Recensione: Apple Watch Serie 4, l’insostenibile richiamo del superfluo

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Ripensavo ai vari dispositivi Apple che possiedo o che ho acquistato nel corso di questi ultimi anni. Se escludiamo i Mac che sono sempre accesi e mi aiutano a sbarcare il lunario, l’Apple Watch è quello che sfrutto di più. Non è una sorpresa, ovviamente, è merito della sua natura di “orologio”, ma è comunque una considerazione interessante per me. L’iPad Pro lo sto usando ora, perché sono in aereo e lo trovo abbastanza comodo in queste circostanze, ma di norma prende polvere sulla scrivania. L’HomePod è bellissimo e si sente davvero bene, ma alla fine ho trovato più pratico il Google Home nel quotidiano (che ora sto meditando di sostituire con l’Amazon Echo Plus). Una Apple TV l’ho proprio spenta e l’altra vive in standby dietro il TV dello studio: la riaccendo solo per sfruttare l’estensione scrivania o il mirroring AirPlay. Le AirPods sono bellissime e quando sono in giro le adopero spesso, ma in studio uso le cuffie, in macchina lo stereo, a letto ancora cuffie. Sono pratiche, forse indispensabili, ma non sono sempre in funzione. L’iPhone rimane il fulcro di tutto in mobilità (che può voler dire anche il divano di casa, alle volte) eppure anche lui ha più lo schermo spento che acceso nel corso della giornata. Stessa cosa vale per l’Apple Watch, in realtà, ma questo ha un vantaggio importante: si indossa.

Il più classico è quello che preferisco: acciaio con maglia milanese

Dopo 4 generazioni – più una – sono ancora convinto che non sia un dispositivo necessario. Alla fine non lo è neanche più l’orologio, ma l’Apple Watch è certamente qualcosa di più. Ed è proprio nella definizione di questo “qualcosa” che si sta giocando la battaglia degli smartwatch. Battaglia che Apple ha ampiamente vinto per ora; si può asserire senza timore di apparire campanilisti visti i dati di vendita (finché ce li abbiamo). Questo non vuol dire necessariamente che il suo prodotto sia il migliore e certamente non lo è per tutti, ma Apple ha identificato uno specifico target ed ogni evoluzione è andata in quella direzione. Sport e Salute sono le parole chiave ricorrenti e che ne stanno guidando lo sviluppo, a cui si è aggiunta da due generazioni (una in Italia) la Connettività LTE. Come sempre accade quando si punta a realizzare dispositivi complessi come l’Apple Watch – che include “funzionalità” diversificate tra cui anche quella più velleitaria e modaiola – si finisce per essere inferiori ai prodotti che svolgono una ed una sola funzione. Penso ad esempio agli smartwatch di Garmin, che hanno migliori caratteristiche agli occhi dei veri sportivi. La ricetta di Apple è sicuramente più moderata: comode notifiche, monitoraggio dell’attività fisica, un pizzico di stile e sempre più attenzione alla salute.

Il nuovo dorso in ceramica e vetro zaffiro con sensori riposizionati (dietro la Serie 3)

Inizialmente c’era solo il sensore per il rilevamento del battito cardiaco, migliorato per efficienza, precisione e costanza nelle serie successive. La misurazione è diventata un “quasi” monitoraggio (la frequenza non è proprio costante), con la conseguenza utile di poter intercettare l’insorgenza di alcuni problemi avvisando l’utente. Con la serie 4 presentata nel 2018 si è andati anche oltre, riuscendo a rilevare le cadute accidentali grazie ad un più raffinato giroscopio e persino a realizzare un elettrocardiogramma con due elettrodi, uno sul dorso della cassa (a contatto col polso) e l’altro sulla corona digitale, che si deve toccare per effettuare l’ECG.

Ero piuttosto scettico sulla possibilità di inserire un dispositivo simile all’interno di un orologio, non avendo mai visto nulla di simile neanche in ambito medico, infatti l’Apple Watch è il primo dispositivo portatile che riesce a farlo, intendendo con questo non solo nella categoria degli smartwatch.

