Nelle prove di AnandTech le prestazioni dell’A12 Bionic battono persino le stime di Apple

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Quanto sarebbe bello se le dichiarazioni dei produttori corrispondessero sempre effettivamente alla realtà. Peccato avvenga tutto sommato poche volte. Ancor più bello è però in quei casi dove addirittura la realtà supera le aspettative ufficiali, come nel caso dell’A12 Bionic. AnandTech ha messo sotto torchio il nuovo SoC nella sua recensione estremamente tecnica degli iPhone XS, ottenendo risultati sbalorditivi quasi in ogni ambito.

Come la stessa Apple ha in sostanza affermato, A12 Bionic è un’evoluzione dell’A11 e non una rivoluzione, considerati gli importanti cambiamenti nell’architettura già avvenuti nel 2017. Al di là delle novità più in superficie, ovvero il processo produttivo a 7 nanometri targato TSMC e il Neural Engine a 8 core, ci sono numerosi piccoli e grandi tocchi che rendono questa generazione sorprendentemente importante. Il numero di core è rimasto il medesimo, 2 ad alte prestazioni denominati “Vortex” ed altri 4 “Tempest” più parsimoniosi dal punto di vista energetico, in grado di operare anche tutti insieme quando necessario. Le frequenze non hanno fatto grandi cambiamenti, con picchi in single-core di 2,5 GHz per i nuclei maggiori ed anzi lievi decrementi su quelli minori. A pieno regime il SoC eroga 2,38 GHz su entrambi i “Vortex” e 1,54 sul quartetto “Tempest”, contro i 2,08 + 1,59 GHz del predecessore.

È la cache ad aver ricevuto cambiamenti rilevanti. Quella di sistema è ora suddivisa in 4 porzioni e raddoppia a quota 8 MB; similmente, la cache L1 dei core maggiori è passata a 128 KB cadauno, mantenendo sui core minori i 32 KB già visti su A11. Sulla cache di tipo L2, sono invece i “Tempest” a godere di un raddoppio, portandosi a quota 2 MB; i “Vortex” mantengono gli 8 del precedente modello. Più in generale, le migliorie strutturali apportate alla L2 permettono latenze inferiori per l’accesso ai dati in essa contenuti e ciò ha netti benefici sull’operato globale della CPU. Progressi che vengono testimoniati tanto dal sofisticato benchmark standardizzato SPEC2006 quanto da quelli più comuni, ottenendo in determinati frangenti risultati che arrivano al +40% rispetto all’A11 Bionic, contro le stesse stime di Apple che si fermano al +15%. Il confronto coi SoC di Qualcomm e Samsung presenta di fatto quasi sempre risultati bulgari a favore del chip di Cupertino. Tante prestazioni in più che, sottolinea AnandTech, si coniugano ad un’alta efficienza energetica.

Anche lato GPU si trovano numerosi lati positivi, ma non mancano tuttavia alcune pecche. Il design del comparto grafico, sebbene Apple già dal precedente SoC dica sia sviluppato in casa, presenta ancora delle parentele coi PowerVR di Imagination Technologies, comunque in diminuzione. Oltre al quarto core aggiunto, la compressione della memoria framebuffer tra la GPU e la RAM principale è il maggiore cambiamento occorso all’interno dell’A12 su questo piano. Anche in questo caso parliamo di prestazioni di tutto rispetto, battendo spesso i prodotti rivali, ma nondimeno è stato notato un comportamento discutibile, per quanto dotato di logica, nella gestione dei carichi di elaborazione. Al contrario del passato, le GPU vengono chiamate spesso a svolgere anche brevi ma intensi compiti di tipo non grafico, coadiuvando i processori centrali. In conseguenza di ciò, Apple ha prediletto il raggiungimento immediato delle prestazioni di picco piuttosto che i carichi prolungati. Il risultato è che la GPU chiamata in azione “a freddo” su lunghe operazioni ad elevata intensità come i benchmark richiedono un apporto energetico superiore a quanto il dispositivo può effettivamente offrire, mandando tali operazioni in blocco. Occorre creare un minimo di stress al SoC affinché entrino in gioco i meccanismi di throttling che sacrificano leggermente la forza bruta a favore della resistenza. Un’altra controindicazione del comportamento aggressivo iniziale è dal punto di vista tecnico, con alcuni riscaldamenti evitabili durante le sessioni di gioco.

Nel concludere la sua recensione, AnandTech definisce l’A12 Bionic è un mostro, e come dare loro torto alla luce dei numeri che presentano. Come da tradizione rappresenta un approfondimento ricco, che per gli addetti ai lavori sarà una lettura davvero interessante. Non si può dire nemmeno che possa trattarsi di una recensione a completo favore di Apple, dato che l’autore ammette espressamente che la sua preferenza nell’uso quotidiano va ad Android. L’ultimo SoC della mela viene definito vicinissimo persino alle migliori CPU di classe desktop, specialmente nei contesti di tipo single-thread, e di per sé allo stato attuale potrebbe già battere le soluzioni Intel Skylake, un risultato impensabile sino a poco tempo fa per qualsiasi processore basato su ARM. È giunto davvero il momento di mettere gli Ax alla prova sui Mac? Probabilmente non ancora, ma quel momento sembra approssimarsi sempre più.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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