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È passato un altro anno, probabilmente uno dei più controversi nella recente storia di Apple. Se nei precedenti si potevano scorgere prevalentemente punti alti, il trend a cui abbiamo assistito negli ultimi 12 mesi presenta un maggiore equilibrio tra note positive e negative, se non addirittura una preoccupante tendenza a favorire quelle dolenti. Nulla d’irrecuperabile, ovviamente: chi ha già pronte le coccarde nere a lutto è bene che le tenga riposte in un cassetto, così come gli hater forse vorranno godersi per altri eventi lo champagne tenuto appositamente in fresco per l’istanza di fallimento di Apple. Nemmeno i fan più accaniti della mela possono però chiudere gli occhi davanti alla prospettiva di un 2019 maggiormente improntato sulla difensiva da parte di Tim Cook e soci, apportando quelli che appaiono ormai come doverosi correttivi. Non è nostra intenzione porre l’accento sulle negatività, partiamo anzi dai punti alti, che non sono affatto pochi.

Alti


👍 Apple Watch

Non ne sono utente, anzi appartengo alla parrocchia sinora perdente (Wear OS). Ma se c’è una forza trainante nel settore smartwatch, quella è identificabile nell’Apple Watch (recensione). La nuova generazione ha migliorato ancor più l’ottimo lavoro svolto dalla precedente, portando un bel maquillage, la variante 4G in molte più parti del mondo (Italia inclusa) e funzionalità ben riuscite come l’ECG che, per quanto al momento sia solo USA-only, rappresenta una vera meraviglia tecnologica se si considera la natura del dispositivo. Anche watchOS continua ad evolversi nella giusta direzione e per quanto continui in buona parte a dipendere dall’iPhone cui l’orologio è abbinato sta ricominciando a guadagnare un po’ di trazione tra gli sviluppatori terzi (vedasi di recente Spotify). La concorrenza è di fatto costituita al momento dalla sola Samsung, l’unica con una piattaforma altrettanto competitiva, per giunta sotto il naso di Google che invece continua a non trovare davvero la quadra. Probabilmente chi sostiene che l’Apple Watch sia attualmente il miglior mezzo per mantenere ancorato un utente all’ecosistema iOS non ha tutti i torti. Resta da capire per quanto durerà la situazione positiva, temendo ripercussioni sullo smartwatch per colpe non sue.

👍 iPad Pro

Potevamo non metterlo tra i fatti positivi? La nuova serie di iPad Pro (recensione) rappresenta, almeno dal punto di vista hardware (e unità piegate a parte), un gran bel passo in avanti. Estetica moderna, Face ID e potenza da vendere. Certo non costano poco, ma non sono fatti per chi bada al budget. Apple li posiziona a tutti gli effetti come dei laptop replacement, ponendoli almeno in parte come concorrenti anche degli stessi MacBook. Il freno a mano è costituito dal software, e ci ritorneremo a breve. Per chi invece vuole un prodotto dalle buone prestazioni senza spendere un capitale, ha una validissima scelta nell’iPad 2018, che ora supporta anche la Apple Pencil di prima generazione.

👍 SoC A12/A12X

Buona parte del merito per il piazzamento dell’iPad Pro ce l’ha indubbiamente il SoC. Gli A12/A12X rappresentano uno stato dell’arte nel mondo ARM, che Qualcomm ed altre rivali cercano di raggiungere e superare senza successo, restando ancora all’incirca 12-18 mesi indietro in termini di prestazioni. Il peccato è anche qui costituito dal succitato freno a mano, dato che in sua assenza l’ottimizzazione hardware/software tipica dei prodotti Apple permetterebbe di sfruttare al meglio la cavalleria a disposizione. Se poi siano pronti per fare il salto nei Mac, è tutt’altro discorso entrando in gioco un sistema e un parco applicazioni ben più complesso. Appare in ogni caso più una questione di quando (2020? 2021?) che di se, a meno di proposte Intel che non si potranno rifiutare.

👍 MacBook Air e Mac mini

Vi starete chiedendo senz’altro: e il MacBook Pro? Certo, merita di stare tra gli alti (vecchia tastiera a parte), ma alla fine si è trattato di un semplice refresh hardware, per quanto corposo visto l’aumento dei core nonché il successivo arrivo delle opzioni Radeon Vega. Se ci sono due computer che devono avere l’onore della ribalta, questi sono i nuovi MacBook Air e Mac mini (recensione). Oserei dire a furor di popolo, hanno ricevuto una revisione completa tanto nell’aspetto quanto all’interno. Non sono ciambelle perfettamente riuscite, specialmente sul fronte dei prezzi, ma rappresentano un bel segnale per chi sosteneva che il Mac fosse morto al di sotto della fascia Pro. Se basteranno a quietare tali timori, tuttavia, non è ancora possibile dirlo. Come abbiamo già avuto modo di dire a più riprese quest’anno, le sfide davanti ad Apple in termini di coesistenza tra iPad e Mac sono parecchie.

