Recensione: iPhone XS e XS Max

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Qualche giorno fa ho posto una domanda sul nostro Instagram: cosa mancava (o manca) all’iPhone X 2017? Io avevo la mia risposta in mente e non c’è voluto molto prima che un utente la centrasse in pieno: la versione X Plus che mi ha “costretto” ad acquistare XS Max quest’anno. Con questo non voglio suggerire l’idea che fosse un prodotto perfetto, dopotutto la lista di contro nella mia recensione dello scorso anno era piuttosto lunga e mi sento di confermarla anche oggi. Anzi, col tempo ho sentito la mancanza pure di altre cose lato software che non sono arrivate con iOS 12, tra cui l’always-on display per avere ora e notifiche visibili in stand-by con sfondo nero, cioè “spento” sfruttando i vantaggi degli schermi OLED.

Sarebbe bello avere una modalità alway-on display con info utili in stand-by

Da utilizzatore della prima ora di iPhone X, devo ammettere che nell’anno trascorso insieme si è dimostrato un ottimo dispositivo, sia per il lavoro che lo svago. La potenza certo non gli manca, il gruppo fotocamere è molto buono e il display una vera goduria. Il notch non sarà mai “bello” ma – per il momento – è un espediente necessario e si dimentica in fretta, tranne che nella visione di video in 16:9 (per cui la mia proposta della full-safe-area rimane in piedi). Peccati minori a parte, tra cui includo una durata della batteria sufficiente ma non “perfetta”, l’unica vera carenza che ho avvertito è stata la dimensione dello schermo. Nel rivoluzionare i tratti estetici e funzionali del proprio smartphone, Apple ha deciso di proporre una sola taglia nel 2017, che corrisponde sostanzialmente alla variante piccola dell’iPhone. Nel corso degli anni, però, la mia preferenza si è progressivamente spostata sui Plus. Sono decisamente più scomodi da maneggiare e trasportare ma infinitamente più utili se si scrive e si legge tanto, nonché per la fruizione di contenuti video e persino per le saltuarie sessioni con terminale remoto ed altri strumenti “pro”. Sarà anche l’età che avanza e la vista sempre meno acuta, ma avendo un secondo numero ho deciso di continuare ad utilizzare il precedente Plus in accoppiata al X, ottenendo da questo maggiore soddisfazione in tanti casi come quelli sopra descritti. Superato il breve periodo di transizione, in cui sono stati mantenuti ed aggiornati anche gli iPhone “vecchio tipo”, per fortuna Apple si è decisa ad allargare la famiglia X includendo due varianti più grandi.

Quella arrivata a fine 2018 è una generazione S, in cui non si cambia pelle ma vengono migliorati i componenti interni. Così è stato finora nella tradizione stabilita a Cupertino. In alcuni casi le versioni S dell’iPhone hanno apportato comunque novità rilevanti – basti pensare al Touch ID del 5S – ma mai come in questo caso Apple si è tenuta da parte una carta davvero importante da giocare in futuro, escludendo dalla lineup 2017 la versione più grande del suo smartphone di punta, quella che per altro risulta essere sempre più richiesta dagli utenti.

Si chiamava Plus nelle precedenti generazioni, stando ad indicare alcuni vantaggi hardware che includevano non solo lo schermo grande ma anche la batteria, la RAM e soprattutto la doppia fotocamera (sempre più ambita ed apprezzata). Il suffisso cambia con gli iPhone XS e diventa Max: ora che anche il piccolo ha la doppia fotocamera e lo stesso quantitativo di memoria RAM (4 GB), le dimensioni maggiorate rimangono la principale distinzione, insieme alla batteria. Il nome sarà stato modificato anche per la voglia di presentarsi con un’ulteriore novità, ma il punto di svolta è che finalmente è stato superato quel fastidioso limite per cui gli utenti che preferivano lo smartphone compatto dovevano perdersi delle funzioni. Buone notizie per loro, dunque, così come per gli orfani del Plus: l’iPhone XS Max ha praticamente la stessa superficie ma uno schermo da 6,5” con cornici molto ridotte.

Molto interessante anche la variante XR, che è un po’ l’erede spirituale del 5C ma con maggiori frecce al suo arco. Schermo più grande di XS (6,1” contro 5,8”), stesso SoC, stessa fotocamera grandangolare migliorata (gli manca il tele), nuovi colori e prezzo inferiore di 300€, il tutto con rinunce che a molti utenti potrebbero dispiacere poco o nulla. Ne ho parlato più approfonditamente in un articolo, ma tra qualche giorno potremo provarlo dal vivo e dirvi qualcosa di più.

