Xiaomi Mi A2 e Mi A2 Lite, un buon hardware incontra Android “puro”

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La maggior parte degli utenti guarda direttamente al trittico Apple/Huawei/Samsung nella scelta del suo prossimo smartphone. Più che comprensibile, dato che tutte e tre dispongono di prodotti ben realizzati con importanti punti di forza. Dietro ai nomi top del mercato ce ne sono tanti altri, spesso non meno famosi, che propongono alternative molto curate e a prezzi competitivi. In particolare, meriterebbero probabilmente più attenzioni di quelle che sinora hanno i dispositivi aderenti all’iniziativa Android One. Essa prevede il robottino verde esattamente come mamma Google l’ha pensato, con un’esperienza d’uso quasi pari ai Pixel (il quasi è relativo alle ristrette esclusive che Big G si concede per la sua gamma in proprio) ed aggiornamenti diretti. Nokia e Xiaomi hanno abbracciato in pieno Android One, sfornando risultati molto interessanti. L’azienda cinese, che abbiamo a lungo tempo conosciuto con la sua MIUI, sta facendo più affidamento proprio a quest’opportunità per conquistare i cuori dei mercati occidentali.

Rispetto al Mi A1 che va a sostituire, l’upgrade tecnico è notevole già a colpo d’occhio. Pur non essendo privo di bordi, li mantiene sufficientemente ridotti per competere a livello stilistico con molti prodotti correnti, sia il suo più diretto rivale Android One (il Nokia 7 Plus) che i dispositivi anche di fascia superiore. La scocca suddivisa pressoché equamente tra vetro (frontale) ed alluminio (posteriore) aiuta ancor di più a tal proposito. Lo schermo è un LTPS IPS da 5,99″, con risoluzione 2160×1080 e protetto dal Gorilla Glass 5 di Corning. Sul retro, oltre alla doppia fotocamera su cui ritorneremo a breve, è collocato anche il sensore d’impronte digitali.

Andando all’interno, troviamo un SoC Qualcomm Snapdragon 660 AIE octa-core, che pur non essendo la punta di diamante rappresenta una soluzione medio-alta degna di nota (i 4 nuclei più potenti sono basati sulla microarchitettura Kryo 260 Gold, solo leggermente inferiore alla 280 che anima gli ex-flagship Snapdragon 835), dotata di GPU Adreno 512 ed area dedicata alle funzionalità d’intelligenza artificiale. La RAM ammonta a 4 o 6 GB a seconda della versione scelta; analogamente, si possono avere 64 o 128 GB di memoria flash integrata (purtroppo non espandibile).

Passiamo ora al comparto fotografico, per il quale Xiaomi s’è avvalsa della collaborazione di Sony. La doppia camera posteriore prevede un sensore da 12 Megapixel ed uno da 20 MP, entrambi con apertura f/1,75, che l’intelligenza artificiale richiama in azione in base alle necessità. Non mancano HDR automatico, autofocus e registrazione 4K a 30 fps. Lo stesso sensore da 20 MP (ma con apertura f/2,2) lo ritroviamo davanti, con l’intelligenza artificiale che qui invece interviene per migliorare la resa dei selfie. È presente inoltre un flash LED che emette luce con una temperatura 4500 K, prediligendo dunque tonalità più calde. Stranamente anche sul retro Xiaomi ha optato per un flash a LED singolo, al contrario del dual LED che va per la maggiore.

Passando alla connettività, troviamo ahinoi una pecca non di poco conto. È un dual SIM, con slot nano, dispone di 4G LTE multibanda, Wi-Fi 802.11ac dual band, Bluetooth 5.0, GPS/GLONASS/Beidou… ma niente NFC. Sarà probabilmente dovuto al modello cinese di origine (è un Mi 6X modificato), ma speravamo che l’occidentalizzazione potesse spingere il produttore a colmare questa lacuna. La batteria integrata è da 3.010 mAh, con possibilità di ricarica rapida e connettore USB-C. Assente il jack cuffie da 3,5 mm.

Lo Xiaomi Mi A2 arriverà l’8 agosto nelle colorazioni nero, oro e azzurro ma è già in pre-vendita nei vari siti d’importazione. A breve dovrebbe arrivare anche su Amazon, dove il precedente A1 ha ottenuto un buon successo e gli acquirenti si potranno avvalere di una migliore forma di garanzia. È preinstallato Android 8.1 Oreo “puro” e si parte da 279 € per la variante con 4 GB di RAM e 32 GB flash, per salire a 299 € con l’intermedia 4/64 GB e infine sono richiesti 349 € per la configurazione top 6/128 GB. Un buon bonus da sottolineare è l’inclusione di spazio illimitato su Google Foto in qualità originale, non compressa.

Questo non è però l’unico smartphone presentato nelle scorse ore. Il Mi A2 ha infatti un fratello minore che i leak avevano ampiamente svelato: il Mi A2 Lite. Che poi così tanto minore non è, avendo di certo un suo “perché”. A partire dall’aspetto: se si preferisce un rapporto più estremo tra schermo e corpo, il Mi A2 Lite è persino migliore, essendo quasi borderless e dotato del notch. Lo schermo è un IPS da 5,84″ con risoluzione 2280×1080; sul retro la configurazione è simile a quella del modello superiore, ovvero doppia fotocamera e sensore d’impronte digitali.

Il SoC in questo caso è lo Snapdragon 625, sempre octa-core ma con potenza inferiore rispetto al 660, ma sarà sufficiente ai principali compiti quotidiani richiesti ad uno smartphone. A seconda della variante scelta, la RAM è 3 o 4 GB, così come la memoria d’archiviazione da 32 o 64 GB (stavolta è però presente lo slot microSD, fino a 256 GB). La coppia fotografica posteriore si compone da un sensore da 12 Megapixel ed un altro da 5 MP, con apertura f/2,2 e modalità per il miglioramento degli scatti grazie all’uso dell’intelligenza artificiale. Il sensore da 5 Megapixel si rivede anche per la fotocamera anteriore. Essenziale la connettività, che prevede dual SIM, 4G LTE, Wi-FI 802.11n, Bluetooth 4.2 e GPS/GLONASS/Beidou. Tra i sensori menzionati nelle specifiche vi è pure quello ad infrarossi, utilizzato per sostituire all’occorrenza i tradizionali telecomandi di TV ed altri apparecchi. Generosa, infine, la batteria da 4.000 mAh, che promette fino a due giorni di autonomia.

Lo Xiaomi Mi A2 Lite presenta medesimo sistema operativo e tonalità dello smartphone maggiore, aderendo inoltre alla medesima iniziativa promozionale su Google Foto. Si parte da 189 € per la configurazione 3/32 per arrivare a 229,99 € con quella 4/64 GB.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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