iOS 12.1.2 non basta a placare le ire di Qualcomm in merito ai presunti brevetti violati da Apple

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Nella giornata di ieri, un po’ a sorpresa è arrivato l’aggiornamento 12.1.2 per iOS. A sorpresa, o forse no. Apple non voleva certamente attendere per i bugfix urgenti relativi soprattutto alla gestione delle eSIM (che continuano per ora a restare fuori dall’Italia), ma c’era un altro motivo che ha spinto l’azienda ad effettuare questo rilascio prima della chiusura natalizia: le vicissitudini legali contro Qualcomm. Verso la fine della scorsa settimana infatti parlavamo, all’interno di un discorso più generale sulla vicenda, di un aggiornamento previsto da Apple per mitigare le presunte violazioni intellettuali contestate in Cina dalla casa produttrice degli Snapdragon. Sembra proprio che iOS 12.1.2 sia servito a tale scopo, agganciandoci pure qualche correzione a livello globale, cosa sempre gradita.

Se qualcuno però pensava che le misure intraprese, di cui non abbiamo maggiori dettagli, sarebbero state ritenute sufficienti dalla querelante, si sbagliava di grosso. Non si poteva attendere una reazione diversa da Qualcomm, che come riporta Reuters ha prontamente rimarcato la sua posizione in merito. Secondo le parole di Don Rosenberg, direttore affari legali dell’azienda di San Diego, «nonostante gli sforzi di Apple per cercare di minimizzare l’ingiunzione avversa ricevuta e le affermazioni riguardo a varie vie con cui potrebbe risolvere le violazioni, è evidente come continui a violare la sentenza facendosi beffa del sistema legale, effettuando tentativi deliberati di offuscare e sviare la questione». Secondo Qualcomm, quindi, il verdetto preliminare del tribunale cinese che ha sancito lo stop alle vendite locali per tutti i modelli di iPhone ad eccezione di XS e XR resta suscettibile di essere rispettato quanto prima.

Dall’altra parte, Apple non ha affatto intenzione di cedere in questo braccio di ferro. Gli avvocati di Cupertino hanno confermato a Reuters di ritenere i propri prodotti e più in particolare il software al di fuori delle violazioni contestate, sostenendo dunque la conformità con la sentenza comminata per il semplice fatto che nessun iPhone rientrerebbe nel ban. Quasi superfluo dire che il testa a testa continuerà a finire nel vortice delle notizie per tanto tempo ancora, finché ad aprile non verrà celebrato l’atteso processo sul suolo americano che potrebbe davvero rendere chiaro chi riuscirà ad avere l’ultima parola.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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