La dimensione dei contenuti tra Plus e Max è la stessa perché definita dalla larghezza

Questa recensione è dedicata principalmente al XS Max, l’unico che può avere senso acquistare per chi arriva dal X come me. Tuttavia vale al 100% anche per chi è interessato al XS, magari perché ha un iPhone 8 o precedente. Come ho avuto modo di anticipare, infatti, quest’anno le due taglie sono praticamente identiche dal punto di vista funzionale e le differenze di ergonomia e schermo dovute alla dimensione sono quelle che ugualmente intercorrono con iPhone X, che già conosciamo bene. Sono lontani i tempi in cui ci stampavamo le “formine” del 6 Plus su carta per avere un’idea di quanto fosse effettivamente grande: passati 4 anni ed altrettante versioni dell’iPhone “più grande”, ormai tutti abbiamo avuto modo di vederlo dal vivo e di decidere se ci piace o meno. Il giudizio è personale ma non deve necessariamente essere statico: le esigenze cambiano così come i gusti e molti di quelli che inizialmente preferivano gli smartphone piccoli oggi reputano il Plus un compagno inseparabile. Io sono tra questi e vi dico subito che dopo poche ore con XS Max non tornerei più indietro.

La vista posteriore del modello Max confrontato con quello più piccolo

Display

Gli schermi dei due iPhone XS hanno medesima densità di pixel per pollice (458ppi) e la stessa tecnologia OLED con Diamond Pixel Pentile che ho descritto in passato. Sulla carta sembrano molto più risoluti degli iPhone con schermo IPS, dove i “ppi” sono 401 per i Plus e 326 su tutti gli altri – XR incluso – ma la matrice utilizzata (con parziale condivisione dei sub-pixel) porta la risoluzione effettiva più vicina – non identica – a quella di un 368 ppi IPS.

Sarò sincero: superata la soglia dei 326 è davvero difficile per me notare queste differenze nell’uso. Quando mi capita di guardare lo smartphone la notte tardi o la mattina presto e sono senza occhiali, lo avvicino davvero molto per poter leggere e comunque non vedo sgranature. Sui vecchi modelli Plus ho l’impressione che i testi microscopici siano un po’ più nitidi appiccicandosi allo schermo, ma rimangono condizioni d’uso limite che non dovrebbero incidere sulla valutazione, salvo in casi particolari d’uso o in presenza di ipovisione. Ciò che davvero differenzia l’OLED per l’utente è il suo nero assoluto, dovuto all’illuminazione punto per punto. L’effetto è decisamente più bello rispetto quello degli IPS, ma non è un qualcosa che si avverte costantemente. Io lo vedo in particolare con forte luce, perché essendo il nero realmente nero aumenta in modo esponenziale il contrasto, rendendo più leggibile il display anche se siamo sotto il sole. Se ne apprezza la resa anche al buio, dove non si vede quella specie di grigio scuro riprodotto degli IPS al posto del nero. In tutte le condizioni intermedie, la cui tipica è rappresentata dall’uso in interni con luce mista-artificiale in sufficiente quantità, che lo schermo sia un IPS o un OLED non cambia chissà cosa. Anzi, i buoni IPS (e quelli usati da Apple lo sono) hanno pure i loro vantaggi: bianco più pieno e squillante, minore variazione cromatica inclinando lo schermo.

La tastiera sugli iPhone X è sopraelevata per migliorarne l’ergonomia

Nel passaggio dal formato 16:9 dei precedenti iPhone a quello 19.5:9 degli attuali X, Apple ha modificato parecchio la UI. È stata una necessità, in parte, poiché il notch copre un’area della barra di stato ed ha costretto a razionalizzare le informazioni visibili, escludendone pure alcune utili (penso ad esempio alla percentuale di batteria, ma anche all’icona della VPN che ora appare e scompare subito). Lo spazio in più in verticale non è stato sempre utilizzato per aumentare la quantità di contenuti ma ha consentito di rendere prima di tutto l’interfaccia più ariosa e gradevole. Tutto questo lo abbiamo già visto l’anno scorso con X e rimane assolutamente valido anche per il XS in versione Max. Da notare che quest’ultimo eredita dal Plus la possibilità di usare alcune app con doppia colonna in orizzontale (penso ad esempio a Mail) ma il layout non è fisso, bensì la colonna a sinistra appare in sovrimpressione e poi scompare, riducendone parzialmente l’efficacia.

Sopra uso di Note a doppia colonna fissa su iPhone Plus, sotto su XS Max la colonna in slideover

Il colpo d’occhio con la lockscreen o la home a tutto schermo è davvero bello, anche se ormai ci siamo abituati agli smartphone borderless. Tuttavia l’iPhone rimane il più armonioso perché, pur avendo quel vuoto della barra sensori, ha la cornice di dimensione costante tutto intorno. Quelli che hanno provato ad imitarlo presentano invece un “mento” in basso, più o meno pronunciato, che si rende necessario se si vuole connettere lo schermo alla scheda logica in modo “facile ed economico”. La soluzione tecnica di Apple, ovvero di ripiegarlo per spostare il cavo verso l’interno, è molto dispendiosa e complessa, per questo nessuno l’ha copiata fino in fondo (per ora).

La vista a due colonne su iPhone XS Max: quella a sinistra è sovrapposta e non fissa come sui Plus

Altra cosa importante da ribadire è che seppure Samsung abbia display con maggiore risoluzione nei suoi smartphone, i pannelli OLED degli iPhone XS e XS Max hanno 10-bit ed un’accuratezza del colore nettamente superiore (lo dicono i test tecnici di DisplayMate e soprattutto di Anandtech). Apple si conferma ancora una volta più interessata a ciò che davvero importa e non ai numeri che fanno impressione nelle schede tecniche. Si sono privati, per così dire, di una potenziale arma per il marketing, essendo convinti che alla fine quel che importa è la qualità effettiva. E questo a mio giudizio è assolutamente lodevole.

