Phil Schiller, lo zar del marketing Apple, dice la sua su iPhone XR

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Non è il top della gamma iPhone ma è di fatto il più atteso. Ci riferiamo ad iPhone XR, che rappresenta un’interessante proposta per rapporto qualità/prezzo da parte di Apple, coadiuvato anche dalla serie XS che si è concentrata sulla fascia più estrema di mercato e non ha spinto troppo l’acceleratore sulle migliorie. Come abbiamo già avuto modo di osservare in altre riflessioni, il modello XR non comporta poi così tante rinunce, mantenendo gran parte delle caratteristiche dei prodotti superiori. A preordini già avviati e con le vendite a pochissimi giorni di distanza, Engadget ha effettuato una chiacchierata con Phil Schiller, SVP del Marketing Apple, per carpire maggiori sottigliezze su questo nuovo iPhone.

La prima domanda va a soddisfare, o forse no, una curiosità che molti avevano. Il suffisso XR non cela particolari significati dietro: più che altro, sarebbe un omaggio ad una delle maggiori passioni di Schiller, ovvero le auto. Spesso i veicoli con le motorizzazioni più potenti e sportive vengono identificati proprio con le lettere R e S, cosa che Apple ha voluto apparentemente replicare per gli smartphone. Comprensibile sia difficile credere ed eventualmente concordare con questa visione, ma è comunque quanto di più vicino ad una spiegazione ufficiale.

L’intervista prosegue poi analizzando più nel dettaglio la ragione dietro XR. Sostanzialmente è una conferma di ciò che già nelle nostre riflessioni esprimevamo: ha l’obiettivo di rendere le principali migliorie delle nuove serie borderless accessibili ad una fascia più ampia di potenziali utenti, assicurandosi di farli sentire quanto più possibile cittadini di Serie A, un’impressione che non si avvertì anni fa con gli iPhone 5c, di cui i nuovi sono in parte i successori spirituali. Anche la scelta delle dimensioni da 6,1″ è stata pensata a tavolino per appetire quanta più clientela possibile, incontrandosi pressoché a metà strada tra i 5,8″ di X/XS e i 6,5″ di XS Max.

A proposito del display, Schiller interviene sulla questione che ha creato più discussioni, ovvero la risoluzione. Si poteva probabilmente fare di più, ma non ha tutti i torti nel sostenere che più che i numeri conta la bontà della visione e se la risoluzione Retina è sufficiente a non permettere di vedere i singoli pixel ad occhio nudo, a meno di non “incollarsi” il telefono al volto, allora l’obiettivo di una qualità ottimale può ritenersi centrato. Sulle rumoreggiate difficoltà produttive che hanno ritardato l’uscita di XR un mese dopo i modelli maggiori, Phil preferisce limitarsi a dire che ora il dispositivo è pronto. Se i problemi in produzione siano stati effettivi oppure si sia trattata di una scelta voluta per non rubare la scena agli iPhone XS non lo sapremo mai con certezza assoluta. È probabile tuttavia che la verità stia nel mezzo.

Infine, incalzato riguardo alle proposte concorrenti dal mondo Android che spesso hanno prezzi inferiori, Schiller non dimostra preoccupazioni. Non sente nemmeno la necessità di includere iPhone XR in una specifica fascia del mercato, anche se tecnicamente resta proiettato in quella alta. Se saprà convertire agli smartphone di Cupertino anche una fetta d’utenza che prima non li considerava, o riuscirà a dare un sostanzioso upgrade non eccessivamente oneroso a chi proviene da un vecchio modello, allora Apple avrà raggiunto il suo scopo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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