Sono ricco se compro un iPhone? Non banalizziamo…

Oggi sembra il giorno delle banalità, perché dopo aver parlato di un aggiornamento iOS che causa battery drain (ancora?!) mi ritrovo a scrivere di una storia vecchia come il cucco: gli iPhone come simbolo di benessere. A rispolverare la barbosa conclusione è una “nuova” ricerca del National Bureau of Economic Research, che ha così ottenuto anche un po’ di visibilità tramite il rilancio su Business Insider. L’analisi demografica svolta dall’Università di Chicago tiene conto di reddito, educazione, sesso, razza e ideologie politiche, concludendo che i possessori di iPhone sono nel 70% dei casi appartenenti alle fasce più agiate. Ma cosa ci dice di nuovo questa ricerca?

steve-jobs-holding-iphone

Gli iPhone sono smartphone costosi, anche se non sono da soli nella loro fascia di prezzo ormai da tanto tempo. I principali top di gamma dei brand più famosi si sono praticamente allineati, ma il loro listino scende con la velocità di un aereo in picchiata. I cartellini rimangono elevati quasi esclusivamente per giustificare le rate nelle vendite tramite gli operatori telefonici, mentre sul mercato libero li vediamo ridursi su base quotidiana. Anche gli iPhone si riescono a spuntare a prezzo scontato nell’Internet delle Offerte, ma in quel caso si tratta quasi esclusivamente di rivenditori che giocano con l’IVA, perché i distributori nazionali Apple ufficiali hanno praticamente il prezzo bloccato fino all’ultimo giorno prima dell’uscita del nuovo. Comunque chi spende tanti soldi per gli smartphone non compra necessariamente iPhone, così come c’è chi preferisce gli smartphone di Apple ma acquista un usato, un ricondizionato e magari neanche dell’ultimo modello uscito. La realtà che personalmente vedo è piuttosto variegata e non così facilmente riconducibile a stereotipi, però anch’io noto che esiste una certa regolarità tra buon reddito e ultimo modello di iPhone piuttosto che di Samsung, Huawei o altri. Il punto, semmai, è capirne i motivi.

Apple è indiscutibilmente un brand forte e per quanto i suoi prodotti siano ormai di larghissima diffusione ha mantenuto una connotazione di “alternativa”, insita nella sua natura di produttore hardware/software, che in ambito smartphone la mette praticamente da sola contro tutti i produttori che usano Android (con buona pace di Windows). Ma 1.000€ non sono certo una spesa che determina il tuo conto in banca, come può esserlo magari un’auto da 100.000€. Grazie alle rateizzazioni è difficile che si possa stabilire un limite di reddito sotto il quale non si possa fisicamente comprare un iPhone, cosa che invece ci riesce facile se pensiamo ad un’Audi R8, una Porsche Cayenne o qualsiasi altro modello che, bene o male, fa girare la testa. Sono prodotti diversi con scale di valori non confrontabili, ma è proprio questo il punto. Come può essere un simbolo di stato sociale ed economico un prodotto che, in fin dei conti, tutti potrebbero comprare?

iphone7-plus-red-9

In primo luogo è bene ricordare che potere è diverso da volere. Quei 30€ al mese (ipotizzando un valore medio di 1000€ su 36 rate) possono avere un peso diverso in base al portafogli ma, a parte questo, si può benissimo decidere che siano meglio investiti in pannolini, tanto per fare un esempio. Inoltre se l’utilità di uno smartphone non si discute a prescindere dal ceto sociale, è pur vero che per le attività primarie che esso deve svolgere un prodotto da 150€ di oggi è quasi sempre “sufficiente”. Quindi perché pagare di più? Nella risposta a questa domanda si trova l’unica ragione indiscutibilmente vera che può far preferire un iPhone, ma ogni acquirente ha la sua. Personalmente noto che i geek più geek che ci siano tendono a comprare più di uno smartphone all’anno e spesso trovano maggiori motivi di interesse e di orgoglio sfoggiando l’ultimo Android con caratteristiche hardware particolari. Dove invece vedo una predominanza di iPhone è negli ambienti professionali, in mano ad avvocati, medici, notai, fotografi, ecc. Per cui in fin dei conti trovo una corrispondenza effettiva tra i risultati di quella ricerca ed il mondo reale, ma è davvero una questione di reddito?

iphone7-vs-7plus

In base a quanto ho già detto, ritengo che non sia quello a fare la differenza. Posto che si deve necessariamente semplificare e tralasciare alcune casistiche più singolari per poter vedere una quadro generale, credo che a far propendere per l’iPhone queste persone siano altri fattori che non riguardano necessariamente il prezzo e neanche il “simbolo”, visto che con i numeri di cui si parla non rappresenta certo più un elemento di distinzione. Di base stiamo ancora vivendo nell’onda lunga di un fenomeno di emulazione partito 10 anni fa, quando lo smartphone di Apple era davvero un prodotto per pochi. Quando ancora neanche si immaginava quanto sarebbe diventato importante il “cellulare” e difficilmente si pensava di acquistarne uno così costoso e di un marchio che non fosse Nokia, Blackberry, Sony-Ericsson e pochi altri. Al tempo l’iPhone si è ritagliato un posto di rilievo tra i professionisti ad alto reddito che hanno poi influenzato rapidamente tutta la società. Oggi viviamo in una realtà completamente diversa ma la preferenza di smartphone Apple è rimasta radicata in quegli ambienti. Non è più una questione di reddito e certamente neanche di esclusività visto che stiamo parlando dello smartphone più venduto al mondo. È un fenomeno sociale diverso, quasi di omologazione.

Un po’ come è stato il walkman di Sony rispetto a tutti i cloni che sono arrivati dopo, l’iPhone è l’iPhone. Ma qui non parliamo della Nutella, a cui basta rimanere sé stessa per alimentare il distacco dalle altre creme spalmabili. In campo tecnologico quello che ha fatto Apple in 10 anni è stato un mezzo miracolo, poiché con un sapiente mix di sostanza e di marketing ha saputo arginare il rischio che un’altra azienda potesse rubarle questa percezione di superiorità che si è guadagnata. In ambito privacy l’iPhone di S. Bernardino ha ribadito il diverso approccio di Apple, quando si parla di sicurezza la chiusura della piattaforma e dell’App Store diventano un vantaggio, se si amano i benchmark i chip serie A progettati a Cupertino sono anni avanti la concorrenza e giocano un ruolo importante anche la cura nell’esperienza d’acquisto e dell’assistenza. A prescindere dalla preferenza per Android ed iOS, che è pure un elemento determinante per alcuni ma non per tutti, finché non si riuscirà a superare Apple in tutti questi ambiti gli utenti che vogliono fare un acquisto sicuro (per qualità, longevità, esperienza d’uso, garanzia, ecc.) continueranno a comprare iPhone.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.