sembrava una nota di demerito, ma con il tempo ho apprezzato la semplice efficacia che lo rende effettivamente utile pur essendo così incredibilmente banale.

Finalmente guardiamo lo spazio interno che è di circa 30 x 20 x 13 cm. Il formato è molto squadrato e regolare, così da sfruttarne ogni millimetro. L’imbottitura esterna è bella robusta e anche la base è spessa, nonché rimovibile a strappo. Ci sono diversi separatori in questo piccolo spazio e i due principali hanno il classsico finale ad L pieghevole, così da appoggiare l’impugnatura della fotocamera con l’obiettivo rivolto verso il basso e creare anche due vani più riparati al di sotto.

Gli elementi si possono posizionare a piacimento lungo tutta l’estensione della borsa grazie alle ampie alette laterali in velcro ed è anche possibile tenerli dritti creando vani alti o stretti. I separatori secondari sono lineari e un po’ meno imbottiti, ma comodissimi per creare altri spazietti minori dove serve.

Ho usato la Signature 10 nelle condizioni più disparate nell’ultimo anno e vi posso subito dire due cose: 1) più invecchia e più è bella, ma l’usura si nota poco a differenza dei modelli Retrospective 2) ci si riesce a mettere più di quanto si immagini. L’ultimo punto è chiaramente più vero con le mirrorless e con le mie Micro Quattro Terzi riesco a trasportare un corredo di tutto rispetto. Vi faccio qualche esempio di diverse configurazioni fotografiche, considerando che a queste si aggiungono sempre la tracolla Peak Design Slide V3, l’iPad Pro 10,5″ con Smart Keyboard ed Apple Pencil, nonché svariati accessori minori (seconda batteria, cavetti, powerbank, chiavi di casa, ecc..):

  1. Panasonic G9 + Leica 12-60 f/2.8-4Leica 42,5 f/1.2 + Olympus 40-150 f/2,8 Pro con teleconverter 1.4x +
  2. Panasonic GH5 + Leica 8-18mm f/2,8-4 + Olympus 12-40 f/2,8 Pro + Panasonic G9 con Lumix 20mm f/1,7
  3. Fujifilm X-T2 + XF16-55mm f/2.8 + XF18mm f/2 + XF90mm f/2 (con un vano libero per bottiglietta d’acqua o battery grip)

Avrete anche notato la tasca posteriore dedicata al tablet con un ampio elemento di fissaggio, nella quale l’iPad Pro 10,5″ calza comodamente pure con la Smart Keyboard attaccata. Sempre per la storia della matrioska, Think Tank ha ricavato pure qui una tasca nella tasca, aperta ma ampissima e comoda per riporre altri elementi minori (tipo un powerbank sottile).

Dulcis in fundo la tasca posteriore, sottile e protetta da una zip YKK impreziosita da un elemento di cuoio. Alle sue spalle un passante aperto per inserire le estensioni di un trolley e portare comodamente la borsa con noi durante i viaggi. Ci tengo a farvi vedere anche il fondello di questa borsa che, oltre all’imbottitura interna, ha un’ampia copertura di cuoio con funzionalità pratica di irrigidimento della struttura e protezione dagli agenti atmosferici, ma aggiunge anche il suo pregio estetico.

Questa è l’unica parte che un po’ si usura col tempo, anche se io l’ho poggiata davvero ovunque senza curarmene e c’è giusto qualche graffietto ai lati. Forse si sarebbero potute aggiungere delle guide laterali di gomma per rialzare la base ed evitare che il cuoio andasse ad urtare sul suolo, ma avrebbe peggiorato il design ed essendo una parte poco visibile mi sento di definirlo un peccato veniale.

Voto 4,5/5

Conclusione

Tra le tante borse che possiedo, la Think Tank Signature 10 si è ritagliata un ruolo di primissimo piano. A differenza dei prodotti di Peak Design (altro brand che amo per ragioni diverse), qui le componenti hi-tech sono invisibili o non ci sono affatto. L’esempio del metodo di aggancio della copertura interna è simbolico: si sarebbero potuti inventare mille sistemi complessi e invece ci hanno messo un semplice bottone con un’asola. Da buon geek amo i gadget, i brevetti e le sorprese in salsa tech, ma allo stesso tempo non li ritengo necessari. La Signature 10 è una borsa facile da capire ed apprezzare. Lei è quel che si vede, con l’aggiunta di una lussuosità percepita dai sensi: vista, tatto e persino olfatto. È elegante, senza tempo, robusta e resistente alle intemperie (in dotazione c’è anche una sacca per ricoprirla interamente). Il bello è che risulta anche molto pratica se utilizzata sul campo, infatti ormai adopero quasi sempre questa nelle attività quotidiane. Certo non è la soluzione adatta ad un corredo reflex o per portarsi dietro l’impossibile, ma ci entrano anche due mirrorless e due/tre obiettivi a seconda delle dimensioni. Giornalmente, però, la carico poco: fotocamera con un solo obiettivo innestato, iPad Pro e i due vani laterali liberi per quel che può essere una bottiglietta d’acqua o gli occhiali da sole. La Signature 13 è un po’ più grande e versatile, ma ho trovato perfetto questo formato che non è né troppo grande, né troppo piccolo. Il prezzo? In linea con le aspettative del marchio e della qualità reale e percepita: circa 230€ su Ebay, qualcosa di più su Amazon.

PRO
+ Design senza tempo
+ Materiale esterno apparentemente naturale ma idrorepellente
+ Molti inserti di cuoio di ottima qualità e rifinitura
+ Ganci e borchie di acciaio con verniciatura invecchiata
+ Zip di ottima qualità
+ Comodi separatori, spessi e riposizionabili ovunque
+ Tante tasche secondarie
+ Tracolla comoda
+ Ampio vano imbottito per tablet (anche ultrabook nella Signature 13)

CONTRO
- Mmm…. il prezzo? Sì è alto, ma non è forse meritato?

DA CONSIDERARE
| Eleganza e sostanza: una borsa bellissima che appare bene e si usa meglio

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.