Buon rilevamento del battito cardiaco e presto anche ECG

In questo specifico momento tale funzione non è attiva, lo sarà solo a seguito di un update in arrivo entro la fine dell’anno, ma non sarà disponibile al di fuori degli Stati Uniti. Apple ha infatti ricevuto una sorta di benedizione della FDA, ma non una canonica “approvazione”. Questa non sarebbe neanche possibile visto che non esiste una specifica categoria in cui l’ECG dell’Apple Watch 4 rientrerebbe. In tali casi si dovrebbe seguire una lunghissima trafila come elemento “de novo”, ma l’FDA è stata bonaria con l’azienda che ha realizzato il primo smartwatch capace di realizzare un ECG e l’ha voluto considerare un dispositivo di tipo “cleared”, ossia di quelli che non possono causare problemi all’utente e quindi non richiedono attente verifiche. Una flessibilità tale non si ritrova chiaramente nel vecchio continente. E definendolo vecchio ho già spiegato il perché, intendendo con questo sia i pro della saggezza che i contro della lenta burocrazia. Attendiamo dunque un “bollino d’approvazione” che consentirà di sbloccare l’interessantissima funzione anche in Italia, ma dopo l’aggiornamento di fine anno l’app dell’ECG dovrebbe essere scaricabile ed utilizzabile anche da noi loggandosi con un Apple ID statunitense.

Comunque sia, l’elettrocardiogramma non è l’unico motivo per cui valga la pena considerare l’Apple Watch Serie 4, non a caso si stanno registrando buone vendite anche da noi dove non funzionerà subito e la funzionalità non è neanche menzionata sul sito.

Il quadrante Respiro, che richiama una delle funzioni che disattivo sempre dell’Apple Watch

C’è una cosa che mi preme sottolineare prima di andare avanti nella disamina ed è che se state cercando un buon motivo per comprare un prodotto che vi sembra inutile, non sarò io a fornirvelo. Ovviamente potreste trovarlo tra le righe, ma devo dare per scontato che chi si mette a leggere la recensione di una scopa elettrica sia quantomeno interessato a valutarne l’acquisto, considerandola quindi potenzialmente utile. L’Apple Watch è questo, non ha senso assegnarli uno scopo superiore. È quel prodotto “potenzialmente utile” che per alcuni si rivela una comoda abitudine per altri un acquisto che si poteva evitare. L’ago della bilancia nella valutazione non dovrebbe essere nessun altro all’infuori di voi.

Due Apple Watch 44mm Serie 4 (in basso), un Serie 3 42mm LTE sopra e infine un 38mm Serie 1

L’Apple Watch è un prodotto che non si cambia necessariamente tutti gli anni ma che essendo nato da poco ha dovuto maturare in fretta. Chi si è tenuto la versione “zero” fino al 2018 ha fatto un discreto sforzo o magari non lo sfruttava tanto da avvertirne i limiti. A distanza di quattro generazioni il cambiamento è tuttavia ben visibile, e lo è anche rispetto alla serie immediatamente precedente visto che questa è la prima in cui cambia la struttura. Non i cinturini, diciamolo subito a scanso di equivoci, ma la cassa è cresciuta un po’ di dimensioni per entrambi gli schermi, che oggi sono da 40 e 44mm, non più da 38 e 42. Inoltre le cornici si sono assottigliate parecchio e gli angoli dello schermo OLED ora sono arrotondati, andando a riempire una superficie ben più ampia. Al punto che il più piccolo dei nuovi ha uno schermo sostanzialmente uguale al più grande dei precedenti, il tutto senza impattare più di tanto nella superficie complessiva. Anzi, c’è una piccolissima ma gradita riduzione dello spessore, che è inferiore al mm ma si ha comunque l’impressione di vedere e sentire con mano, probabilmente per via della diversa curvatura del vetro.

Pur avendo sempre avuto display OLED, nei modelli di Apple Watch precedenti si riusciva ad intravedere il rettangolo del pannello bordato di nero fino ad arrivare al limite della cornice. La sensazione risulta più evidente oggi a confronto con il più moderno, che lo fa sembrare immediatamente vecchio. Nella serie 4 il pannello ha un bordo più sottile che risulta anche meno visibile per via del fatto che comincia più o meno dove inizia la curvatura del vetro frontale con i suoi giochi di riflessi. Piccoli accorgimenti che lo fanno sembrare decisamente più affascinante e che si notano sia con sfondi scuri che con quelli che lo riempiono completamente. Questi ultimi li ho sempre ritenuti brutti in passato, specie quelli con le foto o i timelapse che ne evidenziavano la forma squadrata, mentre sui nuovi schermi sono finalmente godibili. Persino belli, direi.

