Recensione: sensore di movimento Xiaomi/Aqara, il super economico

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La settimana scorsa ho recensito il Fibaro Motionsensor, un sensore per la domotica in standard Z-Wave davvero molto evoluto. È quello che preferisco usare, perché con un unico prodotto riesco a monitorare molti aspetti di un ambiente, tra cui presenza, temperatura, illuminazione. Il prezzo, va da sé, non è economico, per questo mi sono dotato anche di sensori più economici quando ho soltanto la necessità di controllare la presenza di movimento. La mia scelta in tal senso è ricaduta sul modello Xiaomi Aqara compatibile con il Gateway Zigbee del marchio. Purtroppo ancora non vi è (ancora) supporto nativo con l’hub dell’Amazon Echo Plus, per chi ne fosse dotato, ma il Gateway di Xiaomi costa davvero pochissimo e consente di portare tanti altri device sia sull’app Mi Home che su Home Assistant e da lì dovunque si voglia grazie alla vasta compatibilità della piattaforma open che noi tutti su SaggiaMente usiamo e promuoviamo. Per giunta è anche uscita una nuova versione a marchio Aqara (che è uno dei brand di Xiaomi per la domotica, come Yeelight o Mijia) che costa leggermente di più ma ha la compatibilità nativa con HomeKit. Ma ritorniamo al sensore di movimento, che arriva al solito in una confezione di cartoncino bianco piuttosto spartana.

Il prodotto è suddiviso in due elementi, entrambi di plastica e leggerissimo. Quello superiore è il sensore vero e proprio, mentre sotto vedete una base orientabile la cui installazione è opzionale. Non è obbligatorio usarla, infatti a casa a mare ne ho uno poggiato sulle scale senza la basetta essendo già alto al punto giusto e direzionato nel modo corretto. Sia sotto il sensore che sotto la base si trova un disco di biadesivo, più che sufficiente per farlo aderire sul muro o sulla ceramica senza alcun rischio di caduta.

La basetta funge da testa a sfera, con un meccanismo semplice la cui frizione è perfettamente bilanciata per far muovere il corpo del sensore facilmente e allo stesso tempo farlo rimanere nella posizione determinata. Gira in tutte le direzioni ma si piega sono da un lato, quindi è opportuno verificare bene l’orientamento della sua installazione. Il sensore ha un raggio d’azione molto ampio in orizzontale visto che raggiunge ben 170°. Questo significa che mettendolo centralmente rispetto ad una parete, riesce a captare i movimenti anche ai suoi lati, con un angolo cieco molto piccolo. In verticale, invece, la massima copertura si ottiene tra i 2m e i 3m, e il raggio d’azione è quasi interamente sviluppato verso il basso, in modo da consentire una installazione molto elevata senza perdere del campo in alto.

Come gli altri sensori del brand, si alimenta con una batteria CR2450 che ha un’autonomia sorprendente. Quello installato a mare ha già due anni e ancora fila senza problemi. Di lato c’è un piccolo pulsante per avviare il pairing con il Gateway e all’interno di quella specie di visiera frontale si accende un LED azzurro per segnalare l’attività. Una volta effettuato l’abbinamento ed esposto su Home Assistant, per chi come noi lo utilizza, si ottiene un binary_sensor con i classici stati on/off.

A differenza del modello di Fibaro, questo è un po’ più pigro nel rilasciare lo stato di inattività, difatti per spegnere le luci ho impostato il trigger senza attesa per ottenere un effetto simile a quello che ho con il Motionsensor che attende 30 secondi su off. Tuttavia il suo dovere lo fa senza problemi e pur non avendo funzionalità accessorie, offre la possibilità di monitorare il movimento con un bello stile e ad un prezzo davvero irrisorio.

Conclusione

Voto 4,5/5

Come tutti i prodotti di Xiaomi per la domotica, anche il sensore di movimento Aqara nasce per l’uso principalmente in Cina e non ha distribuzione nativa in Italia. Adesso che l’azienda ha siglato un accorto per la diffusione tramite Ikea sul proprio territorio, forse ci sarà modo di vedere un’espansione più rapida nei prossimi mesi, ma già ora l’utilizzo è comunque semplicissimo. L’unico limite è che sull’app Mi Home si dovrà impostare il server come Mainland per funzionare, anche se le traduzioni in inglese e italiano sono ormai quasi complete. Realizzare automazioni direttamente dall’app nativa è possibile, alcune sono anche molto semplici e ben fatte, ma entrando nei sotto menu appaiono ancora caratteri cinesi per gli eventi, in alcuni casi, che io personalmente traduco con un altro smartphone e l’app di Google Translate con fotocamera attiva, ma è comunque una seccatura. Per fortuna c’è Home Assistant, in cui si abbina il Gateway di Xiaomi con 4 righe di codice nel configuration.yaml e questo mostrerà immediatamente il sensore nell’interfaccia del nostro sistema domotico preferito. Di lì in avanti basta davvero poco per creare automazioni basate sul sensore, che genera l’evento xiaomi_aqara.motion il quale si può triggerare con il tradizionale platform state e gli stati ‘on’ e ‘off’.

- alias: Autoluci Disimpegno ON
  hide_entity: true
  initial_state: 'on'
  trigger:
    - platform: state
      entity_id: binary_sensor.presenza_disimpegno
      from: 'off'
      to: 'on'

Ma arriviamo alla questione più interessante: il prezzo. Questo sensore è spesso in offerta su Gearbest ad un prezzo di circa 10€, come avviene proprio in questo istante. Considerando la spesa e l’efficienza del prodotto, nonché la sua forma gradevole che lo rende quasi invisibile se installato in alto, non c’è davvero di ché lamentarsi. Certo è realizzato con plastica leggera, ma alla fine non si deve maneggiare una volta posizionato e il suo dovere lo fa senza problemi.

PRO
+ Buon design, minimale ma ben strutturato
+ Si mimetizza facilmente sulle pareti bianche
+ Si può installare con o senza piedistallo.
+ Funzionamento più che soddisfacente
+ Batteria di lunghissima durata
+ Costo irrisorio

CONTRO
- Un po’ pigro nel passare dallo stato di ‘on’ ad ‘off’, ma basta saperlo e regolare i timer di conseguenza

DA CONSIDERARE
| Serve il Gateway Xiaomi o Aqara perché attualmente non è compatibile con Echo Plus

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.