Canon EOS R: ufficiale la Full Frame mirrorless e la linea di obiettivi RF

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Dopo anni in cui si chiedeva a gran voce l’ingresso delle due Signore delle reflex nel campo delle senza specchio, non è certamente un caso che queste si siano mosse quasi contemporaneamente. Nikon ha scelto la curiosa lettera Z per il nuovo corso, mentre Canon presenta oggi il sistema EOS R. Erre come Revolution, Rethink… ed anche in italiano si trovano parole chiave interessanti come Rinnovamento, visto che parlare di Rivoluzione può apparire esagerato dato il ritardo. Tuttavia è un passo così importante e per un produttore così di Rilievo che la data odierna verrà certamente Ricordata (r, r e ancora r). La fotocamera presentata oggi è una sola e, indovinate un po’, si chiama proprio EOS R. È lei stessa a dare il nome all’intera linea. L’abbiamo già ampiamente scrutata nei leak dei giorni scorsi, per cui questa immagine non vi dirà nulla di nuovo, ma è comunque un bel vedere.

L’esperienza delle storiche case giapponesi che equipaggiano i professionisti di tutto il mondo è evidente almeno per un particolare: l’impugnatura. La rivale “emergente” Sony – che in realtà è già emersa… e pure tanto – ancora oggi si propone con corpi dalla qualità indiscutibile ma indiscutibilmente scomodi per chi lavora per tante ore con obiettivi pesanti o anche solo con mani grandi. La EOS R è ben più piccola di una 5D ma è evidentemente strutturata per la massima ergonomia. Reingegnerizzato da zero, dice Canon, il sistema prevede l’utilizzo di obiettivi RF con nuovo innesto, sensibilità AF fino a -6 EV e velocità di 0.05 sec, un primato con sensori Full Frame. Nello specifico qui abbiamo un CMOS da 30,3 MP associato al processore d’immagine DIGIC 8 per sensibilità da 100 a 40.000 ISO e RAW a 14 bit in formato CR3. Data la presenza del Dual Pixel CMOS AF, tutta la superficie del sensore può essere usata per la messa a fuoco simil-rilevamento di fase, per un totale di 5655 punti. E sono ovviamente presenti gli ottimi metodi per l’inseguimento e riconoscimento dei volti.

Anche a livello di funzionalità vi sono diversi elementi innovativi, cose per le quali è impossibile esprimersi fin da ora visto che apportano cambiamenti al metodo di controllo. Lo schermo è completamente articolato, da 3,2″ con 2.1 milioni di punti e touchscreen, utilizzabile sia per il menu rapido che per le funzioni come il drag AF. Il mirino ha 3.69 milioni di punti ed un ingrandimento di 0,76x, allineandosi alla fascia alta della categoria. Particolare l’accensione con la ghiera a sinistra ma è soprattutto il TouchPad a rappresentare un elemento tutto da valutare. Questo si attiva con un tocco e può essere personalizzato, ad esempio per intervenire rapidamente sul metodo AF. Rimane invece meccanica la rotella superiore, vicino al pulsante di scatto, a cui se ne associa una posteriore (ma non intorno al D-Pad, stranamente per Canon) ed una terza sul barilotto degli obiettivi. In pratica si può avere un controllo manuale a 3 vie (tempo, iso e diaframma) diretto e semplice.

Se vi state chiedendo che fine abbia fatto la ghiera dei metodi, Canon ha cambiato anche quella. Si usa la rotella posteriore con passo meccanico, premendo prima il tasto centrale che attiva la selezione del modo, il cui risultato si vede nel display LCD superiore. Bisognerà verificare i tempi di reazione ma potrebbe essere abbastanza comodo e non più macchinoso rispetto alla ghiera serigrafata con i metodi PASM se consideriamo che ormai hanno tutte il pulsante di blocco/sblocco (che quindi richiede comunque un’azione prima o contemporanea alla rotazione)

La raffica raggiunge gli 8 fps e l’otturatore meccanico sale fino a 1/8000, mentre la sincronizzazione flash si ferma a 1/200. Sul fronte video abbiamo come massima impostazione il 3840 x 2160 @ 30p / 480 Mbps in MOV, ma è un peccato che in Full HD 180 Mbps ci si fermi a 60fps e per un minimo di slow motion a 120p si debba scendere alla risoluzione HD. Audio stereo integrato e porta per il microfono sono presenti all’appello, mentre è assente l’uscita per le cuffie. Molto interessante la possibilità di registrare in Canon Log internamente (era ora!) ma limitati ad un 8-bit 4:2:0, mentre via HDMI si può salire a 10-bit 4:2:2. Il supporto per le schede SD comprende le più recenti UHS-II ma anche Canon (così come Nikon) ci propone un corpo a singolo slot. E qui ci sta un “Mah!”. L’autonomia di 370 scatti con la batteria LP-E6N è un po’ quel che si poteva aspettare, lasciando a Sony il primato con la sua ultima A7 III.

Non possono mancare Wi-Fi e Bluetooth con controllo remoto, nonché la recente connessione USB-C 3.1 e un battery grip dedicato, tropicalizzato come il corpo. EOS RF è la sigla dei nuovi obiettivi, fermo restando la possibilità di utilizzare tutti gli EOS EF con gli adattatori progettati dalla stessa Canon. Il più gettonato sarà certamente il 24-105mm f4L IS USM (1259€), che fa anche parte del kit di lancio mentre il solo corpo costerà 2629€ con disponibilità da ottobre. È davvero incredibile quanto siano riusciti a miniaturizzare questo obiettivo rispetto quello EF, ma il sistema con un tiraggio di 20 mm ed un innesto largo 54 mm prevede già altre lenti fin da principio. Gli adattatori sono ben tre, tutti compatibili anche con le EF-S con crop APS-C:

  1. EF-EOS R ($99.99, disponibile da ottobre)
  2. Control Ring Mount Adapter EF-EOS R ($199.99, disponibile da ottobre)
  3. Drop-in Filter Mount Adapter EF-EOS R ($299.99 con Polarizzatore Circolare, $399.99 con ND variabile integrato che arriverà a marzo!)

Il secondo replica la “Control Ring” che manca agli obiettivi per reflex, così da poterli utilizzare al pari dei nuovi RF. Altre lente molto valida presentata oggi si chiama RF 28-70mm F2L USM (3429€), più ingombrante di quella del kit e con escursione ridotta ma con un interessantissima apertura costante di F2 che farà felici i professionisti. A completare il quadro di partenza abbiamo il piccolo RF 35mm F1.8 Macro IS STM (579€) e il top di gamma: RF 50mm F1.2L USM (2629€).

Da notare che Canon, a differenza di Nikon, ha deciso di non puntare alla stabilizzazione sul sensore, mantenendo lo stesso approccio utilizzato da sempre in ambito reflex con il sistema IS sugli obiettivi. L’assenza del doppio slot di memoria e, se vogliamo, anche l’autonomia non eccelsa, sono elementi di possibile criticità primaria, mentre sul campo video se ne potrebbero elencare altri. Tuttavia la EOS R c’è, si potrebbe dire, è già questo è tanto vista la lunghissima attesa. Un primo giudizio potremo darlo verso la fine dell’anno, ma ci vorrà più tempo per capire se il progetto sia sostanzialmente indovinato e come i fotografi lo accoglieranno.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.