Con il nuovo display a bordi sottili e curvi, anche le schermate piene sono più gradevoli

Grazie allo spazio in più sul display e soprattutto agli angoli curvi, Apple ha creato due nuovi quadranti davvero interessanti, che consentono di utilizzare al meglio quasi ogni pixel a disposizione (e funzionano solo sui nuovi modelli). Nella schermata infograph si arriva addirittura ad 8 complicazioni che si aggiungono all’ora, rendendo l’orologio davvero più smart. Bisogna un po’ farci l’occhio, spostare le cose dove si preferisce e magari sostituire quello che ci interessa meno con altro, ma si può riuscire ad avere moltissime informazioni sempre visibili. Bisogna stare attenti anche ai contrasti, perché nella variante con sfondo bianco io fatico a vedere le lancette con una rapida occhiata, ma con qualche modifica ho ottenuto un quadrante che mi piace e dice tante cose utili per me. Lo alterno all’altro infograph modulare con orario digitale e a quello più tradizionale con Siri, che rimane molto comodo per le giornate impegnative visto che cerca di intuire di cosa abbiamo bisogno momento per momento (e spesso indovina, stranamente).

L’ottimo quadrante Infograh, disponibile solo sui nuovi modelli, sfrutta ogni angolo libero

Non è ancora possibile per gli sviluppatori creare nuovi quadranti. Probabilmente è una carta che Apple si giocherà in futuro, quando (e se) dovesse accorgersi di non avere molto altro da dire o qualora gli utenti dovessero esercitare una maggiore pressione mediatica sull’argomento. Più apertura sarebbe ad ogni modo gradita: si trova facilmente l’interfaccia adatta ai propri gusti, ma chiamando in causa tutti gli sviluppatori su piattaforma iOS spunterebbe sicuramente fuori qualcosa di diverso, innovativo e piacevole. Insieme a tantissima spazzatura, però, ed è per questo che con ogni probabilità Apple non ha ancora aperto questo vaso di Pandora.

I quadranti bizzarri ci sono pure…

Scrivendo in aereo, scollegati dal mondo online e dalle schede tecniche, si finisce per parlare di cose più personali, e non credo sia un male dopotutto. La verità è che questo dispositivo non mi spinge tanto a parlarvi di pixel, GHz o sistema operativo, poiché sono tutte cose trasparenti nell’uso. Ritorno a dire: è un dispositivo che si indossa e che ti induce a sentire la tecnologia come un sub-strato e non come l’elemento determinante.

Tuttavia l’Apple Watch è un gadget hi-tech, per cui vi devo dire che nel modello da 44mm c’è uno display OLED di qualità eccellente con 1,78″ di diagonale, abbastanza più grande del precedente 42mm ma non più ingombrante sul polso. Sicuramente la migliore soluzione per gli uomini. Per le donne, i ragazzi o in generale chi possiede un’ossatura sottile e “poca ciccia”, anche il 40mm risulta piacevole con il suo display da 1,57″ ed un ingombro davvero minimo. Certo qui è più difficile leggere i contenuti scritti in piccolo, ma per i pannelli il contrasto è ottimo in ogni situazione e si adattano perfettamente alle condizioni di luce ambientale.

Da tenere a mente: il 40mm odierno ha uno schermo più ampio del vecchio 42mm

Il sistema operativo cambia di poco in ogni generazione, spostano qualcosa qua e là per renderlo più pratico ed aggiungono alcune funzioni, come il Walkie Talkie di watchOS 5. Io, devo ammetterlo, non apro quasi mai le app direttamente sull’orologio. Il SoC Apple S4 presente su questo modello è un dual-core con prestazioni molto buone ed è coadiuvato da quello W3 per l’amministrazione dei sensori e dei collegamenti, ma è proprio l’idea di usare questo schermo in modo pro-attivo che non mi convince. Io l’ho sempre inteso come un’estensione dello smartphone, una piccola finestrella portatile grazie alla quale mi sposto in casa, nello studio o anche fuori senza il pensiero costante di avere l’iPhone in mano. In realtà lo adopero anche per avviare saltuariamente la lettura del battito cardiaco, il calendario o le sveglie, ma la maggior parte delle operazioni “tento” di effettuarle con Siri.

