Perché ho comprato la Canon EOS RP e le mie prime impressioni

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Ieri mi sono recato presso il mio store locale di fiducia e sono tornato a casa con una Canon EOS RP. Attualmente è l’ottava fotocamera nel mio corredo, nonché l’unica Canon dopo il mio abbandono delle reflex avvenuto circa 4 anni fa. Stando alle specifiche tecniche questa RP non brilla affatto ed avendo anche una Sony A7 III non l’ho certo acquistata per avere una maggiore qualità del sensore o funzionalità più evolute. Questa è la seconda Canon della serie R ed è una pura entry-level, che ha quasi esclusivamente svantaggi rispetto al primo modello.

Ecco una lista “sintetica” dei pro e dei contro rispetto la EOS R:

Vantaggi della EOS RP rispetto la R
+ Crop minore nel video UHD: 1.6x vs 1.74x (da riverificare)
+ Più piccola e leggera (che può valere anche come contro…)
+ Più economica (basandosi sul listino)

Svantaggi della EOS RP rispetto la R
- Sensore con risoluzione e qualità inferiore (26MP vs 30MP)
- Mirino di qualità inferiore (2,36 milioni di punti vs 3,6)
- Schermo inferiore (3″ con 1 milione di punti vs 3,15″ con 2 milioni di punti)
- Autonomia inferiore (270 vs 570 scatti)
- Otturatore più lento (1/4000 vs 1/8000)
- Meno punti AF (4779 vs 5655)
- Non ha quel nuovo touchpad sul retro (ma a me non piace e lo vedo quasi come un pro)
- Uscita video 4:2:2 8bit vs 10bit
- Manca la tendina che protegge il sensore durante il cambio obiettivo
- Manca il display LCD superiore
- Raffica più lenta (5fps vs 8fps)
- Registrazione UHD solo a 24p
- Manca invece il 24p in FHD (valli a capire…)
- Manca il profilo video C-Log
- Corpo in plastica anziché in lega di magnesio

Già solo guardando la lunghezza delle due liste, si capisce bene che la RP abbia diverse carenze rispetto la sorella maggiore, come c’era da aspettarsi visto il suo posizionamento di entry-level nella nuova gamma di mirrorless full-frame di Canon. Andando poi a leggerle una ad una, sembra davvero difficile giustificare una preferenza per la RP, che si può tranquillamente asserire non abbia nessun vantaggio concreto al di là del prezzo. Anzi, la EOS R è uscita già da qualche tempo ed ha subìto una notevole riduzione sul listino, tanto che il modello italiano ufficiale con Canon Pass costa meno di 2200€, mentre la RP è arrivata oggi e parte da 1569€, entrambe solo corpo e in kit con l’adattatore EF/RF standard. Ma c’è di più: la EOS R si trova già da qualche tempo nel mercato grigio dell’importazione non ufficiale e, pur consapevoli dei limiti di garanzia ed assistenza, si può arrivare a pagarla addirittura meno di una RP italiana.

Con queste premesse ci si può giustamente chiedere: perché mai preferire un EOS RP al prezzo di una ben superiore EOS R, anche se di importazione? La prima cosa che vi dico è che, per mia personale scelta, non acquisto mai fotocamere di un certo calibro al di fuori dei circuiti ufficiali. Ritengo che la garanzia sia un effettivo valore aggiunto e sono ben disposto a pagarla per una tranquillità operativa che spesso supera anche i due anni di legge. Al di fuori di questo, però, non consiglierei una RP rispetto ad una R con gli attuali prezzi e suggerirei invece di attendere un paio di mesi per valutare un maggior ventaglio di offerte e promozioni (seguite @SaggeOfferte_Tech per non perderle). Il fatto che io abbia acquistato oggi una EOS RP ha dunque un significato diverso dalla valutazione dei costi/benefici di questo modello rispetto quello superiore e cercherò di spiegarli.

Il sistema mirrorless full-frame di Canon è molto giovane, al pari di quello Nikon, ma fin da subito l’azienda ha saputo mostrare i muscoli presentando alcuni degli obiettivi più interessanti dell’intero panorama. Mi riferisco ad esempio al 50mm f/1.2, al 28-70 f/2, ma anche al super compatto 70-200 f/2,8, tutti con schemi ottici rinnovati che sfruttano fin da subito i vantaggi di un innesto così ampio e l’assenza dello specchio. Anche il 35mm f/1,8 Macro è un pezzo importante, sia perché il costo è contenuto sia perché si abbina benissimo ai corpi piccoli e leggeri delle EOS R. Né Nikon né soprattutto Sony, che fa mirrorless full-frame dal 2013, hanno ancora presentato nulla di simile e la maggior parte delle ottiche professionali sembrano quasi avere un adattatore incorporato alla base, producendo lenti che mal si spostano con i loro corpi compatti (anche se quelli Nikon hanno una buona ergonomia al contrario di quelli Sony).

