Recensione: Xiaomi Soundbar, minima spesa con buona resa

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I lettori più giovani potrebbero non ricordarlo ma c’è stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui i televisori erano profondi quanto un mobile e pesavano un accidenti. La tecnologia a tubo catodico è stata rapidamente soppiantata da quella LCD proprio per i vantaggi di estetica, leggerezza e dimensioni, anche se agli inizi la qualità d’immagine non era affatto superiore. Oggi il confronto non è più possibile perché gli LCD con retroilluminazione a LED e gli OLED si sono evoluti in modo incredibile e sono ancora più sottili, con cornici quasi invisibili, ma c’è un altro aspetto che via via è stato sacrificato: l’audio. Forse è la mia memoria che mi inganna, dopotutto negli anni ’90 le aspettative che si avevano guardando la TV o un film in casa non erano quelle di oggi, però ho il ricordo di un CRT Sony Trinitron da 30″ che tirava fuori un audio di buon livello. Comunque sia anche in ambito LED/OLED oggi i produttori sono corsi al riparo: noterete che la fascia più bassa degli schermi, anche di quelli super sottili, tende ad essere un po’ più profonda per racchiudere parte dell’elettronica ma soprattutto per ospitare delle casse di maggiore dimensione e dargli lo spazio necessario per veicolare il suono in modo migliore. Certo non si fanno miracoli ma la qualità rispetto i primi anni dei TV LCD è superiore, e si avverte. Ho un LG da 55″ con audio Harman/Kardon che sicuramente sfrutta il nome più per il marketing che altro, ma il suo lavoro di riproduzione “semplice” lo svolge senza problemi. Rimane evidente il limite spaziale del suono, molto ristretto, così come il vuoto nelle frequenze basse. E non parlo del “colpo” che ovviamente manca durante una mirabolante esplosione, quanto la debolezza di supporto alle voci o alle tracce musicali. Ecco perché è sempre più facile vedere nei salotti degli impianti audio dedicati affiancati ai TV “piatti”, in grado non solo di superare i limiti degli speaker integrati ma di andare molto oltre nell’immersività con i sistemi multicanale e dotati di sub woofer. Certo questa è la migliore soluzione ma richiede un discreto investimento per non acquistare un prodotto di gamma troppo bassa, senza considerare l’eventuale noia del cablaggio per i satelliti nelle versioni non wireless. Dal canto mio non amo vedere la TV a volume troppo elevato e non mi piace neanche quell’effetto roboante durante i momenti più concitati dei film d’azione, per cui ho sempre preferito delle soluzioni intermedie: le soundbar.

La Xiaomi Soundbar sotto un TV Samsung da 49″

Ce ne sono di ogni tipo, marca e modello, dalle più economiche – solitamente da evitare – a quelle più costose e di brand famosi – che spesso conviene evitare comunque per il rapporto spesa/prestazioi. In medio stat virtus e nel salotto di casa ho trovato buona soddisfazione con una Yamaha YAS-105, a cui potrei collegare un sub woofer in futuro. Volevo far provare il salto di qualità dovuto ad un prodotto del genere anche ai miei genitori ma riducendo ancora di più l’investimento. Nelle offerte quotidiane ho più volte visto delle soundbar super economiche di marchi ignoti, così come anche le base gamma di alcuni produttori di TV, ma non molto tempo fa ne ho sentita una di LG da 100€ che, credetemi, suonava peggio del televisore cui era collegata: un cicalino gracchiante. Dopo un po’ di ricerche ho deciso di provare la Xiaomi Soundbar.

I controlli superiore della Xiaomi Soundbar: manca il pulsante di spegnimento

L’ho scelta sicuramente in ragione del costo contenuto e non lo nego, ma anche perché le specifiche tecniche sembravano superiori a quelle dei prodotti di pari prezzo. Questa piccola soundbar dispone infatti di 2 tweeter da 20mm, 2 woofer da 2,5″ e quattro ampi radiatori passivi, il tutto con una potenza massima di 14W per canale. Ovvio che siamo sempre in fascia entry level, ma le premesse parevano garantire un netto salto di qualità rispetto l’audio nativo del TV Samsung 47″ cui l’avrei collegata. È arrivata in una piccola scatola con pochissimi accessori, giusto il cavo di alimentazione ed un cavetto stereo RCA/3.5mm. Ed ecco subito due delusioni: manca l’adattatore per le prese italiane e non c’è un telecomando!

Intendiamoci, non è che mi piaccia avere un altro aggeggio in giro per casa. La YAS-107 l’ho collegata tramite cavo ottico e ne controllo il volume tramite il TV, che ha un telecomando capace di “apprendere” il segnale IrDA di un altro dispositivo. Il problema è che la soundbar di Xiaomi non ha proprio il ricevitore e quindi non supporta alcun tipo di controllo remoto. Sarebbe stato possibile risolvere con una connessione HDMI ARC, ma purtroppo manca anche questa. Quindi il primo problema è stato questo: come la collego?

