Sempre più difficile innovare gli smartphone: Apple pensa al touch anche sul dorso

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L’opinione comune sugli smartphone è che siano sempre gli stessi da diversi anni a questa parte. Molti si lamentano per la mancanza di innovazione, ribadendo che ogni modello è simile sia a quelli della concorrenza che ai precedenti o successivi. Probabilmente è vero, ma io credo ci sia un problema di percezione alla base, che riconduco al progressivo innalzamento della soglia di meraviglia.

Pensate a quando uscì la lavatrice elettronica, che miracolo sembrò, o a quando i nostri parenti si emozionarono accedendo il loro primo televisore. Il telefono cellulare di Motorola ha rappresentato un momento storico forse ancora più importante e sicuramente in molti ricorderanno l’iPhone come capostipite dell’era smartphone. Tutti questi prodotti cambiano con il tempo e alcuni possono persino scomparire, sostituiti da dispositivi più moderni. Ma quando vengono definiti i principi cardine di un prodotto lo si condanna ad un progresso più lento, e noi stessi siamo più restii ad apprezzare le differenze tecnologiche dei successivi.

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Pensate ad esempio al Face ID con il quale l’iPhone X ci guarda ed è in grado di riconoscerci con un incredibile livello di accuratezza. Se non fossimo anestetizzati da questo incessante progresso tecnologico, ci dovremmo stupire molto di più per questa cosa! La soglia oltre la quale ci meravigliamo davvero è così elevata oggi da farci apparire quasi anestetizzati di fronte alle novità. Anche se a piccoli passi, gli smartphone cambiano ogni anno.

Sono tutti alla ricerca di qualcosa di completamente rivoluzionario, ma non è detto che serva davvero. Non sempre i prodotti cambiano, possono anche essere sostituti da qualcosa di diverso. Nel frattempo di migliorie ne vediamo, anche se non gli prestiamo più la stessa attenzione. Velocità impensabili, schermi con una qualità che non esiste in un nessun’altra categoria di prodotti, fotocamere con intelligenza artificiale, metodi di ricarica innovativi, sistemi biometrici alla Mission Impossible sono sono alcune delle cose che ritroviamo negli smartphone che usiamo tutti i giorni e per le quali abbiamo completamente dismesso lo stupore.

Diciamo che i produttori non sanno più cosa inventarsi per vendere, ma non potremmo forse leggere la cosa al contrario? Gli smartphone che abbiamo già in mano sono così validi e noi così poco inclini alla meraviglia che richiediamo novità ad un ritmo tale che la tecnologia fatica a seguirci. Nell’ultimo round di brevetti concessi ad Apple (sono ben 37, come riporta Patently Apple), ci sono molti riferimenti al fantomatico AirPower (arriverà mai?) ma anche qualcosa che potrebbe riguardare i futuri iPhone. Le attenzioni sono per lo più concentrate nelle modalità di interazione con il device, facendo chiaro riferimento alla possibilità di introdurre una seconda superficie touch sensitive nell’area posteriore. La cosa sembra piuttosto interessante in chiave evolutiva, sempre che venga implementata nel modo corretto, ma difficilmente potrebbe annoverarsi nella categoria delle rivoluzioni. Sicuramente procediamo a piccoli passi e non c’è dubbio che molti ritrovati siano solo esercizi – di stile o tecnologia – volti a far casa. Eppure dovremmo provare qualche volta ad immaginarci bambini. Ritornare a quando ancora gli smartphone non c’erano e ripescare dentro di noi un po’ di meraviglia.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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