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Ha vissuto anni migliori di questo, Intel. Le vicende Spectre/Meltdown, altri bug correlati, i problemi nel passaggio a processi produttivi più ridotti, l’intensificarsi della concorrenza da parte di AMD e le schermaglie legali indirette con Qualcomm stanno rendendo complicati i sonni del colosso dei chip. Al di là di ciò, Intel resta leader per quel che riguarda le CPU desktop, sia in termini di vendite sia di “forza bruta”, ed oggi ha voluto darne nuovamente dimostrazione.

Le difficoltà produttive si riflettono tuttavia anche sulla nona generazione appena presentata: si tratta di un Refresh di Coffee Lake, che a sua volta è un derivato di Kaby Lake Refresh, Kaby Lake e Skylake. Come i prodotti che andrà gradualmente a sostituire, il processo rimane a 14 nanometri. Se l’architettura di base non è stata stravolta, ci sono comunque alcuni aggiornamenti significativi. Per la prima volta da parte di Intel arrivano gli octa-core nella fascia consumer, attraverso il Core i9 9900K: anche se non si tratta di un modello economico, è molto lontano dai prezzi dei modelli più estremi, su cui sinora a Santa Clara si è spinto in termini di core. A conseguenza di ciò sono stati apportati altri cambiamenti tecnico-commerciali, di cui faremo menzione fra poco. Un’altra novità di rilievo è la nuova costruzione STIM, acronimo di Solder Thermal Interface Material, che prevede particolari saldature tra l’heat spreader e il processore sottostante, di cui è a tutti gli effetti l’involucro; ciò permetterà già alla base una migliore dissipazione del calore, raggiungendo con più facilità frequenze operative maggiori. STIM metterà di fatto termine alla cosiddetta pratica del delidding, che consisteva nella rimozione dell’heat spreader per sostituire la pasta termica applicata al processore con una più efficiente.

Veniamo adesso ai tre modelli annunciati, tutti col suffisso K che indica le CPU dotate di moltiplicatore sbloccato, ideali per l’overclock. Iniziamo dal già citato Core i9 9900K, la punta di diamante della nona generazione comprensiva di 8 core e 16 thread attraverso la consueta configurazione HyperThreading. La frequenza base è di 3,6 GHz, che salgono sino a 5 in modalità Turbo. Troviamo inoltre 16 MB di cache L3, 2 MB per ogni core. Sono supportate memorie DDR4 2666 in dual-channel ed è presente la medesima UHD Graphics 630 integrata dei precedenti modelli. Il Thermal Design Power previsto per il 9900K, così come degli altri due modelli di cui stiamo per parlare, è 95 W. Il Core i7 9700K, un gradino sotto, presenta soprattutto novità commerciali: l’HyperThreading diventa esclusiva degli i9, ritrovando qui dunque un octa-core puro. Anche a livello di cache L3 viene fatta qualche concessione alla variante maggiore, fermandosi qui a quota 12 MB ovvero 1,5 MB per core. Il clock base è anche qui 3,6 GHz, arrivando fino a 4,9 in Turbo. Infine, ecco il Core i5 9600K, a 6 core. Qui scendono le frequenze, 3,7/4,6 GHz e la cache massima, 9 MB. I prezzi sono $488 per i9, $374 per i7 e $262 per i5. L’entrata in commercio è prevista a partire dal 19 ottobre.

Le nuove CPU sopra descritte potranno essere installate sia nelle nuove schede madri con chipset Z390 sia in quelle col predecessore Z370, previo aggiornamento BIOS/UEFI; il socket è lo stesso. Parlando a proposito dello Z390, tra le novità maggiori si segnalano il supporto ad un massimo di 6 porte USB 3.1 a 10 Gbps, alle schede di memoria SDXC e la presenza di un modulo Wi-Fi 802.11ac, pardon, 5 integrato.

Ci sono però novità pure per le fascie Enthusiast e Workstation. La serie X introduce 7 nuove CPU con l’architettura Basin Falls, altrimenti nota come Skylake-X Refresh: anche in questo caso non troviamo rivoluzioni, bensì ritocchi al fine di aumentare numero di core e prestazioni spremendo quanto più il processo produttivo esistente. Tutte le proposte hanno ora un TDP massimo di 165 W, al contrario di quanto vanno a sostituire dove erano presenti pure delle configurazioni da 140 W. Analogamente, è stata rimossa la distinzione all’interno della gamma in termini di linee PCI Express: ora sono 44 anche sul modello più economico. Proprio come in Coffee Lake Refresh, pure qui ritroviamo la struttura STIM per favorire una migliore dissipazione. Tutti i modelli dispongono di HyperThreading e supporto RAM quad-channel DDR4 2666. Si va da un range da 8 a 18 core, come da elenco sottostante con relativi prezzi:

  • Core i9 9980XE – 18 core e 36 thread, 3 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 1,375 MB di cache L3 per singolo core pari a 24,75 MB totali – $1979
  • Core i9 9960X – 16 core e 32 thread, 3,1 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 1,375 MB di cache L3 per singolo core pari a 22 MB totali – $1684
  • Core i9 9940X – 14 core e 28 thread, 3,3 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 1,375 MB di cache L3 per singolo core pari a 19,25 MB totali – $1387
  • Core i9 9920X – 12 core e 24 thread, 3,5 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 1,604 MB di cache L3 per singolo core pari a 19,25 MB totali – $1189
  • Core i9 9900X – 10 core e 20 thread, 3,5 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 1,925 MB di cache L3 per singolo core pari a 19,25 MB totali – $989
  • Core i9 9820X – 10 core e 20 thread, 3,3 GHz frequenza base e 4,2 GHz massimi Turbo, 1,65 MB di cache L3 per singolo core pari a 16,5 MB totali – $889
  • Core i7 9800X – 8 core e 16 thread, 3,8 GHz frequenza base e 4,5 GHz massimi Turbo, 2,031 MB di cache L3 per singolo core pari a 16,5 MB totali – $589

Processori senz’altro dai costi elevati, ma che si rivolgono a chi non vuole alcun compromesso in termini di prestazioni e che vanno a scontrarsi frontalmente con la serie Ryzen Threadripper di AMD, ravvivando l’eterna sfida tra le due rivali. Socket LGA2066 e chipset X299 rimangono gli stessi dei predecessori, consentendo così l’utilizzo delle schede madri già esistenti previo aggiornamento BIOS/UEFI. I nuovi Core X entreranno in commercio nel corso delle prossime settimane, anche se una data precisa non è stata ancora comunicata da Intel.

Se però non basta quanto soprammenzionato, ci penserà l’ultima CPU presentata oggi a soddisfare anche gli appetiti più esigenti. Lo Xeon da 28 core promesso alcuni mesi fa è pronto al debutto: si tratta del W-3175X, basato su architettura Skylake/Cascade Lake e dotato di 56 thread grazie all’HyperThreading, 3,1 GHz di frequenza base che salgono a 4,3 GHz massimi in Turbo, 38,5 MB complessivi di cache L3 e supporto alle configurazioni di memoria DDR4 266 six-channel. Un’autentica bestia, che richiede tuttavia schede madri dedicate con socket altrettanto dedicato, LGA3647 solitamente utilizzato per i processori server. Al momento non è noto il prezzo di questo Xeon, ma non ci sarà da stupirsi se andrà ad abbattere persino quota $3000.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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