A circa un anno dal suo lancio negli USA, HomePod ha raccolto il 6% del mercato smart speaker

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Mancano pochi giorni al primo anniversario commerciale di HomePod, almeno per quel che concerne Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia. Nei mesi successivi, la situazione attorno allo smart speaker Apple resta piuttosto tesa. A fronte di un hardware ben realizzato soprattutto sul fronte audio, la piattaforma software soffre ancora nelle comparative con le rivali, pur avendo Siri mostrato dei margini di miglioramento. Dai dati pubblicati da CIRP (Consumer Intelligence Research Partners) e riportati da MacRumors, occorrerà ancora del tempo prima che HomePod ingrani eventualmente la marcia.

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I dati si riferiscono in maniera esclusiva al mercato USA, ché poi resta al momento il più prominente per questa tipologia di prodotti. Dei 66 milioni di smart speaker in circolazione nelle case americane, 3,96 milioni hanno il marchio Apple. Ciò si traduce in una percentuale di mercato attorno al 6%, ben lontana dal 24% di Google Home ma soprattutto dal 70% di Amazon Echo. L’ecosistema creato da Jeff Bezos è in effetti molto ben riuscito, anche nella sua versione italiana che ancora non ha la medesima maturità della controparte statunitense. Alexa si dimostra efficiente in una buona maggioranza di casi e il supporto per la domotica è eccellente.

Un disastro da Cupertino, allo stato attuale? Certamente avevano ben altre aspettative per HomePod in termini di vendite e resa, rivelandosi per ora sotto le aspettative. Rispetto a quanto pensavo a novembre, però, devo dire che la situazione è leggermente meno grigia del previsto. Il primo Amazon Echo è arrivato negli USA a novembre 2014, mentre Google Home ha debuttato esattamente due anni dopo: a livello temporale Apple è partita senz’altro con un handicap importante, che va quindi considerato nel giudizio complessivo. Il 6% del mercato in un anno, partendo con tutto questo ritardo e in un contesto di difficoltà tecniche, è quasi un miracolo. Il vero pericolo è che questa crescita si fermi, complice sia una gamma limitata ad un singolo dispositivo di fascia alta, cui CIRP attribuisce anche parte del mancato sfondamento, sia alla razzia che hanno fatto e stanno facendo Amazon e Google in altri mercati macinando sold-out poco dopo il debutto, tarpando le alti alla già lenta crescita internazionale di HomePod. Restiamo in attesa di vederlo in italiano, pur mantenendo tuttavia le nostre sensazioni: a meno dell’arrivo di veri vantaggi funzionali e/o di un buon taglio del prezzo, il lancio dalle nostre parti rischia di essere purtroppo un tentativo a vuoto.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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