Utilizzare app sull’orologio? Ne faccio a meno finché posso…

Siri… oh, Siri! Una delizia che ci ha ammaliato diversi anni or sono ma che ormai vediamo più attraverso i suoi limiti che i prodigi. Attualmente ho in casa anche gli assistenti di Google ed Amazon, e vi dirò che il livello di comprensione è più o meno quello, con differenze poi nelle risposte per via delle competenze di ognuno. Google Assistant è forte del motore di ricerca e risponde praticamente a tutte le domande che vi possono venire in mente, Alexa può giovare delle tante skill e di una voce un po’ meno robotica, ma alla fin fine sono tutte IA ancora molto limitate e dobbiamo essere noi ad adattarci a loro per farle funzionare, mentre in un mondo ideale dovrebbe succedere il contrario.

Sul nuovo Apple Watch Serie 4 si può sollevare il polso e parlare direttamente con Siri e per le cose semplici ci capisce anche piuttosto bene, quel che trovo ancora oggi poco riuscito è proprio il sistema di comunicazione. Certe volte si attiva subito e tu aspetti un secondo di troppo e perdi il treno, altre volte si attiva molto in ritardo e hai parlato al vento, altre dici Ehi Siri e aspetti un attimo di troppo e ti trovi a parlare mentre lei ti dice qualcosa come “mm.. mm..” e non ti ascolta. Insomma, c’è del lavoro da fare sul fronte dell’usabilità secondo me. Alexa in tal senso è forse la migliore, capisce quando inizi una frase col suo nome anche mentre sta facendo altro e ti fa capire che ti sta ascoltando con il LED, per cui è molto più fluido e naturale “averci a che fare”.

Nella nuova confezione la cassa dell’Apple Watch è separata dal cinturino

Tra le funzioni che uso più spesso di Apple Watch c’è certamente quella del pagamento Apple Pay, che adopero nella maggior parte dei casi con la carta/conto ricaricabile Hype (creandola tramite questo link avrete 10€ in omaggio alla prima ricarica, anche fosse di 1€). L’anno scorso, le prime volte che la usavo, mi guardavano tutti come un alieno, ormai credo sia una cosa davvero molto diffusa e me ne accorgo anche perché sono già abituati a vedere usare gli smartwatch o gli smartphone per i pagamenti. Ciò non toglie che sia davvero comodo, così com’è comodo anche l’utilizzo per le carte d’imbarco dei voli, perché ti eviti di dover avere una mano occupata dall’iPhone.

Cambiare, cambiare, cambiare… qualche volta incrocio anche i diversi colori dei cinturini Sport

Con l’età, gli impegni e qualche problemino di salute, non ho più la possibilità di fare attività sportiva continua e programmata, per cui c’è tutto un settore di impiego degli smartwatch che oggettivamente mi manca. Il nuovo modello di Apple Watch è in grado di rilevare da solo le attività in corso ed è lui stesso a suggerirti di archiviarle se ti sei dimenticato di far partire la sessione all’inizio, una cosa che mi dicono essere davvero utile. Apple ha comunque pensato ad un metodo che rende tutta quest’area efficace anche per chi non va in palestra o in piscina.

Può non piacere, ma con gli angoli curvi e i nuovi quadranti mi sembra davvero ringiovanito

Gli ormai famosi tre cerchi, con calorie bruciate, minuti di esercizio (valutati sul battito cardiaco) e ore in piedi, ci consentono di tenere traccia della nostra attività anche se non siamo degli sportivi. Ci incita a fare di meglio (certe volte in modo insistente) e ci dà un piacevole riscontro alla fine delle giornate più impegnative, contribuendo ad evidenziare i nostri sforzi in chiave positiva. Questa impostazione ha consentito ad Apple di dare un senso al monitoraggio dell’attività per chiunque, giovane o anziano, sedentario o sportivo. Unendoci poi il rilevamento del battito cardiaco, lo smartwatch si propone di monitorare salute e benessere in modo abbastanza completo.