The screens of the XS and XS Max are the best displays among any devices on the market: While Samsung still has a density advantage, the Apple phones just outgun competing phones in terms of colour accuracy and picture quality. The 10-bit panel allows seamless colour management between sRGB and Display P3 modes depending on content. – Anandtech

In conclusione: in termini di impatto estetico e di godibilità, gli iPhone “serie X” sono davvero eccellenti, nonché superiori ai precedenti ed al resto del mercato. Chi arriva dai modelli con pulsante Home deve solo ricordare che il più piccolo dei due ha sì un display da 5,8” ma la dimensione dei contenuti sarà la stessa di quella dell’iPhone 4,7” in 16:9 (al netto del miglioramento della UI e di poche righe in più). Lo stesso discorso vale per il nuovo XS Max, che con i suoi 6,5” è in sostanza un iPhone Plus da 5,5” con l’area superiore ed inferiore “riempita” dallo schermo allungato. Certo ci sono situazioni in cui l’interfaccia non occupa pienamente queste due zone e si vede effettivamente più contenuto, ma la dimensione è quasi sempre definita dalla larghezza e rimarrà quindi identica. Mi piace molto l’idea dell’iPhone XR in posizione intermedia per lo schermo, infatti non vedo l’ora di provarlo il 26 ottobre a Milano. Per il resto direi che:

chi preferiva il Plus oggi deve puntare al XS Max, mentre chi si è trovato bene con l’iPhone “piccolo” dovrebbe scegliere XS.

Design ed ergonomia

Rischio seriamente di ripetermi, ma l’equivalenza da tenere a mente è quella: iPhone 4,7” : iPhone X/XS 5,8″ = iPhone 5,5” : iPhone XS Max 6,5″. Il design dei nuovi modelli è del tutto coerente con il primo X, le evoluzioni che abbiamo potuto constatare già lo scorso anno riguardano più che altro i dettagli: cornice in acciaio, retro in vetro, display OLED borderless “segnato” dal notch. I nuovi materiali incidono su un aspetto tra gli altri: il peso. Lo abbiamo già visto con gli iPhone 8 ed 8 Plus e l’incremento si ripropone quasi identico su X/XS e XS Max: il primo raggiunge circa 150g e il secondo supera i 200. Sono lontani i tempi dell’iPhone 6, ben più leggero e sottile, ma anche il 7 Plus in mano sembrava più maneggevole con i suoi 188g. Inoltre, a dispetto di quanto spesso diciamo ironizzando sulla tendenza di Apple a rendere tutto più sottile, gli iPhone negli ultimi anni sono diventati sempre più spessi. Ripercorrendo solo l’ultimo periodo siamo passati dai 7,1mm del 6 Plus a 7,3mm con il 7 Plus e poi ancora a 7,5mm con 8 Plus, mentre XS Max sale a 7,7mm. Dal primo all’ultimo di quelli elencati c’è poco più di mezzo millimetro di differenza, eppure in mano lo avverto distintamente.

Dall’iPhone 6 in poi lo spessore è sempre aumentato, di poco, ad ogni generazione

L’iPhone XS Max non è comunque troppo spesso e la cornice curva lo rende piacevole in mano. Al peso, invece, ci si deve abituare. Dopo un anno con il X come daily driver il primo impatto è stato poco piacevole, devo ammetterlo. Sono arrivato persino a misurare lo spessore e a pesarlo due volte perché i dati mi sembrano troppo gentili con lui. Invece no, sono proprio quelli. Dopo la prima settimana questa sensazione è sparita – per fortuna – e da utilizzatore ed estimatore dei Plus non tornerei al “piccolo” X. Forse qui si nota un po’ di più l’assenza d’appoggio dovuta all’eliminazione del tasto home, e far scendere la UI con uno scorrimento in basso della sottile barra posta proprio a filo con la cornice inferiore è più difficile, ma pure a questo ci si abitua e con le nuove gesture il controllo su iOS è davvero migliorato tanto. Altro aspetto su cui si registra uno step-up è la resistenza contro i liquidi, perché i modelli XS passano da IP67 ad IP68, garantendoci non più soltanto la sopravvivenza del dispositivo in caso di immersioni temporanee fino ad 1 m per 30 minuti ma fino a 2 m. Almeno questo è ciò che Apple riporta nella pagina di specifiche del prodotto, ma per lo standard IEC EN60529 il numero 8 finale dovrebbe garantire immersioni permanenti / 1 ora, non solo per 30 minuti. Comunque sia, un passo avanti è stato sicuramente fatto e non mancheranno gli youtuber che terranno gli iPhone a mollo per trovare il loro limite di sopportazione. O magari l’hanno già fatto… onestamente non amo i video con torture, anche se a subirle sono degli smartphone.

