Ufficiale il prossimo passaggio di Microsoft Edge a Chromium e l’approdo su macOS

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Dal rumor alla realtà spesso il passo è molto breve. Ecco che, dopo soli due giorni dalle prime indiscrezioni, Microsoft ha reso chiaro il futuro del suo browser Edge, che tra pochi mesi lascerà il motore di rendering proprietario per abbracciare Blink e più in generale la piattaforma open source Chromium, alla base quasi nemmeno a dirlo del ben più famoso Google Chrome. Parecchie novità attenderanno gli utenti di Edge nei prossimi mesi, che lo siano già ora o potrebbero diventarlo.

L’annuncio di Joe Belfiore, Corporate Vice President di Microsoft, lascia poco al caso. Il web richiede standard comuni, al cuore delle nuove esperienze multimediali e delle app di domani, in primis le cosiddette PWA (Progressive Web App) le cui potenzialità sono in continua crescita. Davanti a tale contesto, la scelta dell’azienda di Redmond è di cessare la competizione sul fronte del rendering, cooperando invece per il bene comune e proponendosi tra i maggiori contribuenti al progetto Chromium. Ciò rientra anche nella strategia sempre più vasta di Microsoft per quel che concerne l’open source, ormai da tempo non più visto come la minaccia dell’era Ballmer ma un autentico valore aggiunto dell’era Nadella. Chi si preoccupa delle ripercussioni sulla compatibilità dei portali aziendali basati su IE, che oggi possono essere eseguiti anche in Edge attraverso un’apposita modalità, saranno sollevati dal leggerne il suo mantenimento anche nel futuro prodotto.

I benefici tecnici a breve-medio termine saranno tanti. La nuova vita di Edge permetterà al browser di avere fondamenta molto più neutrali per architetture CPU e sistemi operativi. Tra le prime aree in cui Microsoft sta dando i maggiori contributi è il porting di Chromium su Windows 10 per ARM, che sarà destinata ad assumere sempre più importanza in futuro nonostante il debutto tiepido (ci ritorneremo domani parlando delle novità da poco presentate da Qualcomm). Allo stato attuale, l’unica via per avere su Windows ARM Chrome o altri browser (come Opera) basati sulla sua piattaforma è rappresentata dall’emulazione x86, tutt’altro che efficiente in termini di prestazioni e consumi energetici. Presto questa situazione sarà un ricordo.

Parlando invece degli OS, il nuovo Edge/Chromium prevederà innanzitutto una mossa attesa da tanto tempo, ossia il distaccamento del browser dagli aggiornamenti semestrali di Windows 10. Questo è stato a lungo un collo di bottiglia, dovendo attendere diverso tempo tra una nuova major release e l’altra mentre gli altri browser si muovono con maggiore celerità. In aggiunta, Edge arriverà anche su Windows 7, 8.1 e soprattutto macOS. Se andiamo a vedere la storia dei trascorsi Apple/Microsoft, si tratta in realtà di un ritorno. Per un periodo Internet Explorer non fu solo su Mac OS/OS X, ma ne divenne persino il browser predefinito in virtù degli accordi tra le due società. Il sodalizio s’interruppe con Mac OS X Panther, che passò la palla al “cocco di casa” Safari, tutt’oggi perno dei sistemi operativi Apple.

La battaglia di Edge per la conquista di Windows 10 è finita, almeno nella forma in cui è stato conosciuto. Non è mai riuscito ad ottenere una quota di mercato rilevante, restando non solo abbondantemente sotto Google Chrome ma dietro pure al suo diretto predecessore Internet Explorer. A tal proposito, si può anche notare l’ironia della sorte. Di fatto l’azienda che a cavallo tra gli anni ’90 e 2000 deteneva il monopolio dei browser oggi è la stessa che ha consacrato come migliore un prodotto rivale, abbracciandolo. Ma l’abbiamo già osservato più sopra, la Microsoft di Satya Nadella non è quella di Steve Ballmer né tantomeno di Bill Gates e prevediamo di riparlarne a breve.

Dal canto suo, Google ha accolto con entusiasmo le notizie riguardanti Edge, dichiarandosi pronta ad offrire la massima collaborazione con Microsoft. Gli scambi tecnici all’orizzonte sono sicuramente molto interessanti per entrambe le parti; occorrerà vedere tuttavia chi avrà le maggiori soddisfazioni a lungo termine. Si parla di Chromium su Windows ARM, ma non anche dello stesso Chrome, e in un futuro in cui il sistema di Redmond potrebbe attuare strategie più aggressive verso lo sviluppo PWA/Universal il browser originale potrebbe paradossalmente non avere posto. Dipenderà dalle mosse delle due aziende così come della bontà del nuovo Edge, le cui prime build di prova arriveranno ad inizio 2019 nell’apposito Insider Program, pertanto non ci resta che stare a guardare. Sul piano dei motori di rendering, col ritiro imminente di EdgeHTML (anche se per un po’ resterà in vigore per alcune funzionalità integrate di Windows 10, come Cortana) la corsa si ridurrà a tre: Apple, Google e Mozilla. Quest’ultima ha già reso chiaro che non intenderà rinunciare al cuore peculiare di Firefox; da Cupertino nessuna reazione al momento ma è verosimile che la posizione sarà la stessa di Mozilla, probabilmente ancor prima per questioni d’orgoglio che di pura alternativa. Giova infatti in merito ricordare come Blink si è originato nel 2013 come derivazione di WebKit, fatto che già in sé renderà alquanto difficile vedere Apple effettuare il percorso inverso cedendo in buona parte il timone in un’area chiave.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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