Perché Apple ha messo per lo più cinturini rosa sulla versione Oro in alluminio? Per farci comprare quello blu

A proposito di cuore, già dall’anno scorso avevamo segnalato della possibilità di rilevare la fibrillazione atriale tramite l’Apple Watch con un’app dedicata, ma con questa generazione Apple ha incluso la funzionalità direttamente nel sistema, che oggi è sempre più capace di identificare l’insorgenza di problemi. Non solo quelli cardiaci visto che in caso di caduta si attiva una sorta di modalità di sicurezza in cui ci viene richiesto di confermare il nostro buono stato di salute, e se non riceve risposta procede in automatico a chiamare i soccorsi. Di certo questo è uno degli ambiti in cui Apple ha riscontrato maggiore attenzione mediatica e favori degli utenti, per questo vi concentrano sempre più sforzi per migliorare di generazione in generazione. L’obiettivo a lungo termine è quello di creare un vero e proprio “salva vita” da tenere al polso e sono già a buon punto se si considera che questo è il primo dispositivo portatile al mondo a poter realizzare un ECG. Mica pizza e fichi, direbbe qualcuno.

Un po’ più sottile e realizzato ancora meglio

Il terzo polo di sviluppo su cui si sta puntando è quello della connettività, migliorata in portata per il Wi-Fi (il cui uso consente di dialogare con l’iPhone anche al di fuori della portata del Bluetooth) ma soprattutto per la presenza della variante LTE. Non si tratta di una novità assoluta ma lo è per noi, visto che il primo Apple Watch Serie 3 con modem cellulare non è arrivato in Italia. All’interno dello smartwatch c’è una eSIM che va utilizzata dal provider telefonico in parallelo rispetto a quella dell’iPhone abbinato. In sostanza è un duplicato digitale della SIM inserita nel telefono e quindi utilizza lo stesso numero o il traffico dati. La versione che possiede questa funzionalità costa 100€ in più (partendo dalla base in alluminio) a cui bisogna aggiungere i 5€ al mese della OneNumber di Vodafone, il prezzo del servizio offerto dall’unico operatore italiano che al momento è attivo. Ha senso? Anche qui la risposta non può che essere: dipende.

Tanti modelli diversi di Apple Watch… la serie 4 si impara a riconoscere in fretta

Esempi di utilizzo concreto ce ne sono diversi, che vanno dall’attività sportiva in esterno senza la necessità di portarsi l’iPhone pur rimanendo accessibili. fino a quelle impreviste, in cui ci si può trovare senza smartphone ma comunque in possibilità di ricevere o effettuare telefonate. Il mio consiglio è di attivare la funzionalità finché c’è la possibilità di provarla senza obblighi di contratto, così potrete valutare se risulta utile in base alle vostre abitudini. Personalmente l’ho trovata comodissima in un paio d’occasioni, ma la maggior parte del tempo me ne dimentico. Ciò non significa che non sia comunque valida, infatti ho provato a disattivare la rete cellulare per qualche giorno ed ho notato che più spesso mi perdevo notifiche quando mi allontanavo dallo smartphone. La cosa da sottolineare è comunque il miglioramento dell’audio, che consente effettivamente di telefonare in vivavoce anche in auto senza difficoltà, sia per noi che ascoltiamo che per l’interlocutore, che ci sente molto meglio di quanto non avvenisse con le generazioni precedenti di Apple Watch. Rimane ovviamente anche la possibilità di collegare auricolari, cuffie o speaker Bluetooth, cosa che risulta ottimale con gli AirPods ma non solo.

Il retro dell’Apple Watch Serie 4 è tutto nero, in ceramica e vetro zaffiro

Aumentando gli schermi Apple ha rinnovato leggermente anche la struttura, che ora si presenta con una maggiore curvatura degli angoli, che accompagna quella dello schermo. Non è una cosa che si nota a colpo d’occhio, perché il design è sostanzialmente quello, per cui vedendolo da lontano serve uno sguardo attento per identificare la nuova generazione. Ciò non toglie che il cambiamento sia evidente in un confronto ravvicinato e si nota anche da altri elementi secondari. Ad esempio la corona digitale nel modello LTE ora ha solo una linea rossa intorno e non un cerchio pieno come nel modello precedente, il dorso è interamente nero, con ceramica e cristallo zaffiro, con una diversa disposizione dei sensori.

