LCD vs OLED: cosa cambia nello schermo di iPhone Xr rispetto all’iPhone Xs

Un po’ a sorpresa, soprattutto per noi stessi, ieri sera ci siamo ritrovati al volo con Luca per registrare il SaggioPodcast, che era fermo da oltre 100 giorni. Durante la chiacchierata a tema evento Apple di settembre è venuto fuori uno dei discorsi ricorrenti relativi all’iPhone Xr, ovvero le “carenze del display”. Non soltanto si tratta di tecnologia IPS/LCD invece di quella OLED dei modelli top – ci dicono i detrattori – ma ha anche una densità di pixel inferiore, pari addirittura a quella dell’iPhone 4 del 2010… quindi ben otto anni fa! Tutto vero, ma parlando con Luca mi sono reso conto che non tutti conoscono la differenza tecnologica tra questi due schermi, per cui esprimono dei giudizi sulla base di informazioni potenzialmente errate o incomplete.

Prima di ogni cosa mettiamo la storia nella giusta prospettiva: la densità di pixel per pollice che in casa Apple viene considerata degna del nome “Retina” sugli smartphone è di 326 ppi. Era così per l’iPhone 4, è vero, ma lo è ancora oggi senza variazioni di sorta, basti pensare che viene utilizzata per l’iPhone 8 (che era tra i dispositivi più recenti fino a due giorni fa). A parole possiamo dire quel che vogliamo, c’è chi sostiene di vedere la differenza di nitidezza tra il vecchio l’iPhone da 4,7″ e quello da 5,5″ (che con un pannello Full HD sale a 401 ppi) ma i dati oggettivi ci dicono che è praticamente impossibile. Non vi dico di fidarmi delle mie parole, non è una sensazione buttata lì per fare scena, sono i test di laboratorio ad affermarlo. L’autorevole DisplayMate ci dice infatti che con questa densità – misurata specificatamente sull’iPhone 7 ma che vale uguale per l’8 e Xr – i pixel non si distinguono neanche avendo un visus di 20/20, aggiungendo che il “Display normally appears Perfectly Sharp”. Ma c’è un altro aspetto fondamentale da tenere a mente, ovvero la differenza nelle matrice utilizzata sui pannelli LCD e su quelli OLED.

Nel primo caso, e con riferimento all’iPhone Xr, la risoluzione è di 1792 x 828 pixel, ognuno dei quali è costituito da tre sub-pixel RGB: rosso, verde, blu. Questi sono letteralmente “appiccicati” in gruppi di tre ed impossibili da vedere ad occhio nudo perché si fondono in un unico quadratino luminoso che ci apparirà del colore generato dalla sintesi additiva dei 3 primari. Quindi, 1 sub-pixel per ogni componente significa 1,48 milioni di sub-pixel (1792 x 828) che moltiplicato per 3 fa 4,46 milioni di “punti”. Questa è la vera risoluzione dell’iPhone Xr. Lo schermo OLED degli iPhone X ed Xs ha una densità di 2436 x 1125 pixel, realizzati con una matrice differente, definita Diamond Pixel Pentile. In questo caso il pixel non è più perfettamente quadrato e i sub-pixel blu e rossi vengono condivisi con i pixel adiacenti, DisplayMate ha testato anche questo. Ovviamente l’unità più piccola rimane il sub-pixel, che non può avere illuminazione diversa nelle sue due metà, per cui la rappresentazione non sarà precisa come nel caso della matrice RGB, in cui ogni elemento è dedicato al suo specifico pixel (con la tolleranza dovuta al posizionamento sequenziale). Tradotto in soldoni, lo schermo dell’iPhone Xs ha circa 1,37 milioni di sub-pixel rossi e 1,37 blu, mentre solo i verdi sono 2,74. In totale abbiamo dunque 1/3 in meno di punti (ovvero 2/6) rispetto a quelli che si avrebbero con la matrice RGB completa, ovvero 5,48. Questo è il dato “reale” che ci può far capire la differenza e che va comparato ai 4,46 milioni di punti dell’Xr. Vero è che questo ha anche una diagonale maggiore di 0,3″, quindi 7,6mm in più, per cui le due misure vanno adeguatamente allineate per un confronto diretto:

  • iPhone Xr 6,1″ / 4,46 milioni di punti / 326 ppi reali
  • iPhone Xs 5,8″ / 5,48 milioni di punti / 368 ppi reali

Non sembra più così marcata la differenza, vero? È chiaro che lo schermo dell’Xs è comunque più definito e che l’OLED abbia dei vantaggi aggiuntivi in termini di contrasto – dato che il nero è assoluto e la luminosità massima è uguale per entrambi gli schermi – ma quel che mi interessava sottolineare sono le differenze tecnologiche e che, a conti fatti, neanche con 20/20 di visus è possibile percepire la differenza in termini di nitidezza.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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