Dietro troviamo l’on/off e i vari ingressi

Guardando il lato posteriore scorgiamo la presa di alimentazione con switch di accensione, l’ingresso ottico toslink (il cui cavo non è in dotazione, ma questa è la prassi), un ingresso RCA analogico e poi quello AUX da 3,5mm. L’ideale sarebbe stato sfruttare il segnale ottico, tanto un cavo si compra anche per 6€, ma in questo modo non riuscivo a modificare il volume da remoto. Impostando il TV su quell’uscita lo stesso disabilità i controlli audio e l’unico modo per intervenire era quello di alzarsi dalla poltrona e premere fisicamente i tasti posti sopra la soundbar… una cosa davvero spiacevole.

La pulsantiera superiore con LED di stato sulla sorgente attiva

La Xiaomi Soundbar supporta anche il Bluetooth 4.2, che ho provato con lo smartphone e funziona senza problemi, ma la TV in questione non lo aveva e comunque sarebbe stato un ripiego in termini di qualità che non avrebbe portato giovamenti visto che spesso anche così si disattiva lo stesso il controllo audio integrato, demandandolo allo speaker (dipende comunque dal TV, sui Samsung che ho provato succede questo mentre gli LG danno anche il volume via Bluetooth). Comunque sia non era certo il mezzo ideale, sia per la minore qualità che per la possibile introduzione di un ritardo di riproduzione.

L’unica strada che ho visto percorribile per mantenere un funzionamento ottimale è stata quella di utilizzare una normale connessione con il jack da 3,5mm, ma anche qui ci sono dei limiti. Il primo è più importante è che non tutti i TV di oggi possiedono l’uscita cuffie, specie quelli di fascia bassa. Per fortuna il Samsung in questione l’aveva ma ho comunque dovuto acquistare il cavetto perché non era fornito in dotazione. Parliamo di meno di 7€, non c’è da strapparsi i capelli, ma viste le ridotte possibilità di connessione avrei trovato più saggio includerlo nella dotazione al posto di quello RCA.

Si spegne da dietro: non è il massimo ma non consuma quasi niente senza usarla

Insomma, il primo impatto non è stato dei migliori, lo devo ammettere, e ci siamo dovuti accontentare della meno pregiata connessione analogica per mantenere il controllo volume con il telecomando del TV, ma di qui in avanti l’esperienza è stata sostanzialmente positiva. La soundbar è larga circa 80cm ed è tutta realizzata in plastica opaca resistente, con un frontale simil-telato (che ha uno scheletro rigido alla base) e dei piedini di gomma per una presa perfetta sulla superficie d’appoggio e la riduzione delle vibrazioni. È alta circa 8cm e questo può essere un problema con alcuni TV che hanno una base molto bassa, poiché può coprire le parte inferiore dello schermo ed anche il ricevitore infrarossi (se il TV non usa quelli più moderni che funzionano con il Bluetooth).

3 piedini in gomma per sollevarsi ed attutire le vibrazioni

Sul retro si trovano i fori per l’installazione a parete, che di norma dovrebbe avvenire al di sotto dello schermo, ma anche questa è un’opzione tutta da verificare perché richiederebbe che anche il TV sia attaccato al muro con un supporto VESA. Pur non essendo una soluzione del tutto ortodossa, è anche possibile metterla sopra lo schermo, ma in questi casi è meglio che questo sia poggiato su un mobile relativamente basso, altrimenti l’audio finisce letteralmente sulla nostra testa. Nel nostro caso si è potuta lasciare alla base del TV senza alcun problema, se non per il fatto che la base ad arco ha richiesto di passare i cavetti di lato, senza poterli nascondere al centro, e lo schermo curvo ci ha obbligati a metterla qualche cm più avanti rispetto la sua posizione otticamente ottimale.

I cavi si possono nascondere al centro, ma se il TV ha un piede unico dovranno andare di lato

Un altro aspetto da considerare è il colore: Xiaomi ha scelto il bianco per la sua soundbar e non collima sempre adeguatamente con i TV. È ottimo per l’installazione a parete se questa è dello stesso colore (infatti credo che ne metterò una in camera da letto a settembre, rientrando in città), ma in un salotto classico e con schermi aventi cornici scure non lega più di tanto. Credo avrebbero potuto fornire la variante di colore nero, avrebbe certamente sposato le esigenze di una più vasta clientela.

Dunque: messa davanti al TV, collegata via AUX per mantenere il controllo audio semplice dal telecomando e accesa, come se l’è cavata alla prova di riproduzione? Posto che di base non mi aspettavo certo dei miracoli, la resa mi ha stupito in positivo. Non dico che sia al livello della mia Yamaha ma il miglioramento rispetto l’audio del TV è abissale. Pur con delle dimensioni abbastanza ridotte, che la rendono adatta già a schermi da 40″, la spazialità è ben più marcata e i tweeter svolgono un ottimo lavoro sugli alti, che risultano chiari e dettagliati, senza distorcere anche ad alto volume. Pure i medi vengono fuori con nella giusta dose, evidentemente non “trattati” elettronicamente per farli sentire più di quanto la traccia audio preveda.