La certificazione IP68 garantisce una migliore resistenza ai liquidi su XS ed XS Max

Vorrei fare una piccola divagazione sul discorso cover/non cover. Io ammiro davvero chi riesce ad usare uno smartphone di questo tipo senza alcuna protezione. Per me non è tanto una questione di graffi o rotture, seppure ne avrei avute diverse considerando tutte le volte che gli iPhone mi sono caduti negli anni. È più che altro una sensazione di delicatezza che questi smartphone mi restituiscono e che preferisco mitigare. Era minore – per me – fintanto che il retro era tutto in alluminio, infatti ho usato per molto tempo il 7 Plus RED solo con una pellicola, mentre con il vetro non mi sento proprio a mio agio (per quanto si possa aver fiducia nel gorilla glass). Se fosse solo per la paura di rovinarlo farei una AppleCare e via, ma il motivo per cui ci metto le cover è perché mi danno due vantaggi: una presa più sicura e la possibilità di poggiare ovunque lo smartphone senza sentire quel fastidioso “clack” che fa il vetro quando urta sulle superfici rigide. Ergo, i miei iPhone sono sempre un po’ più spessi all’atto pratico e perdo una parte del loro fascino coprendone il dorso, ma oltre a farli rimanere perfetti li trovo più comodi da usare. Dico tutto questo perché credo ci sia qualcosa di sbagliato nella tendenza a creare smartphone gioiello che poi si ha paura di usare. Temo tuttavia che sia un trend inevitabile, basti pensare alle auto che ormai hanno sempre il paraurti in tinta anche se questo comporta più un vantaggio per le casse dei carrozzieri che una gioia per i nostri occhi.

La fotocamera sporgente non piace a nessuno, presumibilmente neanche ad Apple

A proposito di dettagli, è correlato al discorso cover anche il “semaforo” sporgente sul retro dell’iPhone, che include la doppia fotocamera e il flash LED. Non mi impunto tanto sul fatto che la protuberanza esista, perché parto dal presupposto che non sia gradevole per nessuno (produttore incluso) e quindi più probabilmente è necessaria con questi moduli sensore/ottica (che sono già attaccati sul retro dello schermo, all’interno). Per altro in fotografia si tende a pensare che “più grande è meglio” e non è un assunto così sciocco come può sembrare: obiettivo più ingombrante può davvero significare cose positive, come ad esempio un sensore più grande o lenti più luminose, come anche uno schema ottico più raffinato. Comunque chi usa le cover si dimenticherà in fretta di questo particolare, mentre per quelli che tengono l’iPhone “nudo” può essere in effetti fastidioso visto che traballa sulla scrivania mentre si interagisce con lo schermo.

Niente più adattatore Lightning/3,5mm: AirPods è la via “suggerita” da Apple

Multimedia

Due cose rapide sul suono, che nell’iPhone XS Max in particolare è davvero buono. Entrambi i nuovi modelli hanno finalmente la possibilità di registrare audio stereo nei filmati e tutti e due hanno migliorato il volume nella riproduzione, però il più grande rimane sempre in vantaggio per corposità e potenza. Pure con le telefonate in vivavoce vengono usati entrambi gli altoparlanti e la qualità è davvero buona. In questi aspetti il precedente iPhone X si difendeva bene, tuttavia si poteva fare di meglio ed Apple l’ha fatto. Dove invece è riuscita persino a peggiorare è nel collegamento audio cablato, visto che dopo aver rimosso dall’iPhone 7 la porta da 3,5mm, con l’iPhone XS ci dimentichiamo pure l’adattatore Lightning che era di serie. Arrivati alla terza generazione senza possibilità di connettere un jack standard, abbiamo tutti trovato soluzioni alternative o semplicemente usato dispositivi diversi al posto dell’iPhone per i medesimi scopi, quindi il rammarico ha lasciato spazio alla rassegnazione. La maggioranza degli acquirenti, però, è quella che immagina Apple, ovvero chi non fa uso avanzato dello smartphone in campo audio e già si accontenta delle “cuffiette base” (che poi si chiamano auricolari…), tanto per tutto il resto c’è il Bluetooth.

iPhone XS ha lo smart HDR, che si sostituisce al precedente HDR automatico. Il nuovo sensore offre una maggiore gamma dinamica in questa modalità, con un recupero più esteso delle aree sotto e sovra esposte (in particolare le prime). Il processing è più pulito e le informazioni contenute nel file sono effettivamente superiori, anche se i risultati dell’iPhone X possono sembrare più convincenti ad un primo sguardo per via del maggior contrasto aggiunto in post. Il bilanciamento del bianco è un po’ “ballerino” su entrambi a voi decidere il preferito.

Miglioramento è la parola che viene in mente pensando alla fotocamera dell’iPhone XS, con riferimento esclusivo a quella grandangolare. Solo su quest’ultima, infatti, si trova il corposo aggiornamento di questa edizione, mentre il teleobiettivo è rimasto identico, sia per dimensione del sensore che per focale e luminosità. Il perché di questa scelta è abbastanza chiaro: non soltanto gli utenti tendono a fare più di frequente fotografie con il grandangolo ma soprattutto questo viene utilizzato spesso dall’iPhone anche quando viene richiesto uno zoom 2x dall’interfaccia. Precisiamo bene questo aspetto: nella UI dell’app fotocamera Apple non promette di passare da un obiettivo all’altro ma solo di effettuare un “ingrandimento”. Questo viene chiaramente ottenuto al meglio delle possibilità hardware, che non sempre corrispondono all’utilizzo del teleobiettivo per una fotografia tele. Può sembrare un controsenso ma in realtà non lo è. Già nelle prime edizioni il grandangolo aveva un sensore più grande ed un obiettivo più luminoso, entrambe caratteristiche che consentono di ottenere una qualità migliore in condizioni difficili, ovvero dove si salirebbe troppo con l’ISO o con i tempi di scatto, rischiando di ottenere una foto mossa o eccessivamente sgranata.

