Recensione: Fujifilm X-T3, la migliore APS-C del mercato

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Solitamente sono contrario ad usare l’assoluto, perché poche lo sono davvero e comunque possono non rimanere tali nel tempo. Il mio pensiero è che Fujifilm sia riuscita a sfornare la migliore fotocamera con sensore APS-C che si possa acquistare attualmente sul mercato, mirrorless e reflex incluse. Fare la recensione di questa macchina è stato semplice e complicato allo stesso tempo, perché alla bontà della qualità fotografica della X-T2 (recensione) si sono aggiunti un migliore autofocus e sopratutto un comparto video che ha permesso a Fujifilm di entrare di diritto in zona GH5, ma con un sensore grande quasi il doppio. Passiamo a vederla più da vicino, anticipandovi che su alcuni aspetti sarò meno prolisso del solito visto che la X-T3 e la X-T2, già recensita, sono per diversi aspetti quasi indistinguibili.

Caratteristiche Principali

La Fujifilm X-T3 è un’evoluzione in cui a livello di corpo ed ergonomia non è cambiato quasi nulla. Le novità però ci sono e sono tutte sotto il cofano. Il sensore è un’unità da 26MP BSI (retroilluminata) prodotta da Sony. All’inizio si pensava che fosse di manifattura Samsung – in quanto l’unico sensore di questo tipo (APS-C/BSI) era proprio della NX1 – mentre oggi sappiamo che Sony ha inserito a catalogo proprio un sensore con le stesse caratteristiche di quello dalla X-T3. Ovviamente il filtro è sempre X-Trans e non il classico Bayer. Novità anche dal lato processore, con l’X-Processor 4 capace di elaborare i dati 4 volte più velocemente del modello precedente. Grazie a questo, la X-T3 riesce a raggiungere i 30 fotogrammi al secondo in modalità raffica (crop 1.25x) o 20 fps senza crop con otturatore elettronico, e sopratutto arriva il video 4K @60p con 10 bit di profondità colore 4:2:0 (4:2:2 su uscita HDMI).

Corpo ed Ergonomia

Qui potrei tranquillamente copiare tutto quello che avevo scritto della X-T2, perché sono davvero poche le differenze: La X-T3 cresce un po’ in altezza, adesso misura 133 x 93 x 59mm contro i 133 x 92 x 49mm della precedente, ed è anche qualche grammo più pesante (539g vs 507gr) e queste sono davvero le uniche differenze fra le macchine, in quanto i pulsanti e le ghiere sono disposti allo stesso modo e non ci sono state aggiunte o rimozioni. In questa disamina, quindi, non illustrerò nel dettaglio i pulsanti ma mi soffermerò su qualche piccola novità.

Partiamo dalla zona superiore, dove da sinistra si trovano la torretta della sensibilità con la possibilità di scegliere da ISO 160 a 12800, oltre ai modi L, H e A. In asse con essa troviamo la ghiera che gestisce le modalità di avanzamento e che consente anche la selezione della modalità filmato. Spostandoci sul lato sinistro del mirino possiamo notare che è presente la ghiera per la regolazione diottrica con una graditissima novità: adesso il selettore si deve tirare verso l’esterno per poterlo regolare e poi si spinge di nuovo in posizione per bloccarlo: una piccola ma grande comodità. Continuando verso destra abbiamo la slitta per il flash e sull’altro lato del mirino il pulsante per selezionare il modo di visualizzazione (display, mirino o automatico con il sensore di prossimità). Eccoci giunti all’altra torretta, questa permette di selezionare i tempi da 1s a 1/8000s con intervalli da 1 stop, oltre alla modalità A, B e T. In asse troviamo la ghiera per selezionare il metering con 4 impostazioni. Entrambe le torrette sono bloccate grazie al pulsante a scatto posizionato al centro, questo però non blocca anche le ghiere sottostanti. Procedendo ancora a destra troviamo il pulsante di scatto (con la classica filettatura per quello remoto) con sotto il selettore d’alimentazione, il pulsante fn e la torretta per la selezione della compensazione dell’esposizione.

Il frontale della X-T3 è pulito e include solo le serigrafe di marchio e modello, il connettore PC-Sync, il selettore M/C/S per la messa a fuoco, il pulsante di sgancio dell’ottica, un LED bianco per l’aiuto alla messa a fuoco in condizioni di scarsa illuminazione e la ghiera cliccabile frontale. Rispetto al modello precedente ho trovato questa ghiera più precisa, adesso si avvertono con sicurezza “i passi” mentre si gira, ed è cambiato anche il meccanismo del pulsante ad essa collegato: quando la ghiera viene premuta si avverte proprio lo scatto del pulsante, che dona un feedback più preciso al fotografo durante l’uso.

Il lato sinistro è quello deputato per la maggior parte delle connessioni. Dietro un unico sportellino troviamo, dall’alto: l’ingresso per il microfono, l’uscita per le cuffie (entrambi in standard 3,5mm), la porta USB-C che va a sostituire la vecchia micro USB 3.0 della precedente generazione, e la porta Micro HDMI. Qui devo fare un appunto, perché le indicazioni delle porte sono realizzate in debossing (o in stampaggio) sul lato dove c’è la cerniera dello sportellino e questo ne complica la leggibilità. Come ultimo dettaglio del lato sinistro, possiamo notare il pulsantino di sgancio meccanico per la seconda cerniera del display.

