Apple riorganizza la sua struttura esecutiva sempre più attorno ai servizi

Il rallentamento delle vendite di iPhone, col conseguente effetto sui profitti in calo (anche se parliamo sempre di parecchi miliardi), ha reso per tutti evidente che Apple deve trovare un’altra gallina dalle uova d’oro in grado di compensare quelle che non produce più la precedente. Per la verità, non c’è bisogno né degli analisti finanziari né tantomeno di noi per rimarcare che i servizi sono la via maestra: Apple lo sa già e da tempo ne osserva la continua crescita nelle trimestrali. Proprio quest’anno sono previsti sforzi molto importanti, con le nuove proposte per news e contenuti in streaming. Ma non sono solo questi i servizi, ce ne sono parecchi altri non per forza legati ad abbonamenti ma fondamentali per un’ottima penetrazione del mercato a tutto tondo, vedasi Amazon ed Alexa. Il recente report del Wall Street Journal ci offre un potenziale spioncino per osservare gli importanti cambiamenti manageriali all’interno dell’Apple Park al fine di accelerare la transizione ad un profilo service-oriented.

Alcuni dei cambiamenti più rilevanti li abbiamo visti anche pubblicamente: John Giannandrea che dopo pochi mesi in Apple ha conquistato i gradi di Senior Vice President per tutto ciò che concerne l’intelligenza artificiale, spostando al contempo nomi storici del team Siri come Bill Stasior in altre aree dell’azienda; il più recente è l’imminente avvicendamento tra Angela Ahrendts e Deirdre O’Brien nel retail. Ma gli stravolgimenti organizzativi sono ben più di quelli che possiamo osservare di nostro. Il progetto Titan dedicato alla guida autonoma, passato nelle mani del rientrante Doug Field, ha ricevuto una secca cura dimagrante col taglio di 200 impiegati sui 1.400 precedentemente coinvolti e parte delle sue risorse tecnico-finanziarie sarebbero inoltre state reindirizzate verso l’arsenale di Eddy Cue, che segue i servizi multimediali come Apple Music e la nascente piattaforma streaming. Le spese in ricerca sono in continua crescita, avendo superato ormai i 14 miliardi di $ annui, e nonostante la presenza di forti interessi sulla già citata guida autonoma così come sulla realtà aumentata la direzione degli sviluppi principali è piuttosto evidente. Viene pure nuovamente menzionata l’ipotesi di un abbonamento all-in-one alla Amazon Prime comprendente tutti i servizi Apple a pagamento ad un prezzo competitivo rispetto alle sottoscrizioni singole.

La carne al fuoco è tanta e la posta in gioco è anch’essa molto alta. Allo stato attuale Amazon e Google presentano un pacchetto di servizi ben sviluppato ed apprezzato, mentre Apple oltre a dover completare le tessere mancanti del puzzle deve sistemarne alcune non collocate al meglio, vedasi Siri. Alcune iniziative le vedremo attuate già quest’anno, altre faranno parte di un progetto più a lungo termine. Ad ogni modo, il tutto dovrebbe almeno in parte ridurre i timori sull’assenza di una prossima big thing in preparazione dalle parti di Cupertino.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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