Questa è una delle pochissime foto in 2x in cui l’iPhone XS Max ha usato la fotocamera principale con crop e l’iPhone X il tele. Entrambi hanno bruciato il cielo ma in quella del XS Max le informazioni nelle aree scure sono molte di più.

L’algoritmo interno, dunque, valuta una serie di parametri e può “decidere” che in certi casi offra migliore qualità uno scatto grandangolare “croppato” che non quello intero del tele. Tuttavia questa soglia che un tempo sembrava facile da raggiungere, oggi pare sia stata spostata molto più in là da Apple con gli aggiornamenti di iOS, sia su iPhone X che XS.

iPhone XS sale di più con ISO in notturna, consapevole del miglior sensore. Le fotografie hanno molto meno rischio di mosso anche per i movimenti dei soggetti data la maggiore velocità di scatto, ma si vanifica parte del vantaggio. Rimangono comunque più dettagli fini nelle immagini anche se il contrasto è a favore di iPhone X.

Allora uno si potrebbe chiedere: perché non migliorare anche la qualità della seconda fotocamera? La domanda è giusta, ma la risposta lo è altrettanto: non si riuscirebbe ad inserirla nella scocca, pur contando la protuberanza già presente. I teleobiettivi hanno lunghezze focali più elevate ed è per questo che – semplificando – sono più grandi. Attualmente la seconda fotocamera è praticamente a filo con quella grandangolare solo perché ha un sensore più piccolo e minore luminosità, pareggiando questi aspetti la sporgenza aumenterebbe di diversi mm. Diciamo che a meno di non cambiare radicalmente tecnologia costruttiva, non è possibile fare molto di meglio. Quindi, prima avevamo una fotocamera doppia in cui il modulo teleobiettivo veniva usato relativamente poco dallo smartphone perché il grandangolo era di qualità superiore e ora questo divario è ulteriormente aumentato.

Lo stesso comportamento si ha in tele, dove però il sensore non è cambiato e le foto vengono “salvate” dal nuovo SIP per compensare l’aumento di rumore che altrimenti sarebbe inevitabile.

TechInights ha smontato entrambi i moduli ed ha tirato fuori immagini ed informazioni molto interessanti, ma quel che ritengo più importante è la dimensione “commerciale” del nuovo sensore, che passa dai precedenti 1/3” a 1/2,55”. Per chi non fosse avvezzo a queste metriche – più tipiche del settore fotografico – si tratta di uno step davvero rilevante. Uno che porta gli iPhone ad un solo piccolo passo rispetto alle fotocamere compatte, che ancora oggi vengono prodotte con sensori da 1/2,3”, e che gli consente di superare per la prima volta i migliori smartphone di Samsung (tra cui il Note 9), che si attestano su 1/2,6”. Per capirci meglio: l’area del sensore è cresciuta di oltre il 40% mantenendo la medesima risoluzione di 12MP, cosa che vuol dire pixel più grandi che catturano più luce.

Originale a sinistra, processata a destra.
L’iPhone tende a restituire immagini poco elaborate da sempre e la versione XS fa un ulteriore passo in questa direzione. Non c’è dubbio che altri smartphone restituiscano fotografie più vivide subito dopo lo scatto, poiché è un approccio completamente diverso. Apple preferisce dare all’utente un piccolo margine di post-produzione già sul JPG, privilegiando uno sviluppo neutro. La scelta è un po’ in controtendenza rispetto a molti altri ambiti in cui l’utente viene considerato un po’ utonto e guidato per mano, infatti non a tutti quest’approccio va a genio. L’importante e non confondere una fotografia non alterata con una carente di qualità.

Ovviamente hanno anche dovuto rifare l’obiettivo grandangolare per via dell’incremento di area sensibile, ed è qui che si nota lo scarto. Quello attuale su XS ha una lunghezza focale “reale” di circa 4,25mm, mentre su X ed 8 era di 3,99mm (arrotondato a 4mm). A parità degli altri valori questo avrebbe comportato un incremento anche della focale equivalente rispetto alle fotocamere tradizionali (che si ottiene con un moltiplicatore), ma il sensore è così tanto più grande che non solo compensa la differenza… va oltre. In pratica siamo passati da un obiettivo equivalente a 28mm ad uno da 26mm, ottenendo quindi un aumento dell’angolo di campo oltre che quello di qualità dovuto al miglior rapporto segnale/rumore. Lo stesso modulo fotografico è presente su XR – stando alle dichiarazioni di Apple – ma lì non c’è il teleobiettivo. Considerando pesi e misure dei due, però, non sembra poi una grande perdita:

