Succede anche su Mac, ma è soprattutto su PC che si osserva il fenomeno del tradizionale download da browser di un altro browser. Su un computer nuovo, nella maggioranza dei casi la prima apertura di Internet Explorer è contestuale al successivo scaricamento di Google Chrome o Mozilla Firefox (la striscia in stile manga pubblicata da un fumettista su Twitter qualche mese fa riassume molto bene la questione). Divertente e triste allo stesso tempo, se ci si lascia prendere da quel pizzico di umanizzazione che a volte si dà ad oggetti materiali e immateriali immaginandosi quale tortura è per il povero Internet Explorer. Gli ingegneri software di Google hanno pensato di replicare lo stesso concept in maniera geniale in un altro ambito: gli assistenti virtuali.
L’ultimo aggiornamento dell’app Assistente Google su iPhone e iPad ha infatti introdotto il supporto ai Comandi Rapidi di Siri, introdotti con iOS 12. La segretaria digitale made in Apple può così diventare a tutti gli effetti l’Internet Explorer della situazione, limitando i suoi compiti al passare la palla alla collega/rivale di Mountain View e poco più. Una volta impostata, a telefono sbloccato basterà dire “Ehi Siri, Ok Google” per proseguire le attività direttamente nell’altra applicazione. Per fortuna le sinergie tra le due parti non si limitano solamente a questo, anzi: molto interessante è la possibilità di creare una vera e propria catena di automazione legando i Comandi Rapidi Siri alle Routine Google, utile specialmente nei contesti domotici.
Come già detto poco sopra, la novità sta arrivando dall’App Store sotto forma di aggiornamento dell’Assistente Google. Purtroppo però almeno in questa prima fase il supporto sembra essere limitato alla sola versione statunitense, tuttavia è lecito pensare che si tratterà al più di settimane affinché le possibilità sopra descritte arrivino pure nel Vecchio Continente. Con buona pace di Apple che deve ingoiare il rospo, nella speranza possa esserle di stimolo per centuplicare i suoi sforzi su Siri, rimasta purtroppo indietro nella sfida contro Amazon e Google.