Perché Apple non ha ancora aggiornato gli iMac?

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La domanda è lecita: nell’evento di fine ottobre Apple ha presentato il nuovo MacBook Air ed ha aggiornato il Mac mini, entrambi con CPU Intel di ottava generazione. In ambito desktop i processori Coffee Lake non sono soltanto già usciti ma sono addirittura “anziani” se si considera che è stata presentata la nona generazione. A conti fatti questa non impatta più di tanto sulla precedente, non a caso si chiama Coffee Lake Refresh, ma resta il fatto che è passato un anno pieno da quando quei processori si trovano sul mercato. Io ho provato il top di gamma i7-8700K nel mio #ProgettoCaffeina e ne sono rimasto davvero entusiasta grazie ai suoi 6-core/12-thread, ma anche l’i5-8600K del #ProgettoDeca è eccellente grazie ai suoi 6-core, ed entrambi vanno molto meglio di quelli di settima generazione proprio grazie ai core aggiuntivi. Quindi perché Apple non ha ancora aggiornato gli iMac visto che i componenti ci sono da una vita e sono decisamente più performanti?

L’attuale iMac 5K 2017, il top di gamma consumer in casa Apple

La risposta breve è: lo sanno solo loro. Scherzi a parte, è davvero così. La mia risposta è un po’ più articolata ma si basa solo su supposizioni. Lo dico subito così ci capiamo: non dico che quello che seguirà sia necessariamente il vero motivo, suggerisco solo alcuni spunti di riflessione. Apple non è mai stata troppo attenta all’allineamento di architetture nei suoi prodotti, aggiornandoli in base alla propria roadmap e non seguendo necessariamente la tecnologia. Prendete il Mac mini: era rimasto ad Haswell fino a pochi giorni fa, mentre oggi ha le CPU più potenti dell’intera gamma di computer Apple (Pro esclusi, si intende). Stessa cosa vale per i nuovi MacBook Air, che ora hanno le stessa classe di CPU degli ultraleggeri MacBook 12″ ma sono stati aggiornati con l’ottava generazione Amber Lake, quindi offrono maggiori prestazioni rispetto questi ultimi ma costano di meno. Condizioni simili sono frequenti in casa Apple e non gli danno troppo peso, poiché sono abituati a pensare al prodotto come ad un qualcosa di più della semplice sommatoria dei componenti. Cionondimeno pesano agli occhi delle persone più informate, ma possiamo essere abbastanza certi che l’utente medio se ne preoccupa davvero poco.

L’attuale iMac Pro 2017, il top della gamma “professionale” in casa Apple

Ci sono però delle situazioni un po’ più delicate da gestire ed io credo che l’iMac attuale ne sia un perfetto esempio. La distinzione con la linea iMac Pro iniziata quest’anno è stata messa in atto sulla base di un cambio architettura oltre che con una livrea più scura ed il rinnovo dell’areazione interna. Questo computer è nato come un ponte, un dispositivo a metà tra il consumer ed il professionale che doveva rispondere al mancato aggiornamento del precedente Mac Pro 2013 (ormai prossimo alla dismissione) in attesa del futuro Mac Pro (che non vedremo prima del 2019 inoltrato). Grazie ai processori Xeon le prestazioni offerte si sono rivelate eccellenti ma l’iMac Pro non è esente da difetti. Il più importante che ho segnalato nella mia recensione è stato l’utilizzo di schede grafiche di fascia consumer, nello specifico le AMD Vega 56 e 64 che Apple chiama Radeon Pro. Precisiamo questo aspetto perché a molti non è chiaro: il termine “Radeon Pro” utilizzato nelle schede tecniche non significa che queste schede siano sostanzialmente diverse o più professionali rispetto quelle che si trovano in commercio. Si tratta semplicemente dell’implementazione realizzata a Cupertino dei medesimi chip grafici e lo si capisce analizzando sia le specifiche che i risultati dei benchmark. Inoltre non si tratta certo di una novità ma di una tradizione in casa Apple che si ritrova in tutti i suoi prodotti, anche quelli passati. Negli attuali iMac vediamo ad esempio la “Radeon Pro 580” nella fascia più alta, che altro non è che la RX580 commerciale e non a caso questa funziona via Thunderbolt 3 come eGPU, visto che è identica e ci sono già i driver nativi.

