SSD da incompresi a standard, il prossimo passo sono 4TB a basso costo

Permettetemi di parlarvi di una cosa che non scrivo quasi mai negli articoli. SaggiaMente è una piccola realtà, il cui numero di redattori nel team stabile si conta sulle dita di una mano… chiudendo pure un dito. Qualcun altro va e viene, ma noi siamo un po’ come una famiglia, seppure distribuita in diverse zone d’Italia. Lo spirito con cui io e miei colleghi mandiamo avanti questo sito spero sia evidente ed è quello di mettere la passione prima di tutto, anche quando comporta sacrifici. Di norma non le mandiamo a dire, siamo più schietti e sinceri possibile, e dai vostri feedback abbiamo capito che questo è un aspetto che piace, ma al tempo stesso ci ha portato ad infastidire più di qualcuno. Noterete infatti il crescente numero di troll che infesta gli articoli con maggiori contenuti d’opinione. Ma questa non è una novità, anzi abbiamo avuto un momento in cui gli attacchi verso di noi (e persino diretti personalmente a me) erano ancora più esasperati. Il picco più rilevante si è avverato nel 2011, al culmine di una battaglia informativa che avevo iniziato nel 2010.

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Una delle antiche foto di SaggiaMente che ritrae un SSD installato in un MacBook Pro

In principio erano soltanto recensioni di SSD, poi guide per installarli all’interno dei principali Mac dell’epoca (con e senza adattatori), e in ogni articolo in cui spiegavo che con un disco allo stato solido il computer era molto più veloce, ottenevo in risposta tantissimi consensi ma anche pareri contrari e persino insulti. Dopo quasi due anni così, a fine 2011 ho provato a riassumere il tutto con l’articolo perché tutti dovrebbero avere un SSD e in quel momento anche i più ostinati detrattori avevano alzato bandiera bianca. Alcuni di voi probabilmente ricorderanno anche il motto +SSD -GHz che ho usato per anni con l’obiettivo di invertire l’ordine di priorità che molti avevano sedimentato. Per un sistema equilibrato, bisogna prima di tutto bisogna accertarsi di avere un SSD e solo dopo pensare ad aumentare i GHz. Ovviamente il concetto è sintetizzato al massimo, tutti sappiamo che è meglio avere entrambi, ma fortunatamente non c’è più bisogno di spiegare queste cose quasi a nessuno. Di certo non su queste pagine. Stranamente c’è ancora chi stima il Fusion Drive che per quanto fosse un’idea interessante io ho sempre ritenuto di sconsigliare, ancora di più da quando Apple lo ha depotenziato ma sempre e comunque per i suoi limiti e rischi (e poi sta negli iMac, dove mettere un HDD esterno da 4TB costa 100€ e si nasconde dietro il computer). Se oggi la maggior parte delle persone sanno almeno cosa significa SSD ed hanno capito che è utile, permetteteci un po’ di soddisfazione, se non altro per le centinaia di ringraziamenti ricevuti da chi ha seguito i nostri consigli in tempi non sospetti. Tuttavia il merito per averli resi noti al grande pubblico è certamente di Apple e del MacBook Air 2010, uno dei primissimi computer – e di sicuro il più noto – ad essere disponibile solo e soltanto con memoria allo stato solido.

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La prima foto di un MacBook Air su SaggiaMente: guardate il logo, vecchio di 3 generazioni!

Interrompo qui la camminata sul viale dei ricordi, che pensavo di esaurire in poche righe e invece vi ha già rubato troppo tempo. L’ultimo Black Friday ci ha ricordato che ormai gli SSD costano davvero poco, al punto che non c’è più alcuna ragione per non impiegarli entro certe dimensioni. Oltre convengono sempre i vari DAS/NAS o al limite i dischi singoli (ma attenzione al backup). E questo vale sia per i computer nuovi che per quelli vecchi, visto che si trovano unità di piccolo taglio a prezzi impensabili anche l’anno scorso (stamattina si può prendere un Crucial BX500 da 240GB a 37€). Oltre al merito d’immagine di Apple, nonché a quello delle tante aziende specializzate in SSD che hanno fatto furore nei primi anni (e che oggi sono state comprate dalle major), bisogna dare s Samsung quel che è di Samsung. Certo Intel e Micron sono tra le più avanzate, ma la coreana è leader de facto nelle vendite, grazie a soluzioni tecnologicamente all’avanguardia che arrivano prima sul mercato ed allo stesso tempo con costi abbordabili. Le due tecnologie più importanti degli ultimi tempi sono state le 3D NAND per archiviare dati su più livelli e le MLC, che hanno consentito di memorizzare più informazioni sulla stessa cella, riducendo così i costi. La famiglia delle MLC si è poi allargata, visto che da due bit si è passati a tre (TLC) e infine a quattro per cella (QLC).

Samsung ha annunciato oggi la sua linea QVO, dove la Q che sostituisce la precedente E identifica proprio l’utilizzo di QLC. Più informazioni nello stesso spazio si possono inserire grazie a processi produttivi sempre più miniaturizzati e precisi, ma si è sempre temuto cha lasciando la strada delle SLC (le prime, con Singolo bit per cella) si sarebbe andati incontro a problemi di affidabilità. In realtà il lungo periodo di uso con le MLC ha dimostrato che i problemi dovuti proprio alle NAND sono davvero rari, è più facile che i malfunzionamenti dipendano dai controller che non dalle memorie. Il Samsung 960 QVO ha prestazioni massime che toccano il limite fisico della porta SATA3, con 550MB/s di lettura e 520MB/s di scrittura sequenziale. Questi risultati sono ottenuti anche grazie all’associazione di una più veloce cache SLC, così come analizzato da Anandtech nella sua recensione:

La cosa interessante di questa soluzione, che non sarebbe tecnicamente preferibile rispetto alle MLC pure, è il prezzo. Si partirà da dicembre con un listino di 180,29€ per 1TB, che sono elevati rispetto agli attuali 165€ dell’860 EVO dello stesso taglio ma quello era partito da quasi 400€ all’uscita. Con questo voglio dire che comprare un QVO a dicembre non sarà una buona scelta, ma il prodotto non è meno importante guardando la cosa in prospettiva, quando con molta probabilità si arriverà a comprare la variante da 4TB a poco più di 200€. Quello sarà un nuovo momento di rottura che consentirà di usare SSD anche per lo stoccaggio di dati massicci, cambiando ancora una volta la percezione comune verso le memorie solide. È bene sottolineare che la riduzione dei prezzi si sta ottenendo per vie traverse, non è che la materia prima costi meno e neanche la sua lavorazione, solo si è trovato il mondo di farla rendere molto di più. Nel frangente sono anche aumentati i sistemi anti-rottura, sempre più sofisticati, con l’obiettivo di rendere i vantaggi superiori ai potenziali rischi.

Altri prodotti da tenere d’occhio sono i dischi esterni Samsung Portable X5 con connessione Thunderbolt 3. Questa è obbligatoria per poter portare all’esterno le linee PCIe necessarie ad una soluzione NVMe, ma il vantaggio è nelle prestazioni, con velocità che sfiorano i 3GB/s. Oggi sono carissimi, ma speriamo che anche loro possano andare incontro ad una riduzione importante di prezzo nel prossimo futuro. Da considerare, però, che in questo caso gran parte del prezzo non è dovuto al disco quando al controller T3/PCIe che include, visto che l’SSD è uno dei tradizionali NVMe di Samsung che costano decisamente meno.

E pensare che nel 2012 festeggiavamo i primi SSD che costavano $1 al GB

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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