A quanto pare l’iPhone XR non vende abbastanza. Ed è subito crisi per Apple

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Permettetemi di essere brutalmente diretto in questo articolo. Apple ha presentato tre iPhone quest’anno, con un modello XR equilibrato, bello e più economico di ben 300€ rispetto il XS. A tutti noi è sembrato fin troppo facile prevedere ottime vendite ed è presumibile che anche a Cupertino se le aspettino. Quando sono andato a ritirarlo in store ho però notato pochissima affluenza, cosa che mi è stata confermata da tutti i contatti in giro per l’Italia. Personalmente ho archiviato il tutto come assolutamente normale, basandomi su tre considerazioni principali:

  1. la possibilità di ordinare comodamente da casa fin dal day one – volendo anche col ritiro in store ad orario prestabilito – porta inevitabilmente alla riduzione delle code e dell’affluenza massiccia nei negozi
  2. l’iPhone XR è un prodotto insolito per la line-up di Apple e ci vuole un po’ più di tempo affinché la gente comune lo conosca e ne possa valutare l’acquisto
  3. la presentazione di tre modelli ha aumentato un po’ la confusione negli utenti e credo che molti stiano volutamente aspettando di leggere quante più comparazioni possibili

A queste aggiungo anche altre valutazioni relative al price-point:

  1. il XR è davvero più economico di 300€, ma parte comunque da un’importante cifra di 899€, per cui la si può considerare una scelta in più, non come una scelta economica
  2. da qualche anno gli iPhone si trovano facilmente online con sconti molto importanti già dopo il primo mese e sempre più persone hanno capito che conviene aspettare

Infine c’è un altro aspetto che non pensavo di dover considerare e che riguarda gli utenti Apple, con particolare riferimento a quelli che comprano i prodotti appena usciti. Con il costante aumento dei prezzi, coloro che risiedono ancora in questa categoria sono persone che spendono cifre importanti senza troppi problemi ma allo stesso tempo vogliono il massimo. La cosa è assolutamente legittima, ci mancherebbe, ma alcune volte mi pare sfoci nella miopia, con persone che oggi schifano il XR perché ha uno schermo ottimo ma non è OLED o perché ha la stessa fotocamera di XS ma non ha il tele, o ancora perché gli manca il 3D Touch, qui sostituito dall’Haptic Touch. Non voglio giudicare, sono riflessioni validissime queste, ma a titolo del tutto personale dico che gradirei sentirle uscire dalla bocca di chi conosce davvero queste tecnologie ed è in grado di capire le effettive differenze, al di fuori dei discorsi da bar. Discorsi che oggi mi pare si siano spostati in massa da Facebook a YouTube, dove sedicenti esperti fanno a gara a chi la spara più grossa.

Alla fine il XR è in vendita da pochissimi giorni, perché sappiamo che Apple ne ha fatto slittare l’uscita più avanti rispetto al XS per avere scorte adeguate, visto che alcuni problemi coi display avevano rallentato la produzione iniziale. Tuttavia già si rincorrono in rete le notizie di un insuccesso, con Nikkei Asia che riporta la riduzione da 60 a 45 linee di produzione attive, Bloomberg che gli dà eco sottolineando la scarsa domanda, e addirittura Yahoo! Finanza (sempre basata sulla stessa fonte Nikkei) titola “Apple avrebbe fermato la produzione dei nuovi iPhone XR“. Insomma, un perfetto esempio di cassa di risonanza mediatica legata alle vicende che interessano Apple. Tuttavia un qualche fondo di verità ci sarà senz’altro e sembra fin troppo facile trovare una correlazione col recente annuncio di un cambio di strategia al vertice, visto che d’ora in poi Apple non renderà pubblici i dati di vendita dei propri prodotti.

Dell’iPhone XR avremo modo di parlarne nella recensione già in fase di scrittura, ma sommariamente posso dire che mi ha convinto come da previsioni, tuttavia ho l’impressione che gli interrogativi si stiano lentamente spostando dai prodotti al produttore. Tutto sembra indicare che Apple non voglia più essere una delle tante in fascia premium ma l’unica in quella del puro lusso, mischiando con grande sapienza ottime tecnologie al marketing dell’alta moda.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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