La eGPU Pro di Blackmagic con Vega 56 in arrivo a fine novembre

Il passo successivo alla vecchia architettura Polaris in ambito consumer è rappresentato dalle GPU serie Vega, che Apple renderà disponibili a breve sui MacBook Pro nella versione mobile e via T3 grazie alla eGPU Pro di Blackmagic, come illustrato in un precedente articolo. Nel primo caso si tratta delle Vega 11 e 20, che sono state annunciate nella prima parte del 2018, mentre nella eGPU Pro troviamo una Vega 56, essenzialmente la stessa presente già negli iMac Pro. E qui che casca l’asino, per così dire, in quanto le AMD Radeon Pro Vega di questi computer sono praticamente i modelli consumer, con qualche piccolissimo ritocco alle frequenze ed una maggiore memoria nel modello 64 che lo “avvicina” in tal senso alla Frontier Edition (che pure con raffreddamento a liquido ha deluso nel rapporto spesa/prestazioni). Quindi Apple si trova nella difficile situazione di dover creare i prossimi iMac con GPU identiche a quelle degli iMac Pro, essendo queste Vega le evoluzioni lineari delle Radeon Pro serie 500 attualmente presenti. Di per sé non sarebbe una cosa impossibile, abbiamo detto prima che capitano disallineamenti del genere a casa Cupertino visto che non sono soliti aggiornare costantemente e contemporaneamente tutto il parco computer, ma toglierebbe inevitabilmente lustro all’iMac Pro. Per giunta i chip Xeon base di questi ultimi rischiano di essere messi a dura prova dalle CPU Intel Coffee Lake top di gamma, dato che con 12-thread ed una architettura meno conservativa che spinge al massimo fin ché può, facilmente potranno offrire prestazioni reali migliori. Senza contare l’apporto dovuto ad Intel Quick Sync per chi lavora in ambito video grazie alla più veloce codifica hardware H.264 che non è presente negli Xeon. Questi ultimi sfruttano le risorse in modo completamente diverso, come spiegato nella mia recensione, garantendo maggiore longevità e capacità operativa in multi-tasking, ma se si guardano le prestazioni effettive si potrebbe facilmente rimanere delusi nel confronto diretto che le CPU consumer top di gamma Intel.

Quindi perché Apple non ha ancora aggiornato gli iMac?

Io credo che stiano attendendo di trovare una soluzione adeguata per portare avanti la linea consumer e quella Pro in modo coerente. Ipotizzando sempre che l’iMac Pro non sia un prodotto “single-shot” e che quindi non venga proprio aggiornato avendo esaurito il suo ruolo di “ponte” con l’arrivo del Mac Pro 2019. Tuttavia non credo che quest’ultimo sia proprio dietro le porte, altrimenti ne avremmo visto uno sneak peek nell’evento del 30 ottobre, quindi ci sta che entrambi gli iMac ricevano un aggiornamento e che Apple programmi di farlo più o meno nello stesso periodo. A meno che non gli interessi affatto che l’iMac 5K top vada ad essere così vicino e probabilmente superiore all’iMac Pro base, ci sono poche possibilità di scelta visto l’hardware attualmente in commercio.

L’interno dell’iMac Pro 2017

Una strada possibile sarebbe quella di montare negli iMac delle Vega depotenziate, magari figlie delle versioni mobile, proponendo varianti con CU minori dei 56 e 64 che si trovano nell’iMac Pro. C’è il rischio, insomma, che possano metterci delle schede decisamente meno potenti (magari proprio le Vega 11 o 20 in arrivo sui MacBook Pro) solo per garantire al modello Pro il mantenimento del maggiore lustro. L’ideale per noi, invece, sarebbe che l’iMac futuro fosse dotato proprio di quelle Radeon Pro Vega 56 e 64, se solo AMD sfornasse qualcosa di migliore da montare sui prossimi iMac Pro. In questi ultimi non ci si potrebbe tuttavia mettere delle CPU aggiornate in quanto la prossima generazione non è esattamente imminente. L’unica idea sarebbe di far saltare lo Xeon W 8-core base gamma ed offrire allo stesso prezzo il 10-core, aggiungendo pure come opzione massima il nuovo 28-core (che però non sarebbe cosa facile visto che ha un socket diverso e richiederebbe una scheda logica ad hoc). In questo momento non vorrei essere nei panni di Apple e il fatto che la scelta non sia facile è evidente dato il consistente ritardo nell’update dell’iMac. Tuttavia una decisione dovrà essere presa in breve termine e non possiamo far altro che sperare sia la migliore per gli utenti. Ma in questo pasticcio Apple si è voluta mettere da sola, quando ha deciso di legare a doppio filo il futuro della sua intera gamma di computer ad un’azienda come AMD, capace sì di grandi cose ma anche troppo incoerente e decisamente indietro rispetto la rivale NVIDIA.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.