può essere più efficiente una sola fotocamera di queste che non la doppia del X

Poteva sembrare un limite per le funzioni legate all’AR, ma il fatto che Apple sia riuscita a far andare su XR la modalità ritratto con una singola camera dà da pensare (e prima di lei lo hanno fatto anche altri). Intendo dire che da una parte c’è chi propone sempre più moduli fotografici per soddisfare diverse esigenze di scatto e dall’altra chi parte da un buon singolo hardware per poi migliorare il tutto grazie alla potenza del SIP (Signal Image Processor) e della IA (Intelligenza Artificiale). Un esempio su tutti è quello del Pixel 3 e della funzione Super Res Zoom, che sfrutta il naturale movimento della mano per catturare diverse immagini in sequenza migliorandone la qualità. Il principio è ampiamente noto in fotografia, dove si sposta il sensore tra gli scatti per avere tutte le informazioni RGB su ogni pixel, mentre il tradizionale pattern Bayer ci filtra solo Red, Green e Blu su un singolo pixel e i valori a contorno vengono calcolati (con conseguente riduzione della reale risoluzione). Questa operazione richiede però un motorino per muovere fisicamente il sensore, nonché l’uso del cavalletto affinché le varie foto siano perfettamente sovrapposte. Solo di recente Pentax ha presentato nella K-1 II il primo sistema che ottiene il medesimo risultato a mano libera, sfruttando proprio l’oscillazione naturale della mano, trasformando un problema in opportunità., La stessa cosa ha fatto Google, riuscendo ad ottenere immagini veramente più dettagliate che si possono croppare per simulare uno zoom, raggiungendo quasi lo stesso risultato di un secondo obiettivo tele. Si dice sempre che la strada giusta è quella mediana e credo valga anche in questo caso, ma di certo le fotocamere degli smartphone saranno sempre soggette alle limitazioni dettate dalle leggi della fisica e dell’ottica, per cui è importante che si cerchi di lavorare sempre di più anche sul fronte del software.

Piccola nota per la fotocamera frontale che attualmente tende ad appiattire parecchio la pelle con una sorta di effetto “beauty”: a quanto pare Apple ha in programma di eliminare questo problema con il prossimo iOS 12.1.

Prestazioni

Se c’è un ambito in cui Apple non ha davvero rivali è per i SoC mobile della serie A. Per gli schermi c’è a chi non interessa la qualità ma solo la risoluzione a mille kappa, per la RAM sembra sia più importante sfoggiare 6 / 8GB che non l’effettiva resa degli stessi e così via, ma se si tratta di efficienza e potenza di calcolo dei processori, Apple è oggettivamente ed indiscutibilmente un paio d’anno avanti alla concorrenza. Sarà perché partivano da un importante know-how storico sull’architettura RISC dovuto all’utilizzo passato dei PowerPC, sarà perché per primi hanno creduto fermamente nel suo ritorno in ambito mobile, spiazzando l’egemonia Intel del tempo, e magari anche perché hanno acquisito PA Semi, l’azienda che progettava i migliori chip ARM nel 2008, e poi anche assunto molti ingegneri di Imagination Technologies, che ha realizzato per anni i processori grafici contenuti nei SoC Ax. Insomma Apple ha fatto tutti i passi giusti e soprattutto prima degli altri, per questo oggi può godere di una superiorità oggettiva in questo ambito.

Con l’A12 Bionic i tempi di caricamento e la velocità di esecuzione sono incredibili

Qualcomm si stava avvicinando solo ora alla potenza del chip A11 – non alla sua efficienza energetica – ed ecco che a Cupertino si fa un altro balzo avanti con l’A12. A dire la verità, subito dopo aver visto il keynote di presentazione dei nuovi iPhone, avevamo avuto l’impressione che questo non fosse molto più performante, perché Apple aveva mostrato numeri moderatamente positivi e confermato il suffisso “Bionic” (come a suggerire un sostanziale stagnamento della tecnologia). In realtà l’A12 ha già un importante primato di base, quello di essere il primo chip arrivato in commercio realizzato a 7nm da TSMC. Un po’ come Intel nell’epoca d’oro del Tick-Tock, Apple ha dunque basato questo step evolutivo più sulla tecnologia produttiva che non sull’architettura, ma ci sono vantaggi anche su quest’ultima. Aumenta ovviamente l’efficienza energetica, crescono tutte le cache e si aggiunge un core alla GPU (che passa da 3 a 4), per un incremento complessivo che era stato stimato in circa il 15% nei comunicati stampa, ma che in alcuni ambiti raggiunge persino il 40% in più rispetto all’A11.

