Apple rivede al ribasso le stime per il primo trimestre fiscale del 2019, ammettendo le vendite rallentate degli iPhone

Quando, alcune ore fa, erano iniziati a circolare dei tweet riguardanti la sospensione temporanea delle azioni Apple in vista di importanti news si è scatenata subito una ridda di ipotesi, curiosità e anche sarcasmo. Sincerità o facezia, qualcuno aveva effettivamente sperato nell’arrivo di AirPower, sebbene non si tratti di un annuncio così forte da richiedere addirittura uno stop al trading azionario. Il più delle volte queste situazioni avvengono in caso di grosse acquisizioni, importanti accordi o comunicazioni amministrative rilevanti. È stato quest’ultimo caso a prevalere pochi minuti dopo il fermo, con una lettera ufficiale di Tim Cook agli azionisti in cui viene comunicata una revisione al ribasso delle stime per il primo trimestre fiscale 2019, conclusosi il 29 dicembre 2018 (i trimestri fiscali spesso non coincidono con quelli solari). Un passo inusuale, ma necessario per “preparare all’impatto” e che, seppur nascosta sotto tanti giri di parole, presenta una grande ammissione pubblica sulla situazione iPhone.

Vari numeri sono stati rivisti nelle stime, ma è senz’altro quello relativo ai ricavi il dato con le modifiche più significative: due mesi fa le previsioni di Apple indicavano un range tra 89 e 93 miliardi di $, mentre oggi si parla di circa 84 miliardi. Un valore per le quali i CEO di molte aziende venderebbero l’anima al diavolo, ma non certo Cook, dato che il medesimo dato nel primo trimestre fiscale 2018 fu di 88,3 miliardi di $. Nell’inizio della lettera, viene sostenuto come i valori precedentemente comunicati fossero già frutto di una valutazione ritenuta realistica, coerente con una situazione che vedeva molti lanci di prodotti scaglionati con annesse complicazioni nelle forniture, il dollaro forte e il rallentamento di alcuni mercati emergenti. Gli scenari si sono rivelati tuttavia ben più complessi, come in parte abbiamo potuto vedere nel corso delle ultime settimane.

In primis, Apple conferma come la crescita rallentata dell’economia cinese, così come la guerra commerciale dei dazi con gli Stati Uniti, abbia avuto ripercussioni a livello globale, contribuendo in larga parte alla revisione negativa delle stime. Poi prosegue andando a toccare finalmente il tasto dolente: gli iPhone. Pur continuando pure qui ad imputare molte delle colpe, se così possiamo definirle, alla Cina, da Cupertino non possono più nascondere che le problematiche commerciali dei propri smartphone sono di fatto globali. Si attendeva un tasso più elevato di upgrade, ma prezzi più elevati, minori incentivi negli abbonamenti telefonici e anche il programma di sostituzione batterie a basso prezzo hanno giocoforza abbassato le aspettative. Cook prosegue ritenendosi comunque ottimista, segnalando l’eccellente andamento della parte relativa ai servizi, la continua crescita a doppia cifra di Apple Watch nonché esaltando le performance di vendita in determinate nazioni, tra cui l’Italia.

Nel riepilogo di fine 2018, promuovendo proprio Apple Watch, ho scritto che forse non hanno tutti i torti coloro che lo ritengono l’unico vero traino per iPhone, chiedendomi tuttavia per quanto ancora. È probabile che la stessa domanda se la stiano facendo a ben più alti livelli negli uffici californiani, vista l’ammissione delle difficoltà sugli iPhone. Non che tutto il battage di pubblicità e supervalutazioni a cui abbiamo assistito facesse pensare diversamente, ma non ci si aspettava un segnale tanto esplicito da parte di Apple o quantomeno non tanto presto. Forse è stata vittima del suo stesso successo? Non lo si può escludere a priori. Che le batterie a 29 € abbiano esteso la vita utile di tanti iPhone è un fattore di cui tenere conto senz’altro. Più in generale, però, metterei su questo piano il lungo ciclo di aggiornamenti software che possono ricevere tali dispositivi. Se si considera che iOS 12 gira sull’iPhone 5s del 2013 ed anzi gli ha portato persino giovamento ci sta che si possa entrare nell’ottica di “un altro anno ancora” rinviando il cambio, aggiungendovi pure la bontà delle generazioni 2016 e 2017, iPhone X in particolare, che rendono alla fine quasi voluttuario il salto da parte dei loro possessori.

A maggior ragione però, se questa era la situazione di base, a cui possiamo anche aggiungere la stagnazione generale del mercato smartphone nonché la folta presenza di alternative Android dal notevole rapporto qualità/prezzo, proprio per stimolare gli upgrade nonché acquisire nuova utenza Apple non doveva tirare la corda coi prezzi eccessivi. Invece l’ha fatto e ora si trova costretta a cercare di placare anzitempo le ire degli azionisti così come le possibili preoccupazioni dei dipendenti, per i quali Cook ha previsto una riunione plenaria nelle prossime ore. Vedremo se dalle parole si passerà ai fatti, nell’obiettivo di riportare il Q2 fiscale 2019 sulla rotta giusta, intervenendo all’origine sui listini e non solo attraverso promozioni quasi fuoriuscite tra i denti. Per il Q1, si può solo sperare che le stime abbiano un eccesso di pessimismo e il ribasso sia più contenuto: dovremo attendere fino al 29 gennaio per scoprirlo.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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