La presenza di un modello super economico come la neonata EOS RP, avrà secondo me un ruolo determinante nell’espansione (o se vogliamo “mantenimento”) della base di utenti Canon. Dico questo perché anche se noi “geek” della fotografia siamo amanti delle specifiche tecniche e sappiamo scovare le offerte migliori nei meandri della rete, la maggior parte degli acquirenti sono diversi. Intanto Canon ha un nome prestigioso e che non ha subito particolari perdite agli occhi dell’utente medio per via del suo ritardo tecnologico nella bagarre delle mirrorless full-frame; ma soprattutto il fotografo medio, amatore o professionista, non è necessariamente interessato alla guerra sulle alte sensibilità o la gamma dinamica. Se una fotocamera fa belle foto e ci si possono mettere su ottimi obiettivi, allora c’è tutto il necessario per sceglierla. Chi d’ora in poi mediterà di fare il passaggio a mirrorless full-frame, così come chi sta per acquistare una prima fotocamera di un buon livello, si troverà con l’opzione più economica del mercato proprio in casa Canon. Ovviamente non considero i vecchi modelli Sony che ogni tanto vanno in offerta, ma ricordate che questo che vediamo oggi è il prezzo di lancio della RP, pensate tra un anno a quanto si potrà comprare e come circolerà facilmente nell’usato. Per me questa fotocamera diventerà quello che sono state le Rebel nel segmento APS-C reflex, vendendo molto a dispetto delle recensioni negative che sta collezionando online e contribuendo più della EOS R a diffondere il nuovo innesto RF.

Per quanto Sony abbia ora un parco di obiettivi vastissimo e di ottima qualità, coadiuvato pure da terze parti di grande peso come Zeiss, Sigma, Tamron, Samyang ed altri, competere con la reperibilità di milioni di ottiche Canon EF adattabili su RF non è facile. Certo anche su Sony FE si possono utilizzare acquistando adattatori di terze parti e anche lì si trovano alcune – poche – lenti economiche, ma nell’usato EF c’è davvero di tutto e molto spesso con prezzi contenuti, offrendo un punto di partenza più abbordabile. Ciò è importante perché nei kit delle EOS R ufficiali italiane c’è già l’adattatore incluso, quindi gli acquirenti potranno usare fin da subito e in modo praticamente nativo sia le lenti EF che già possiedono se sono utenti Canon sia quelle nuove o usate, mentre con sistemi terzi ci possono essere problemi di affidabilità, velocità dell’AF e si possono perdere funzioni avanzate come la messa a fuoco continua nel video.

Ovviamente non sono unicamente queste le considerazioni possibili e per alcuni aspetti sono anche opinabili, ma personalmente ci credo. Credo che di qui ad un paio d’anni Canon avrà recuperato un bel po’ di terreno in questo settore e lo farà anche perché finora ha solo gettato le basi per i prossimi modelli di gamma superiore, che arriveranno quando già gli attuali utenti reflex avranno iniziato a “pensare mirrorless” e ci saranno sia corpi più economici già in circolazione che qualcosa di più sostanzioso nella fascia alta. Qualcosa che vada oltre la EOS R e che superi alcuni dei suoi limiti proponendo un sensore nuovo, maggiori opzioni video in UHD (con riduzione o eliminazione del crop), doppio slot di memoria e un corpo ancor più sostanzioso. Inoltre, come ho detto nell’ultima puntata del podcast Pixelclub, durante l’evento stampa di presentazione dei nuovi obiettivi è stato dichiarato l’interesse nel realizzare futuri modelli con IBIS, anche se non è ancora stata ufficializzata una data. Difficile che succeda proprio nel 2019, ma dal 2020 potrebbe esserci questa importante novità per il sistema, sulla quale l’azienda sta lavorando dietro le quinte per portare sul mercato una combinazione di stabilizzazione ottica e sul sensore molto affidabile fin dalla prima generazione.

Chiaramente non voglio dire che Canon is the way, né ho intenzione di alimentare annose diatribe e sfide tra brand. Il punto per me rilevante è che per le ragioni elencate, ma non solo, immagino un ottimo recupero dell’azienda nei prossimi anni e credo che il suo sistema mirrorless full-frame diventerà uno dei più interessanti considerando l’insieme di corpi ed obiettivi. È per questo che ho ritenuto necessario iniziare fin da ora a metterci un piede per saggiare il terreno. La scelta della RP sulla R è stata invece motivata da questioni diverse. Se avessi dovuto considerare solo la mia preferenza con i prezzi attuali, avrei preferito una EOS R senza alcun dubbio. Ritengo però che la RP avrà nel tempo un potenziale di diffusione maggiore e di conseguenza sarà più utile per SaggiaMente conoscerla bene e pubblicare articoli su di essa. Ragionamento strano, probabilmente, ma che non posso evitare nella mia posizione.