👍 AirPods

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Non sono state rinnovate quest’anno, ma continuano a stupire. Le AirPods (recensione) sono ormai un simbolo quasi tanto quanto le antenate “cuffiette” bianche cablate che facevano la loro bella figura negli spot di iPod. Mantengono saldamente un alto volume di vendite e sono invidiate dalle aziende rivali che cercano di replicarne la bontà in tutti i modi. Più facile a dirsi che a farsi: qui Apple non ha commesso errori, proponendo un prodotto riuscito dal buon rapporto qualità/prezzo. Per la seconda generazione, che dovrebbe avere tra le sue peculiarità il case con ricarica wireless e la resistenza al sudore, la strada appare tutta in discesa.

👍 iOS 12 e macOS 10.14

Diciamocela tutta: ci voleva poco per far meglio dei predecessori. Detto questo, Craig Federighi e il suo team hanno optato ad inizio anno per dare più attenzione alla qualità. E ci sono riusciti. A mio avviso più con iOS 12 che con macOS 10.14 Mojave, ma in entrambi i casi si percepisce una migliore realizzazione, frutto di bugfix e cura per le prestazioni. Scusate se è poco vedere un iPhone 5s, anno 2013, che tuttora riceve nuovi rilasci che nemmeno lo penalizzano troppo, come invece iOS 11 aveva maldestramente fatto. Detto questo, il 2019 sarà un anno chiave. Gli iPad Pro hanno bisogno di un iOS più all’altezza delle aspettative, mentre su Mac si attende il completamento dei lavori sui framework legati al progetto Marzipan, di cui Mojave offre un assaggio sotto forma di Borsa, Home e Memo Vocali, promettendo un futuro interscambio migliore di app tra piattaforma mobile e desktop.

👍 Apple Music

Sempre più in ascesa, Apple Music è uno dei servizi meglio curati in quel di Cupertino, se non proprio il più curato. Varie acquisizioni, soprattutto quella poderosa di Shazam, e gli accordi pattuiti come quello con Amazon per l’integrazione con Alexa, stanno preparando il terreno per una ulteriore espansione futura, mentre la base d’utenza continua a crescere trasformando il mercato dello streaming musicale in una corsa a due con Spotify. La lunga esperienza di iTunes, coadiuvata dall’investimento in Beats, ha dato e sta continuando a dare anche qui i suoi frutti. Vedremo se il 2019 porterà sinergie con l’imminente servizio di streaming video e, perché no, pure Libri, rendendo Apple la terza dopo Amazon e Google ad offrire un pacchetto completo.

Bassi


👎 HomePod e Siri

Veniamo alle note dolenti. HomePod, allo stato attuale, appare un fiasco senza mezzi termini. Soprattutto al di fuori del territorio USA. Qualitativamente il dispositivo meriterebbe: è ben realizzato ed ha un audio davvero curato. Se però tu, Apple, proponi uno smart speaker, deve essere smart. Invece ci troviamo con Siri che arranca rispetto le rivali, il supporto HomeKit che non attecchisce tra le soluzioni di domotica emergenti, un singolo prodotto contro molteplici da Amazon e Google per ogni fascia di prezzo e limitazioni geografiche in termini di disponibilità. In Italia è atteso e ci sono test in corso, come vi avevamo già rivelato nei mesi scorsi, ma considerato come Echo e Home abbiano fatto in pochi mesi man bassa dalle nostre parti, forse quasi non varrebbe più neanche la pena per Apple investire in un mercato che sembra perso ancor prima d’iniziare a combattere. Un peccato, se si considera che al contrario delle altre piattaforme smart la mela offrirebbe un livello di privacy superiore. Per fortuna dei segnali incoraggianti si vedono, con la nuova gestione in mano a John Giannandrea e recenti test che indicano, almeno negli USA, Siri in ripresa.

👎 iPhone XR e XS

A pensare che li sto davvero collocando tra i bassi mi viene il dispiacere. Non posso fare altro, però: che XR e XS non stiano andando come auspicato appare ormai palese. Specie se si considerano solo le vendite a prezzo pieno nei negozi Apple. Passi per l’iPhone XS (recensione), una semplice evoluzione del X con l’unica aspettativa sulla variante Max destinata ad accontentare una fetta di pubblico premium abbastanza ristretta. In questo senso, forse non meritava né di essere menzionato come punto alto né come basso, se non fosse per il problema di cui parleremo a breve. Impossibile transigere invece per XR (recensione). Molti, me compreso, si aspettavano che questo dispositivo avrebbe venduto a vagonate, anche perché stavolta la formula sembrava azzeccata dal punto di vista hardware rispetto al passato tentativo del 5c. Invece, rischia di essere un flop proprio tanto quanto il 5c, a meno che le promozioni sempre più frequenti e la distribuzione a prezzi migliori su Amazon non invertano la rotta.