L’opzione di colore nero avrebbe reso più gradevole l’inserimento in alcuni ambienti

Questo dettaglio è importante anche per i risultati via Bluetooth, a cui possiamo collegare un altro dispositivo a piacere, così da avere uno speaker wireless sempre acceso e pronto per riprodurre un po’ di musica dalle nostre sorgenti preferite. In questo caso, infatti, si noterà che la soundbar offre una riproduzione piuttosto trasparente ed equilibrata, al punto che uno speaker di fascia media con una forte equalizzazione può sembrarci persino migliore, andando ad enfatizzare i brani con l’elettronica. Non è di per sé un aspetto che possiamo considerare negativo, però, e con la sorgente giusta ed un orecchio attento credo che sia forse meglio in questo modo, soprattutto se alziamo un po’ il volume e ci godiamo una riproduzione tendenzialmente equilibrata.

I supporti per il montaggio a parete ci sono

Per ritornare invece alla resa audio in generale e all’uso con i TV, devo dire che anche per quanto riguarda le frequenze basse la soundbar di Xiaomi ne esce a testa alta. I due woofer spingono discretamente bene e i radiatori passivi, due per lato, offrono una buona valvola di sfogo. Non vi aspettate le vibrazioni nel petto di un sub-woofer, ma per una soundbar di questa dimensione la resa è molto buona e di gran lunga superiore a quella che ho personalmente riscontrato in prodotti di marca che costano 40/50€ in più. Preferisco i risultati della YAS-105, che è anche più bella, fatta meglio e dotata di telecomando, ma costa anche il doppio e pure lì manca l’HDMI ARC. Diciamo però che la soluzione di Xiaomi ci consente di fare un netto salto di qualità rispetto l’audio integrato dei TV e può essere l’ideale da associare ad uno schermo secondario per collocamento (ad esempio cameretta o cucina) o rilevanza (penso ad una casa al mare o in montagna che si usa con minor frequenza).

Conclusione

Voto 4/5Pur con qualche difetto la Xiaomi Soundbar supera senza ostacoli rilevanti la prova sul campo. L’azienda cinese ha realizzato un prodotto che non spicca per i materiali e il prestigio, non si impone per qualità audio e flessibilità di utilizzo, però suona decisamente meglio di quanto il prezzo non possa suggerire e utilizzandola con la connessione audio analogica è anche pratica. Questo esclude naturalmente la migliore via ottica ma nell’utilizzo tipico del quotidiano, compreso lo streaming online di serie TV e film, non è che si risenta davvero una limitazione importante. L’ho confrontata con il collegamento toslink e la differenza è minima ma si aggiunge la complicazione del cambio volume, per cui il jack da 3,5mm rimane a mio avviso la soluzione migliore. Insomma, potrebbe essere perfezionata ma nella sua fascia di prezzo e per impieghi in cui alcuni suoi limiti non rappresentino un problema, a me pare una proposta davvero interessante e lo sarebbe ancora di più se ai circa 65€ del su prezzo non si dovessero aggiungere altri 10€ per l’adattatore della presa ed un cavetto da 3,5mm. Pur connsiderando un investimento complessivo di 80€, vi posso assicurare che i risultati in termini qualitativi sono migliori a quelli che potreste ottenere con dispositivi di pari valore acquistati in negozio, anche (e forse ancora di più) se questi riportano marche note dei produttori di TV (come LG, Samsung, ecc.). Certo è che se da 80€ potete salire a 150€ allora avrete di meglio in termini di funzionalità e design passando a qualche prodotto come la più volte citata YAS-105 di Yamaha, ma si tratta anche di spendere il doppio e non sempre ne vale la pena. Un’ultima considerazione: anche chi non ascolta il TV a volume molto elevato e si trova frequentemente ad avere a che fare con i dialoghi noterà un incredibile miglioramento con questa soundbar rispetto all’audio di praticamente tutti i TV in commercio. La traccia vocale sarà molto più precisa e rotonda, le parole più chiare e comprensibili, anche senza alzare il volume.

PRO
+ Prezzo molto contenuto
+ Piccola, leggera e con possibilità di attacco a parete
+ Suono equilibrato e abbastanza forte, qualità superiore rispetto la spesa
+ Design semplice ma riuscito nella sua assenza di spigoli
+ Bluetooth integrato per l’uso con qualsiasi device

CONTRO
- Mancano in dotazione l’adattatore per la presa e un cavo aux 3,5mm
- Non ha il ricevitore infrarossi (e quindi niente telecomando)
- Senza HDMI ARC e telecomando l’unica soluzione comoda è l’uso tramite uscita cuffie del TV (se questo la possiede)

DA CONSIDERARE
| Peccato non avere l’opzione del colore nero
| Avrei preferito fosse leggermente più bassa, ma avrebbe influenzato la resa audio in termini negativi a meno di un redesign dello schema audio e degli elementi

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.