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Apple ha influenzato più volte il mercato degli smartphone con l’iPhone, implementando in ogni generazione delle novità che poi abbiamo rivisto nei prodotti Android. Certo non tutti gradiscono il notch, ma sta di fatto che il numero di terminali che ne sono provvisti aumenta a dismisura, anche al di fuori della fascia alta. E questo è uno degli esempi più recenti. C’è però una funzionalità che non è mai decollata davvero, nonostante gli sforzi di Apple. Mi riferisco al 3D Touch.

Arrivato in pompa magna con l’iPhone 6s nel 2015, dopo aver fatto la sua prima comparsa su MacBook ed Apple Watch col nome di Force Touch, il sistema di opzioni contestuali in base al rilevamento della pressione esercitata sullo schermo ha conosciuto un buon momento iniziale, portando alcuni altri OEM (come Huawei) ad implementare soluzioni analoghe. Si è trattata tuttavia di quella che potremmo definire un’infatuazione: alla fine il 3D Touch è rimasto un’esclusiva Apple, col resto del settore che ha preferito concentrarsi su altre caratteristiche rilevando la pressione in modi differenti – vedasi Galaxy Note ed S-Pen.

Anche nella stessa Apple, però, la diffusione del 3D Touch è tutt’altro che universale. A distanza di tre anni non è arrivato negli iPad né sembra essere destinato ad arrivare, favorendo il semplice tap prolungato per replicare almeno parte delle funzionalità che su iPhone 6s/7/8/X richiedono una pressione decisa e sfruttando piuttosto il sistema di rilevamento a sostegno della Apple Pencil. In aggiunta, persino tra gli stessi iPhone ci sono distinzioni: è ancora commercializzato SE che è privo di 3D Touch e, in base ai rumor, anche il prossimo modello low-cost da 6,1″ ne sarà sprovvisto. Un’incoerenza interna che non contribuisce certamente né allo sviluppo né tantomeno ad un outlook positivo sul futuro di tale tecnologia.

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Tuttavia, quando qualche giorno fa ho letto l’analisi di Barclays che prevede il 3D Touch fuorigioco dal 2019, inizialmente sono rimasto scettico proprio come Elio. A che scopo allora mantenere tale feature sugli iPhone XS d’imminente uscita se è considerata in via di estinzione? Tanto varrebbe rimuoverla già da quest’anno. Ripensandoci più attentamente e a mente fredda, trovo invece motivi ed indizi che fanno acquistare senso alla previsione di Barclays.

La rimozione del 3D Touch – così come la sua “disattivazione” – dal punto di vista hardware non è certamente un problema, lo è invece su quello software: le funzionalità associate a tale metodo dovranno prima essere rimodellate per funzionare senza, agendo sulla base di un input diverso, come la lunga pressione o un altro gesto. Un lavoro che non si effettua in un giorno e che non rappresenta la priorità assoluta per una release, ovvero iOS 12, dove invece è l’ottimizzazione a fare da padrona. Il potenziale ruolo di 3D Touch killer si presta più ad iOS 13, che secondo le indiscrezioni di Mark Gurman andrà ad impattare profondamente diverse aree del sistema, inclusa la schermata Home. Nell’attesa, Apple non può certamente permettersi una riduzione funzionale anche solo temporanea, motivo per cui gli iPhone XS necessitano di mantenere il 3D Touch.

Ciò non esclude che nel frattempo Apple non si stia preparando all’eventualità. Alla chetichella, l’importanza del 3D Touch si sta riducendo sin da iOS 11. Pensiamo innanzitutto al Centro di Controllo rinnovato lo scorso anno. Tutte le opzioni secondarie richiamabili “con la forza” si ottengono pure con un tap prolungato, dando quindi a tutti i dispositivi un’esperienza d’uso uniforme. Altri esempi del genere si stanno osservando in iOS 12, come nel caso della rimozione totale delle notifiche. Il pulsante la cui comparsa era prima esclusiva del 3D Touch con una pressione decisa adesso compare tenendo premuto circa un secondo sulla X del Centro Notifiche. A testimonianza di ciò, lo screenshot soprastante proviene dal mio iPhone SE. Ma non è l’unico caso: anche il trackpad virtuale è ora totalmente indipendente dal rilevamento della pressione pure su iPhone, come già lo era su iPad, e richiamabile con un tap prolungato sul tasto Spazio della tastiera.

L’impressione che ne consegue è di una transizione morbida ed organizzata per gli utenti ad un mondo senza la necessità del 3D Touch, che culminerà a giugno 2019 con la schermata Home rivisitata per la prima volta in tanti anni. Un’eventualità su cui certi personaggi di spicco nel mondo Apple, tra cui Steve Troughton-Smith, nutrono forti perplessità. Stavolta però non mi sento d’accordo col suo pessimismo: nel mondo Android, a partire dalla versione 7.1 menu contestuali e scorciatoie in stile 3D Touch agiscono basandosi sul tap prolungato senza causare interferenze alle altre funzionalità, come lo spostamento delle icone. Più in generale, poi, se c’è un rinnovamento in arrivo il cambiamento di abitudini acquisite è da considerarsi fisiologico, pertanto non rimarrei sbalordito se iOS 13 per la rimozione della app abbandonasse le icone tremolanti (un ultimo baluardo di skeumorfismo, lo possiamo dire?) e la X a favore del trascinamento verso un’apposita area posta nella parte alta dello schermo proprio come avviene negli ultimi rilasci di Android.

Il 3D Touch potrebbe dunque considerarsi con buone probabilità una “dead feature walking”, mantenuta per senso del dovere in attesa del congedo finale. Innegabilmente ci saranno vari estimatori che ne piangeranno la scomparsa e magari troveranno i rimpiazzi non altrettanto comodi, almeno all’inizio. Ma presumo pure ci saranno molti altri che apprezzeranno la maggiore coerenza nell’esperienza d’uso in contesti che alternano più iDevice tra loro. Poteva fare di più Apple per salvare il 3D Touch? Forse sì, forse no. L’azienda di Cupertino non alza facilmente bandiera bianca e se ritiene d’essere in ragione su una determinata caratteristica continua a svilupparla e promuoverla fino al successo. Ma qui il salto di qualità – leggasi approdo su iPad – non sembra essere destinato a compiersi, vuoi per difficoltà produttive vuoi per costi. Più in generale, poi, l’utenza e l’intero settore non hanno ritenuto di fondamentale utilità questa tecnologia al punto da investirci. Anche Apple potrebbe averlo capito, acconsentendo quindi che la selezione naturale messa in atto dal mercato faccia presto il suo corso sul 3D Touch, magari in favore di altre funzionalità più promettenti.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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