La resistenza all’acqua è invece garantita fino a 50 metri di profondità, cosa che ne amplia gli scenari di utilizzo. Nota di merito per il gradevolissimo effetto realizzato con il Taptic Engine, che dà l’impressione di sentire gli scatti della corona sotto le dita, anche se non restituisce proprio un senso di fisicità dal momento che l’effetto cambia a fine corsa (con un colpetto più forte) e si perde del tutto quando non si stanno compiendo operazioni (ad esempio se non c’è nulla da scorrere a schermo). Questo lo rende forse più utile visto che ci fa capire al tocco cosa stiamo facendo, ma fa perdere un po’ la magia dell’analogico.

Ogni tanto ritarda nell’aggiornamento degli impegni aggiunti al momento per lo stesso giorno

Nei primi Apple Watch la batteria era un po’ una croce, oggi è diventata “giusta”. Per concludere una giornata si sta anche larghi, per la verità, cosa che consente un utilizzo più flessibile. Io, ad esempio, tendo a tenerlo indossato di notte per il monitoraggio del sonno e del battito cardiaco con HearthWatch ed AutoSleep, per cui poi lo ricarico la mattina mentre mi preparo oppure quando sono fermo alla postazione di lavoro (certe volte il cinturino che sbatte sull’angolo della scrivania mi dà fastidio e quindi lo toglierei comunque). In media direi che ha un’autonomia di 36/40h, ma se lo utilizziamo con LTE attivo questa misura scende in picchiata. Anche troppo, per quanto mi riguarda. Se si esce con il solo Apple Watch e si utilizza (facendo chiamate, ascoltando musica o con un po’ di navigazione satellitare), basta una mattinata per mandarlo al tappeto. Ecco perché la connessione cellulare non si può considerare come una sostituzione dello smartphone ma piuttosto come una comodità o una sicurezza in più in assenza di quello. Un piccolo appunto per il metodo di ricarica: visto che hanno rinnovato un po’ il design, non si poteva cogliere la palla al balzo per passare allo standard Qi?

Conclusione

Voto 4,5/5In sintesi l’Apple Watch Serie 4 è un’ottima evoluzione di un prodotto già molto valido. Non so se arriverà mai ad essere del tutto indipendente, ma il suo obiettivo non è quello di sostituirsi allo smartphone poiché semplicemente non è possibile. È sempre più veloce, questo sì, ma anche se le app fossero istantanee e del tutto autonome (cosa che attualmente non è, dipendendo da quelle installate sull’iPhone), rimane sostanzialmente scomodo interagire su uno schermo così piccolo al di fuori dei comandi più semplici. Al massimo potrebbe avere un’evoluzione in ottica di controllo vocale, ma per come stiamo messi ora con Siri non mi aspetto miracoli nel breve perido. Se però si inquadra per il verso giusto e non ci si aspetta che sia qualcosa di diverso, uno smartwatch può essere di grande utilità, specie uno come l’Apple Watch che unisce funzionalità ed un buon design. Su quest’ultimo aspetto si può discutere, ma personalmente non ho mai apprezzato del tutto l’aspetto squadrato, pur avendo verificato quanto sia più utile nel mostrare i contenuti rispetto agli smartwatch con cassa circolare. In questa quarta edizione, però, Apple ha forse trovato la famosa “quadratura del cerchio”, arrivando ad alleggerire l’aspetto con questi angoli più arrotondati ma senza tradire la maggiore utilità di uno schermo sostanzialmente rettangolare. Unico appunto, chi arriva dalle precedenti generazioni noterà che ora la parte iniziale dei badge di notifica e quella finale coi pulsanti, appaiono leggermente “tagliate” dalle curve, ma senza pregiudicarne l’uso come avverrebbe su uno schermo rotondo.

Le linee di prodotto sono state semplificate con l’esclusione del costoso Edition — che tuttavia rimpiango moltissimo per la bella variante bianca, sigh! — e non si parla più di Sport o Classic, semplicemente un solo Watch con diverse casse e cinturini. A me è sempre piaciuto quello nero, però trovo molto più versatile quello argento per l’abbinamento con svariati colori/cinturini. Non mi piace però l’effetto che ha questo colore sull’alluminio, perché mi sembra un po’ giocattoloso. Alla fine il mio preferito nell’uso quotidiano è sempre stato e rimane l’acciaio inossidabile, pregevole alla vista ed utilizzabile con qualsiasi abbigliamento, anche se costa e pesa di più.