L’iPhone XS ha una potenza di calcolo incredibile, la concorrenza è quasi due anni indietro

In estrema sintesi, l’Apple A12 è un SoC incredibile che distacca i migliori rivali in modo schiacciante, sia per potenza bruta che per il rapporto consumo/prestazioni. Un potenziale miglioramento possibile, rilevato dagli ingegneri di Anandtech nella loro recensione, sarebbe quello di erogare energia con una curva più docile, mentre questo chip è tarato per dare subito il massimo possibile e raggiunge più facilmente temperature elevate che richiedono il throttling. Discorso validissimo ma che non trovo del tutto condivisibile in ambito smartphone, dove le operazioni davvero complesse eseguite per lunghi periodi sono più uniche che rare, e quindi la risposta immediata del sistema è probabilmente più utile e si percepisce come un miglioramento concreto nell’uso quotidiano. Al limite si potrebbe realizzare un sistema a doppio spettro basato sull’utilizzo, attivando una sorta di modalità “pro” per operazioni in cui sia più importante l’efficienza sul lungo periodo. Comunque è davvero apprezzabile una differenza quando ad esempio si avviano dei giochi pesanti, nel mio caso di solito è Shadow Fight 3, ma sto ancora usando pure l’iPhone X (in attesa di XR) e anche lui va davvero molto bene. È sempre così quando si prende a confronto la generazione immediatamente precedente, perché i vantaggi della più nuova ci sono ma lo scarto si avverte di più sul lungo periodo, con le app “tagliate su misura” ed una migliore “resistenza” alle future major release del sistema operativo.

A sinistra si nota l’ulteriore “taglio” nella cornice che crea un segmento aggiuntivo di antenna

Connettività

L’iPhone è uno smartphone e si può considerare un Personal Computer Tascabile, però alla fin fine è prima di tutto un telefono. Per questo non mi scandalizzo quando qualcuno lo chiama semplicemente “cellulare”. Nelle chiamate ho notato un discreto miglioramento con il XS, anche se gran parte dei vantaggi nelle conversazioni telefoniche derivano da una capsula auricolare più forte e chiara. Nella parte bassa si nota anche una differenza rispetto al X, ovvero una terza “tacca” di plastica che interrompe la continuità della cornice, la quale ricordo essere al contempo l’antenna. Ce dunque una sezione in più, che fa il paio con il nuovo e più veloce modem LTE, le cui prestazioni sulle nostre reti attuali non sono però percepibili, salvo che nelle città più grandi dove gli operatori fanno sfoggio delle reti al loro massimo. In sintesi i nuovi modem realizzati da Intel sono ben superiori ai precedenti, ma nei primi giorni di diffusione dei XS alcuni hanno lamentato problemi nella navigazione. La vicenda è stata indagata e ricondotta ad un comportamento specifico di iOS 12, che porta a maggiori velocità con piena linea ma interrompe prima il flusso dati con bassa copertura, sia sui vecchi che sui nuovi iPhone.

Sugli iPhone XS/XR ci sono tecnicamente due SIM, una micro ed una eSIM “programmabile”. Quest’ultima non è utilizzabile al momento in Italia, per cui è una feature che di fatto non è operativa. Solo in Cina è disponibile una versione specifica di questi smartphone con doppia SIM fisica. Maggiori dettagli nel nostro articolo

Per il resto abbiamo il classico pacchetto che include Bluetooth (ormai in versione 5.0), Wi-Fi ac (ovvero 5) ed NFC, che ad oggi non è più soltanto in uso per i pagamenti ma può essere utilizzato dagli sviluppatori per specifici tag (non è invece ancora possibile il pairing con i dispositivi di terze parti).

Ci ho giocato parecchio per vedere come regge la batteria e in genere va benone

Batteria

Sul fronte batteria la valutazione che posso fare riguarda esclusivamente il modello XS Max, che ne possiede una a doppia cella come quella del precedente X. Nel XS c’è invece una batteria unica ad L, grazie alla quale Apple ha potuto aumentare leggermente la capacità (oltre che inaugurato una nuova tecnologia produttiva). Tornando al XS Max, devo dire di aver avuto risultati altalenanti, anche se iOS 12 è ancora alla versione .1 e parte della colpa di questa incoerenza la imputo ad un sistema operativo non perfettamente maturo. Nella maggior parte dei casi arrivo a sera con circa il 30/35% di batteria con il mio uso tipico, che per molti forse è più vicino a quello intensivo. A parte qualche saltuaria sessione di gioco, passo molto tempo sulle email e sui social, dove il lavoro relativo al sito continua al di là della redazione di articoli. Ci sono stati giorni, però, in cui alle 18 ho dovuto dare un po’ di carica per raggiungere la sera, una cosa che non mi succedeva praticamente mai con 7 ed 8 Plus. Non ho potuto ancora collegare questi eventi a nulla che derivi dal mio uso, per questo sono propenso a considerarli dipendenti o dal sistema operativo o dalle app non ancora “cucite” per iOS 12 o i XS.

Ricarica Qi? Sì, grazie!

Per la ricarica io adopero sempre e comunque le basi Qi, è rarissimo che utilizzi il cavo, per cui sono contento che Apple stia aumentando la velocità di ricarica wireless con ogni nuova generazione. Va tuttavia segnalato un problema inizialmente piuttosto diffuso su XS e XS Max, in cui la connessione del cavo Lightning non avviava la ricarica se lo schermo era spento. A me non è successo ma parlandovene avevo anticipato che sarebbe stato quasi sicuramente un bug software e in effetti è stato risolto con iOS 12.0.1.

