Il crocevia di Twitter: dove il marketing si scontra con la verità

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Supponiamo per un attimo che la verità esista. Non la mia o la vostra ma la verità oggettiva, non filtrata dai sensi e dal pensiero umano. È un concetto estremo, come l’infinito: a volte lo sfioriamo senza mai raggiungerlo. Per natura siamo costretti ad accettare la verità come quella parte di realtà che possiamo percepire. Per cultura, invece, scegliamo di assecondare le verità degli altri. Alcuni hanno come l’impressione di vedere attraverso le distorsioni indotte dai media, dai social, dalle aziende, ma siamo arrivati a sovrapporre così tanti livelli di verità credibili che è quasi impossibile riconoscerne una esatta. E ci siamo abituati.

Chi si occupa di Pubbliche Relazioni gioca con la verità al fine di ottenerne un vantaggio strategico, cercando di convincere il numero maggiore di persone o quelle che rientrano in uno specifico target. L’immagine è tutto. È una coperta tessuta a trama grossa che copre verità ben più sottili di cui pochi sentono il bisogno. Così, anche se crediamo di sapere che le cose stanno in un certo modo, accettiamo il fatto che chi debba vendere possa distorcerle a suo uso e consumo. Anzi, ci stupiamo se non lo fa.

Pare che al mondo ci siano almeno due miliardi e mezzo di persone con uno smartphone in mano e la maggior parte di questi sono mossi da Android. Nelle fasce alte del mercato è iOS a mantenersi in testa in molti paesi, ma non è questo il punto. Se lavorate in Apple, specialmente nei reparti che si occupano di comunicazione, le vostre preferenze non contano. Anche se avete un’esperienza tale da vendere la sabbia nel deserto, non potete preferire Android e viceversa non potete usare un iPhone se lavorate per Huawei. Più precisamente questa deve essere la verità che vendete. Ciò che succede davvero è decisamente meno importante.

In alcuni casi, però, la disattenzione degli addetti alla comunicazione ha causato delle brecce attraverso le quali è venuta fuori una verità scomoda. Le aziende non sono e non devono essere trasformate in culti, anche perché di quelli ne abbiamo già a sufficienza. Più volte è successo che iPhone siano stati usati per scattare fotografie usate nelle campagne di smartphone Android ma è ancora più evidente quando avviene con i tweet, visto che appare in chiaro il sistema operativo dell’app utilizzata. Non era mai capitato il contrario, per questo il messaggio di @AppleMusic inviato via Twitter for Android ha destato scalpore. Ovviamente è stato cancellato, ma ormai era già diventato virale. Stessa cosa è successa a Huawei, dal cui account è stato pubblicato un messaggio di auguri per il nuovo anno via Twitter for iPhone.

L’azienda coreana non l’ha presa affatto bene, così, dopo aver cancellato il tweet, ha attivato delle gravose contromisure. Due dipendenti coinvolti nella vicenda sono stati retrocessi di grado, con una riduzione di stipendio di $700 al mese, mentre il direttore del reparto marketing digitale ha subito un blocco di posizione e salario per un anno. Non importa che tu sia per Android o per iPhone, ogni mattina devi andare a lavoro e dimenticarti della concorrenza.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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