Nell’anno in corso, gli assistenti vocali sono diventati di incredibile attualità, grazie alla distribuzione sempre più capillare degli smart speaker che ne includono le funzionalità. I player più importanti, ormai lo sappiamo, sono Amazon, Google ed Apple, con quest’ultima che purtroppo si è auto-limitata nella diffusione data la presenza di un solo prodotto di fascia alta e pochi linguaggi disponibili. Sappiamo che Apple è lavoro per portare presto l’HomePod in Italia ed altre nazioni europee, ma al momento Siri non gode di un’ottima fama. Uno dei difetti peggiori, dicevo nella recensione dell’Apple Watch 4, è la sua poca prontezza nel rispondere, specie quando la connettività vacilla.
In tal senso risulta molto interessante il brevetto ottenuto dalla casa di Cupertino (via VentureBeat) e che riguarda la possibilità di dialogare con l’assistente in locale, senza la necessità di una connessione internet. È chiaro che questo precluderebbe la possibilità di fare tutta una serie di richieste per le quali la risposta o il servizio correlato si trovino online, penso ad esempio ad Apple Music ma anche al più banale “che tempo fa?”, tuttavia Siri non serve solo a questo. Tutti gli assistenti vocali sono ormai correlati alla domotica, ad esempio, e gli iDevice con iOS 12 possono compiere anche delle operazioni con la voce grazie a Comandi (ex-Workflow) e Siri Shortcut. Il riconoscimento locale renderebbe inoltre molto più fluida l’interazione, in quanto Siri capirebbe la nostra richiesta subito, rispondendo quando possibile ed avvisando dell’assenza di accesso Internet soltanto quando questo risulti necessario. A giudicare dalla complessità del brevetto sembra un tipico caso di “più facile a dirsi che a farsi”, difatti non ci dobbiamo aspettare che un cambiamento simile avvenga in tempi rapidi. Tuttavia la potenza di calcolo dei SoC Apple dovrebbe essere più che sufficiente a gestire il carico di lavoro, magari abbinata a qualche ulteriore chip dedicato sulla scheda logica.