Il passaggio dei Mac ad ARM, una preoccupazione per Intel ma anche e soprattutto per la stessa Apple

ARMiamoci e partiamo. Che sia un’opportunità intrigante o un prospetto che terrorizza, è solo questione di qualche anno affinché questo diventi il leitmotiv dei Mac nell’affrontare la loro terza transizione di processori (le precedenti sono state 68k-PowerPC a metà anni ’90 e PowerPC-Intel nel 2005-2006), da Intel ai SoC proprietari Ax. Parte della macchina organizzativa, vedasi Marzipan, s’è già messa in moto anche pubblicamente e tutte le previsioni indicano il 2020 come anno cruciale per l’inizio dello switch. Come riporta Axios, non desta sorprese il fatto che Intel sia molto preoccupata da questa situazione, rischiando di perdere uno dei suoi clienti più importanti dopo averlo conquistato con fatica più di un decennio fa.

L’azienda di Santa Clara ha però le spalle sufficientemente grosse a superare anche una perdita del genere; forse sarebbe più uno smacco sul piano morale, specialmente se Apple deciderà di farsi pure i modem per iPhone in casa. Se non altro, non potrà dire di non essere stata avvertita visti i numerosi segnali susseguitisi negli ultimi tempi. Detto questo, tuttavia, le preoccupazioni riportate da Axios sembrerebbero più riguardare proprio soprattutto Apple, che dovrà gestire un periodo molto delicato. Contrariamente al passaggio PowerPC-Intel, è impensabile in meno di un anno portare su ARM l’intera gamma Mac, anzi è probabile che alcuni modelli resteranno su x86 per svariati anni. Due piattaforme hardware da supportare anche lato software, cosa in ogni caso non semplice nemmeno predisponendo appositi strumenti di semplificazione come Marzipan, che permetteranno un più agevole passaggio delle app da iOS a macOS. Per gli sviluppatori, che amano qualsiasi cosa al di fuori delle transizioni di architettura CPU, si prospettano tempi altrettanto complicati e pure lì sarà compito di Apple supportarli in modo adeguato, potenzialmente non solo dal punto di vista tecnico come già si sta preparando a fare.

La conclusione del report di Axios è in ogni caso incoraggiante, ricordando per l’appunto gli switch storici già effettuati dalla mela. Come disse John Fitzgerald Kennedy nel 1962, «scegliamo di andare sulla Luna non perché è facile, ma proprio perché è difficile», a simboleggiare come gli USA non dovessero avere paura di andare oltre i propri limiti, riuscendo effettivamente a farlo nel 1969. Comparando, con le dovute differenze, il cambio di processori all’approdo su un corpo celeste extraterrestre, potremmo dire che Apple è già stata sulla Luna e su Marte, apprestandosi ora ad andare su uno dei satelliti di Giove. Molto difficile, ma arrivati a questo punto nient’affatto impossibile.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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