👎 Prezzi

Eccoci qui. Basta menare il can per l’aia e guardiamo al vulnus più pesante per Apple nel 2018: i prezzi. Apple Watch, AirPods e iPad 9,7” a parte, si può dire che hanno tirato troppo la corda su tutti gli altri prodotti e quel bubbone che sotto la cute si stava gonfiando negli ultimi anni alla fine è esploso in maniera dolorosa. Per parecchio tempo Apple ha gongolato sui propri successi, gli utenti acquistavano in massa e i profitti erano stellari. Il nocciolo della questione è nel modo in cui si ricerca il profitto. Due sono le vie principali: o vendendo quantità elevate o alzando i prezzi accontentandosi di una nicchia. Si può cercare anche una modalità intermedia, basta non esagerare. Cosa che Apple invece ha fatto, non accorgendosi peraltro che è l’unica a perseguire un vero e propio posizionamento di lusso (non ditemi che credete davvero a Cook quando lo nega). In mercati come quelli automobilistici e dell’orologeria, l’innalzamento dei prezzi o la strategia intermedia funzionano perché le case di lusso sono numerose quasi quanto quelle di massa, permettendo così la creazione di concorrenze pressoché parallele. Ma Huawei e Samsung non sono per Apple le equivalenti di BMW e Mercedes, semplicemente perché nel settore smartphone non ce ne sono. Del resto, se Audi non fa competizione diretta a Fiat e Toyota, lasciando che a farlo siano altri marchi del gruppo Volkswagen, ci sarà un perché. Ci sarà un altro perché poi nel constatare come gli stessi marchi premium offrano spesso sconti, pardon, “vantaggi cliente” sui propri modelli e non solo quando si trovano in difficoltà. Essere un po’ più upscale ci sta, pretendere la botte piena e la moglie ubriaca no. Speriamo che il 2019 porti Apple a più miti consigli che non si limitino a modeste supervalutazioni.

👎 AirPower

Diciamoci la verità: ormai è da considerarsi alla stregua del vaporware. I problemi progettuali menzionati dai vari report non sono triviali e la prospettiva di causare incendi, per quanto magari in fin dei conti possa non essere elevata, rende corretta la scelta da parte di Apple di non rilasciare definitivamente la base AirPower. Tanto clamore si sarebbe però evitato se il prodotto non fosse stato annunciato lo scorso anno. Non penso che i difetti strutturali risultassero allora ignoti, perciò perché fare una mossa così poco “Apple” anticipando qualcosa destinato a non arrivare? Perlomeno, non nella forma in cui l’abbiamo visto? Se vedremo l’AirPower, è probabile che avrà un bel po’ di differenze rispetto quanto previsto e considerato che l’immagine del dispositivo è ormai danneggiata sul nascere anche un nuovo nome potrebbe essere di auspicio.

👎 Prodotti seppelliti o dimenticati

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Per carità, è probabile che continui ad essere una mia ossessione più che un dato di fatto. Ma resto convinto che aver eliminato l’iPhone SE, senza nemmeno avergli dato un ultimo successore, sia stato uno sbaglio. Oltre ad accontentare gli affezionati delle dimensioni ridotte, rappresentava il punto d’ingresso al mondo iPhone nonché un buon prodotto nei piani telefonici in abbonamento a scopi lavorativi/aziendali (che poi 4″ non siano effettivamente così comodi per inviare lunghe email o consultare documenti al volo è un punto da concedere a favore dei detrattori). Con la crescente anzianità di iPhone 7 ed 8, mi auguro che Apple voglia considerare un futuro modello XE che vada ad offrire in un formato più compatto, attorno ai 5″, le principali novità hardware (a partire da Face ID) dei modelli maggiori, come ai tempi fece SE col 6s. Desta poi stranezza il fatto che il piccolo SE sia stato rimosso quando rimane in commercio l’iPod touch ancor più vecchio nelle caratteristiche, quasi una reliquia del passato di cui Apple nemmeno sembra curarsi per dargli un’onorevole uscita di scena. Ma tant’è. Anche l’iPad mini inalterato dal 2015 costituisce una singolarità in attesa di risoluzione: qui, per fortuna, i rumor sembrano essere tutti benevoli per un rilancio nel 2019. Esulo volutamente dal discorso iMac e Mac Pro. Il primo è rimasto bloccato al 2017, sia per le vicissitudini di Intel nel rilascio dei nuovi processori desktop che per incuria di Apple; il secondo, invece, gode già della sostanziale ufficialità della nuova versione nei prossimi mesi.

👎 Servizi in Italia

È finito il 2018, e anche quest’anno vediamo mancare all’appello in Italia: Apple News, indicazioni di corsia, limiti di velocità e sezione “nei dintorni” in Mappe, app TV e Siri nella Apple TV. Novità di questo elenco è HomePod di cui abbiamo parlato sopra. Il tutto mentre le corrispettive proposte a marchio Google sono perfettamente disponibili nel Belpaese. Non è detto che tutti gli utenti Apple vorranno utilizzare quei servizi, ma se oltre ai bellissimi Store con cascate d’acqua arrivassero qui pure i servizi, apprezzeremmo lo sforzo. In caso contrario non bisognerà stupirsi se qualcuno andrà verso chi gli offre un’ecosistema completo a tutto tondo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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