La EOS RP è tutta in plastica e in mano la differenza rispetto la R si nota. Tuttavia il corpo appare solido e non dispiace affatto. La cosa per me incredibile è che abbia una presa più comoda della Sony A7 III pur non essendo più grande. Il mignolo rimane un po’ fuori e può capitare che scenda sotto se si hanno mani grandi, tuttavia la forma dell’impugnatura riesce ad ospitare ottimamene la mano e si sente una certa sicurezza e stabilità. Persino con il 24-105 f/4L del kit, che è visivamente sproporzionato rispetto al corpo, si ottiene un discreto bilanciamento che non mi aspettavo. Tuttavia ho già preordinato l’aggiuntivo per il grip EG-E1, un prodotto che quasi tutti i produttori di mirrorless hanno a listino ma che Canon ha realizzato molto bene, sia per lo sfizio aggiuntivo delle varianti colorate di blu e rosso (che è quello che vorrei prendere io), sia perché mantiene una perfetta accessibilità per il vano batteria e memoria.

Che il mirino non sia all’avanguardia si vede, ma solo se si confronta con quelli delle top di gamma di ultima generazione, altrimenti è tutt’altro che spiacevole. La riduzione dello schermo posteriore è pure marginale e la presenza di una completa articolazione rimane per ora una ghiotta esclusiva delle EOS R nel segmento di mirrorless full-frame. Cosa che non bisogna trascurare poiché per alcuni utenti può fare la differenza. L’assenza della rotella posteriore sul d-pad l’ho un po’ avvertita, così come quella del joystick, ma sono cose che caratterizzano anche il modello superiore. Sto tuttavia prendendo mano con la selezione del punto AF sullo schermo, perché è fisicamente più veloce spostarsi tra punti lontani in quel modo che non con il joystick. Ho tuttavia notato un difetto di realizzazione perché pur scegliendo di adoperare solo la parte destra dello schermo per spostare il punto AF, quando si porta la fotocamera all’occhio il naso tocca per un attimo prima dello switch automatico sul mirino, e in quel momento sposta il punto AF sulla sinistra. Prendendoci le misure succede di meno, ma credo si possa affinare il discorso lato firmware ottimizzando le tempistiche.

La cosa più fastidiosa che ho notato per ora è che dal momento dello scatto fino a quando si rivede l’immagine nello schermo trascorre troppo tempo. L’attesa non è eterna ma il delay è percepibile arrivando da altre fotocamere contemporanee e più veloci. Non ricordo se anche la EOS R facesse così, ma dovrebbe visto che usa il medesimo processore. Non ho ancora avuto modo di scontrarmi con la ridotta autonomia “dichiarata”, tuttavia questo modello usa le vecchie batterie Canon LP-E17 del segmento consumer dell’azienda, ragion per cui se ne possono comprare di compatibili praticamente ovunque e con prezzi super economici. Rimane un aspetto negativo, ma almeno c’è una soluzione facile ed economica.

Ho fatto una prova anche con l’adattatore, per ora soltanto con l’85mm f/1,8 EF USM, obiettivo dal buon rapporto qualità/prezzo se preso usato, ma non certo giovane. Tutto sommato la risposta dell’AF è stata positiva, ma comprerò a breve un 50mm f/1,8 STM per provare come si comporta con un obiettivo dotato di un motore AF più recente e performante. Nelle prossime settimane metterò un po’ sotto torchio la EOS RP e poi pubblicherò una recensione completa, anche se devo prima ultimare quella della Sony A7 III, quindi se non aspettatela prima della seconda metà di marzo. Nel frattempo me la sto studiando un po’ e devo dire che il suo dovere lo fa egregiamente.

Un punto negativo per molti è il sensore, poiché è lo stesso di quello della 6D Mark II che è stata molto criticata, tuttavia non ho mai compreso del tutto questi attacchi. Io ho avuto la 5D Mark III così come la prima 6D e nessuna poteva competere con le rivali di Nikon e poi di Sony in termini di sensore. Tuttavia a me non capita mai di dover correggere una foto di 4 stop in post-produzione oppure di aprire le ombre in modo estremo, infatti ci ho lavorato per anni senza mai sentirmi in difetto rispetto chi possedeva macchine con sensori che ottenevano un punteggio maggiore su DXOMark. Non dico che tutti la debbano pensare così o avere le medesime esigenze ma non si deve neanche pensare, al contrario, che la fotocamera con resa ISO o gamma dinamica migliore sia necessariamente da preferire.

Sospendo il giudizio sulla ghiera aggiuntiva degli obiettivi RF, che può essere personalizzata nella funzione ed è presente anche in uno specifico adattatore per lenti EF (nel caso qualcuno ne dovesse sentire la mancanza…). L’ho già provato un po’ sulla EOS R e non mi ha fatto impazzire, ma prometto di dargli una nuova chance ora, sulla RP. Nota positiva a margine: ho parlato spesso dell’ottima funzione introdotta da Panasonic sulle Lumix S1, che consente di scegliere se la rotazione della ghiera di messa a fuoco abbia un comportamento lineare (stile quelle meccaniche) o meno. Ebbene, non avevo affatto capito che la stessa opzione fosse presente anche nelle nuove EOS e sono contento di averla trovata nei menu.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.