Conclusione

Voto 4,5/5Vado al massimo. Vado a gonfie vele. A cantare però stavolta non è Vasco Rossi, bensì l’iPhone. Ed effettivamente XS Max va al massimo, a partire dal nome e più in generale su tutto. Supportata da roboanti dati finanziari, Apple consolida il percorso borderless intrapreso a partire dal modello X grazie ad un tris di smartphone dalle caratteristiche convincenti. Nel più grande della nuova lineup abbiamo uno schermo da 6,5″ davvero godibile, insieme a tanti altri pregi di cui abbiamo discusso e qualche difetto che ancora permane. Uno di questi è sempre più gravoso, perché l’anno scorso si pensava (sperava? ok, sperava) che il prezzo del X da 1189€ fosse dovuto al radicale cambiamento e che in futuro la linea si potesse stabilire poco più in alto rispetto ai precedenti 8. In realtà il prezzo è rimasto esattamente quello anche sul nuovo XS e i conti si fanno più duri se si considerano i 100€ in più che richiede il Max, per un totale di 1289€.

E fatico anche a considerarlo il “vero totale”, visto che Apple si ostina a partire da 64GB anche su un prodotto di questo calibro. Non so davvero quanti XS Max da 64GB vendano ma sono sicuro che partendo da 128GB, pure con 20€ in più, il base sarebbe stato il più gettonato. E invece no, quello che statisticamente sembrerebbe “il più giusto” lo hanno ormai eliminato per invogliare il maggior numero di persone a comprare il più costoso 256GB, con un esborso che arriva a 1459€. Qui ci starebbe una lunga digressione sul costo della vita, sulla media degli stipendi e via così fino alla noia più estrema. Fate finta che io l’abbia scritta ma ce la evitiamo, sicuri che ognuno di noi sia in grado di valutare il rapporto costi/benefici in modo autonomo e liberamente scegliere come alleggerire il portafogli. Inutile ribadire che per le funzioni base di uno smartphone i prodotti sotto i 400€ sono già più che sufficienti, in alcuni casi anche quelli da 200€, ma se parliamo di iPhone parliamo di un dispositivo premium in tutti gli aspetti, prezzo incluso.

Di contro noto che questa generazione S ha migliorato molti aspetti ma non è riuscita a superare nessuno dei potenziali pochi limiti del X. La cosa è piuttosto indicativa anche della buona riuscita del precedente, che non era scontata visto che si è trattato del primo modello radicalmente diverso nella struttura dopo tanti anni di iPhone solo più grandi o più piccoli. Penso ad esempio al Face ID, che rimane il migliore per affidabilità ma è ancora usabile solo in verticale e in alcuni casi è meno comodo dal Touch ID (chissà che non lo rimettano in futuro sotto lo schermo come su Mate 20 Pro), oppure alle implicazioni nella UI dovute al notch o ancora al fatto che la struttura sia pesante, il vetro posteriore più incline a rompersi rispetto all’alluminio e il bordino in acciaio robustissimo ma abbastanza facile da rigare. E dopo averci tolto la porta min-jack ora viene meno pure la fornitura dell’adattatore da Lightning nella dotazione di serie. Sono tutti argomenti potenzialmente validi per popolare una colonnina dei contro ma sono tutti derivanti da scelte ben precise, per questo alcuni di questi ormai li devo spostare in “da considerare”. Il vetro serve per la ricarica ad induzione, l’acciaio è stato preferito perché più pregiato e il peso è solo una conseguenza. Inoltre il taglio nello schermo per l’area dei sensori è comunque piuttosto riuscito se consideriamo che ad un anno dal X molti dei tentativi di copiarlo sono risultati meno armoniosi anche solo cambiando l’altezza o il raggio di curvatura degli angoli. Insomma, per quanto io guardi questo XS Max e sia consapevole di aver speso tanto per acquistare poco più di un X con schermo ingrandito, non posso che apprezzare il dispositivo nel suo insieme e ritenermi così soddisfatto da consigliarlo senza incertezze a chi preferisce iOS e l’ecosistema Apple.

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PRO
+ Costruzione eccellente, materiali premium
+ Lo schermo OLED migliore del mercato
+ Bordo di dimensione uniforme anche sotto
+ 
Lo schermo 19,5:9 offre molto più respiro ai contenuti
+ L’A12 Bionic è fin troppo avanti alla concorrenza
+ Audio forte e in stereo anche nelle chiamate
+ Registrazione audio stereo nei filmati
+ Fotocamera grandangolare migliorata (algoritmo ancora incerto)
+ Il Face ID offre ancora il miglior livello di accuratezza
+ Buona durata della batteria

CONTRO
- Prezzo elevato
- Si parte ancora da 64GB… e sono pochi su uno smartphone da 1289€
- Manca il mini-jack e pure l’adattatore Lightning
- In alcuni casi il Face ID è scomodo
- Notch invadente coi video in 16:9
- Abbastanza pesante

DA CONSIDERARE
| Rischio di rotture più elevato col vetro anche dietro
| Frame in acciaio bellissimo ma delicato
| In teoria è dual-SIM avendo una eSIM integrata, ma in pratica in Italia non funziona
| La seconda fotocamera è davvero utile o si potrebbe fare tutto con una principale migliorata ed un software più intelligente? Vedremo come andrà in futuro…

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.