iPhone ed elio, un’incompatibilità che non preoccupa troppo

Prima di proseguire, ci teniamo a precisarlo: il nostro Elio (Franco) è perfettamente compatibile con gli iPhone. L’elio cui ci stiamo riferendo qui è il gas, il secondo elemento chimico della tavola periodica. Quello sì che può causare qualche problemino agli smartphone Apple, come riportato nei giorni scorsi su Reddit ed iFixit (anche se, per completezza di cronaca, la vicenda ha le sue origini agli inizi di ottobre). Ma nulla di insormontabile, perlomeno nella grande maggioranza dei casi.

Ma prima un breve riassunto della vicenda originaria: il sistemista Erik Woolridge, durante l’installazione di una nuova macchina per la risonanza magnetica al Morris Hospital nei pressi di Chicago, si ritrova sommerso di segnalazioni riguardanti parecchi iPhone ed Apple Watch non più funzionanti. Curiosamente, l’unico che si è salvato risulta essere un iPhone 5, mentre le generazioni più nuove vengono messe all’improvviso ko; altrettanto curiosamente, i dispositivi Android non sono stati affetti dal problema. Ciò ha permesso di escludere pressoché da subito che si trattasse di un impulso elettromagnetico: in tale occorrenza qualsiasi prodotto elettronico, a prescindere dal marchio, avrebbe fatto una pessima fine. Non a caso è un evento temuto in caso di guerre nucleari quasi altrettanto come la detonazione delle bombe, essendo da solo in grado di riportare una nazione molto indietro nel tempo; anche le eruzioni solari sono sempre potenziali pericoli in tal senso. Proseguendo nelle ricerche, Erik e gli altri risalgono alla causa del problema.

Una fuoriuscita di elio liquido dal sistema di raffreddamento della macchina MRI, che evaporandosi ed espandendosi nel ritorno alla forma gassosa ha messo fuori gioco gli iPhone.

Trovato il colpevole, si è poi cercato di capire come mai solo i dispositivi Apple sono stati colpiti dal problema. Anche qui, scavando un po’ a fondo, è emerso che un componente nello specifico ha le maggiori responsabilità nel misfatto: il sistema microelettromeccanico, o MEMS, di SiTime. Questo prodotto ha sostituito negli iPhone i tradizionali oscillatori al quarzo, garantendo una maggiore precisione. La loro necessità è dovuta all’uso di chip, a partire dal SoC, che fanno uso delle frequenze per la loro operatività. In assenza di un generatore, non potrebbero agire in alcun modo.

Come ammesso sia da Apple sia da SiTime, gas come l’elio possono effettivamente creare problemi in caso di loro grosse concentrazioni nell’ambiente circostante. La problematica è stata in buona parte mitigata nei MEMS di ultima generazione, con accorgimenti progettuali specifici, ma non debellata del tutto. Ciò vale tanto per SiTime quanto le sue dirette rivali.

L’elio interferisce direttamente col corretto funzionamento dell’oscillatore, fino ad arrestarlo del tutto. Il risultato finale può essere un iPhone all’apparenza morto del tutto, come nel caso di Woolridge, oppure che resta acceso ma non risponde ad alcun input, come nel soprastante esperimento di iFixit dopo l’ottavo minuto. Per fortuna ci sono due buone notizie da questa situazione. La prima è che difficilmente si assisterà nel quotidiano ad uno scenario del genere: a meno di non vivere dentro un palloncino, i contesti in cui le concentrazioni di elio diventano tali da causare malfunzionamenti sono davvero rari. La seconda buona notizia è che molti terminali, dopo poche ore o al massimo una settimana, una volta espulse tutte le molecole di elio al proprio interno ritornano alla piena operatività e anche quando non succede recuperano uno stato quantomeno sufficiente a recuperare i dati per il trasbordo su un nuovo dispositivo. Nessun nuovo caso -gate all’orizzonte, quindi. Basta solo non mettere l’iPhone nei paraggi dell’elio sbagliato.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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