Apple potrebbe lanciare una Apple TV in formato dongle

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Quest’anno l’offerta di servizi streaming in Italia è stata scossa da DAZN per lo sport, ma per i film e le serie TV non ci sono stati grandi cambiamenti. Proprio mentre gli utenti sembrano aver deciso quali sono i loro servizi preferiti, e alcuni si trovano anche bene a sottoscrivere più d’uno a mesi alterni, ci si appresta ad un 2019 ricco di cambiamenti. Abbiamo già parlato di un un nuovo piano più economico in arrivo da Netflix ed anche di Disney+, che potrebbe ottenere una grande risposta fin dal primo giorno visti i nomi in gioco (oltre al suo si porta dietro anche Pixar, Marvel, la saga Star Wars e il canale National Geographic). Ma facciamo attenzione a non dimenticare qualcuno. Dietro le quinte c’è Apple che lavora ormai da diverso tempo al suo progetto di produzione e distribuzione video, e sappiamo che questo evento può rappresentare un terremoto. Basti pensare ad Apple Music: dopo anni in cui iTunes Store si decomponeva a fianco di servizi che germogliavano e che sono diventati dei veri colossi, in pochissimo tempo e con enorme ritardo, l’arrivo del servizio di Cupertino ha rimescolato le carte ed ora si trova subito dietro a Spotify, avendo schiacciato tutti gli altri.

Per la musica Apple aveva uno storico forte, ma ce l’ha anche per il video seppure in misura minore. Non guardate in Italia, dove è arrivato solo il noleggio/acquisto di film, perché in casa è già da moltissimo tempo che offre la possibilità di seguire anche le serie, che sono il vero motore delle iscrizioni a servizi anloghi di questi tempi. Tuttavia oggi non si può solo distribuire, perché i colossi si stanno organizzando per creare i propri poli, vedi Netflix e Disney, con la prima che nasce servizio streaming e diventa produttore e la seconda che sta facendo il movimento opposto.

Si dice che Apple prevede di spendere oltre 4 miliardi di dollari per completare le sue produzioni originali, cosa che può dare l’idea dell’impegno e della volontà di ottenere buoni risultati. In campo di sono degli ex di Sony Pictures, Jamie Erlicht e Zack Van Amburg, che hanno lavorato a serie come Breaking Bad e Better Call Saul. Nel gruppo si trova pure Matt Cherniss, dietro a show come Manhattan e Salem, e poi ancora personaggi da BBC come Jay Hunt, che ha lavorato a Sherlock e Luther. La lista è lunga e questo team Apple cresce mese dopo mese. A febbraio di quest’anno si è aggiunta pure Carol Trussel, che ha seguito Narcos, Hannibal e True Blood. L’unico nome legato a produzioni più leggere sembra essere quello di Dana Tuiner, che in Fox ha lavorato a New Girl, Almost Human e Glee. Sembrerebbe dunque che Apple stia puntando a realizzare contenuti di spessore, anche se questi spesso non si combinano bene con la volontà di ottenere rating popolari e non il PG-13 che accompagna molte serie fin qui citate. Inoltre Apple ha firmato un accordo con Oprah Winfrey per creare un programma originale, con Ed Sheeran per un documentario, con M. Night Shyamalan per una serie e ancora per riportare sul piccolo schermo il Ciclo della Fondazione di Isaac Asimov, a cui lavoreranno personaggi come David S. Goyer (che ha lavorato sul ciclo di Batman Begins) e Josh Friedman (noto per la serie su Terminator, il reboot della Guerra dei Mondi e il prossimo Avatar 2). È di oggi anche la notizia dell’aggiunta di Steve Carell per una serie drammatica.

Finora le uscite “pubbliche” realizzate da Apple in tal senso sono da dimenticare, con riferimento agli esperimenti di Carpool Karaoke e Planet of the Apps, non ben posizionate neanche all’interno dei propri servizi visti i metodi di distribuzione. Entro al massimo il 2022 i contenuti TV di Apple ed il suo servizio si paleseranno in forma definitiva, ma prima di allora c’è un problema da risolvere. Qualche anno fa la Apple TV era il box di streaming più venduto negli Stati Uniti mentre oggi c’è molta più concorrenza sia da prodotti “simili” e più economici (vedi la Fire TV Stick oggi a 49€ – 20€ per i membri Amazon Prime), sia dalle piattaforme Smart per TV, con Android che inizia ad ottenere timidi consensi e la coppia Samsung Tizen ed LG WebOS che spopola. Difficilmente il servizio di streaming video realizzato a Cupertino sarà distribuito su questi canali, da qui la necessità di allargare il più possibile la base di utenti che potranno fin da subito vedere i contenuti da essa proposti sul TV di casa. La cosa più semplice è sfruttare l’enorme parco installato di iOS ed Apple potrebbe aver trovato il modo secondo 9to5mac.

Pare infatti che si sia lavorando ad una sorta di Apple TV Dongle, qualcosa di meno potente dell’attuale modello 4K e che ricorda un po’ il Chromecast. Non è ancora certo se avrà un proprio menu e un telecomando, ma già rendere possibile AirPlay Video ad un costo di circa 50€ potrebbe cambiare radicalmente le cose e sarebbe anche un prodotto utile per chi lo utilizza saltuariamente per estendere la scrivania dei Mac.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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