L’oro (anche in alluminio) col cinturino Blu, è stata una piacevole sorpresa

Notevole anche la nuova colorazione oro, che è già piuttosto bella sull’alluminio ed è un peccato che Apple gli abbia abbinato per lo più cinturini rosa, perché quello (bello) Sport Tortora c’è solo sull’oro in variante acciaio inossidabile. Sempre su quest’ultima si può abbinare pure il nuovo cinturino milanese in tinta, creando un abbinamento forse un po’ forte ma che indossano molto bene sia uomini che donne. Tuttavia credo sarebbe stato meglio offrire più scelta di cinturini in fase d’ordine, perché quello oro sta molto bene col blu (foto sopra) ed ho notato che lega pure con lo Sport Loop in rosso. Certo è sgargiante, ma basta un gesto per cambiarlo e ritorna più sobrio, che poi è anche il bello del meccanismo semplice realizzato da Apple. Da notare che la nuova confezione con i due elementi separati (una scatola per la cassa ed una per il cinturino) avrebbe reso la personalizzazione in fase d’ordine finalmente semplice da “assemblare” anche per Apple, che evidentemente ha preferito comunque dare poca scelta per invogliare all’acquisto di nuovi cinturini. Chiamateli fessi…

Bella la nuova confezione a due pezzi, ma potevano approfittarne per dare libertà di configurazione

Il modello base forse non costa neanche tanto, certo è più della media dei prodotti concorrenti, ma se ne provate un paio capirete quanto sono distanti dall’usabilità dell’Apple Watch. Non dico che 439€ siano bazzeccole, ma la cosa interessante è che già il 40mm ha una dimensione apprezzabile ora (la superficie dello schermo è quanto quella del vecchio 42mm) e non si perdono funzioni rispetto ai più costosi. In pratica si paga il pregio dei materiali e non della tecnologia, cosa del tutto sensata per questo tipo di prodotto. Infatti si può aggiungere il modulo LTE anche su questi (+100€). Certo è che se si considera invece la cassa in acciaio e da 44mm (la mia preferita) si arriva a ben più pesanti 759€, che diventano addirittura 859€ con il cinturino in maglia milanese. Qui la connessione Cellular è di serie, però, andando a compensare una parte della differenza. Tanto per capirci: il modello alluminio 44mm con cinturino sport ed LTE costa 569€, ovvero 190€ in meno di quello acciaio di pari caratteristiche.

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Apple Watch Serie 4 sull’Apple Store

La questione del “vale ciò che costa” è sempre più difficile da affrontare con i prodotti Apple di questi tempi, però se si considera la versione base e si parte dall’assunto di volere uno smartwatch, che già di base una necessità non è, tutto sommato non è poi così eccessivo. Discorso del tutto diverso va fatto passando all’acciaio, dove si spende di più per cose che non riguardano la tecnologia, e ancora di più per la serie Hermes, con cinturini in ottima pelle e design ricercati che si pagano profumatamente, raccogliendo l’eredità della versione Edition correlata all’idea di lusso. Dal mio personalissimo punto di vista, nel ribadire il fatto che si tratta di un prodotto con utilità molto relativa a differenza di uno smartphone, lo avverto come una spesa che mi ripaga ed è per questo che lo sto aggiornando tutti gli anni. Tuttavia ritengo sia una considerazione fin troppo soggettiva, perché al di fuori di bello o brutto, veloce o lento, ci si deve prima di tutto interrogare su “lo voglio?” più che “mi serve?”.

PRO
Design pulito e costruzione ancora più curata
Display eccellente in ogni ambito, ora pure più grande
 Sempre più veloce e reattivo
Efficace la corona digitale a cui è stato aggiunto un gradevole feedback
Rilevamento del battito cardiaco preciso e sempre più costante
 Possibilità (futura) di effettuare un ECG
 Rilevamento delle cadute
 Rilevamento di (alcuni) problemi cardiaci
Cinturini variegati e molto pratici da sostituire
 Nuove interfacce ancora più complete
Ottimo miglioramento in campo audio, si può telefonare benissimo
È resistente all’immersione fino a 50 metri
 Sempre valido il sistema di navigazione turn-by-turn a “tocchi”
 Autonomia di quasi 2gg senza l’uso cellulare

CONTRO
Prezzo importante per i modelli in acciaio
 Siri rimane la solita capricciosa
 Usare la rete LTE riduce drasticamente la batteria
 Sistema di ricarica proprietario (non si poteva proprio provare con lo standard Qi?)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.