Sull’altro lato c’è spazio per il doppio slot che accoglie le schede Secur Digital (SD), entrambe in standard UHS-II. Fujifilm deve aver notato che c’era uno spazietto vuoto sopra lo sportellino delle SD e ha deciso di collocare qui, dietro una protezione in gomma morbida, l’ingresso da 2,5mm per il comando di scatto remoto.

Sul fondello c’è solo lo sportello della batterie, l’attacco a vite per il treppiede e il connettore per il battery grip per cui passiamo ad analizzare il lato posteriore. Si nota subito il display, che anche nella X-T3 possiede il curioso meccanismo che lo fa muovere verso l’alto e verso il basso, ma anche inclinare verso destra. Altro elemento che si nota subito è il mirino elettronico con il suo ampio oculare in gomma – i dettagli tecnici di queste due unità sono trattati nel paragrafo a loro dedicato. Sulla parte superiore abbiamo i pulsanti cestino e play da un lato, AE-L e AF-L dall’altro. In mezzo a questi ultimi c’è la ghiera cliccabile posteriore e procedendo verticalmente verso il basso abbiamo il pulsante Q, il joystick multidirezionale, il D-Pad con tasto centrale e il tasto DISP/BACK.

Connessioni, memoria, batteria

Abbiamo visto che sono cambiate poche cose nella connessioni, eppure adesso la X-T3 è davvero completa. È stata aggiunta l’uscita cuffie, che prima era disponibile solo collegando il battery grip, e si è passati all’USB-C, che oltre ad essere più veloce per il trasferimento dei dati è anche più comoda (si inserisce in entrambi i versi) e consente di ricaricare la batteria anche a macchina accesa. Fujifilm raccomanda l’utilizzo di power bank Anker PowerCore Speed PD per la loro capacità di erogare più corrente sull’uscita di tipo C. Come ho già avuto modo di scrivere, entrambi gli slot di memoria sono compatibili con le schede UHS-II (se non volete perdervi nella giungla di queste sigle ecco un ottimo post a cui fare riferimento) e si può impostare la macchina per usarle in modo sequenziale, backup o suddividendo RAW e JPG. Concludiamo il paragrafo parlando della batteria NP-W126S, che consente di portare a casa circa 390 scatti per singola carica (standard CIPA), dato che si avvicina molto alla realtà se non si abusa della modalità boost. Non mancano Bluetooth e Wi-Fi, che consentono la comunicazione con l’app companion per smartphone Android ed iOS. Proprio la Fujifilm Camera remote è uno dei pochi nei di questa fotocamera, anche se non strettamente collegato ad essa. È ancora la stessa che testai con la recensione della X-Pro2, risultando vecchia (a livello di interfaccia grafica), macchinosa, non compatibile con gli iPhone X/XS Max e sostanzialmente con gli stessi difetti che avevo riscontrato al tempo. Devo anche notare che l’introduzione del Bluetooth per il geotagging delle foto, che doveva velocizzare la connessione all’app, sembra in realtà rallentarla ulteriormente, aggiungendo un passo ulteriore per il raggiungimento dello scopo: ci si deve collegare prima tramite Bluetooth e solo dopo, quando si seleziona la modalità di scatto remoto o invio delle foto, si attiva il Wi-Fi. Speriamo che Fujifilm sistemi quanto prima questa situazione perché è un vero peccato che l’app non sia al passo con la qualità delle loro fotocamere.

Display e mirino

La X-T3 ha ricevuto in dotazione nuove unità per quello che riguarda display e mirino elettronico: il primo guadagna il touchscreen mentre il secondo una risoluzione più elevata. Partiamo dal display, un’unità da 1,04 milioni di punti con una diagonale di 3” e rapporto di 3:2. Come nella precedente macchina (e anche nella GFX 50S) il display è montato su un sistema a doppia cerniera che permette di inclinarlo verso l’alto fino a 90° e verso il basso per circa 45°. La seconda cerniera invece consente di fare perno sul lato destro del display e di inclinarlo per circa 60°. Come dissi nelle recensioni i X-T2 e GFX 50S, questo movimento è davvero utile nello scatto in studio e non posso fare altro che confermarlo. Il display è adesso anche touch e questo implica che, volendo, si può spostare il punto di fuoco, navigare nei menu o attivare altre 4 “scorciatoie” personalizzabili come fossero pulsanti (grazie a swipe sui quattro lati). Per spostare la messa a fuoco quando si usa il mirino, si può impostare la possibilità di usare tutto lo schermo, una delle due metà o solo uno dei 4 quarti, così da evitare azionamenti involontari. Ci sono ancora due piccole novità, entrambe riguardanti display e mirino: la prima è una modalità “notturna” che consente di avere le icone del menu con un contrasto ed una luminosità molto bassa grazie a testi rossi su sfondo grigio, utile per gli scatti in ambienti bui come in teatro – in modo da non disturbare e non dover guardare una fonte troppo luminosa disabituando l’occhio. La seconda novità è la possibilità di impostare gli indicatori larghi, ovvero una visuale ingrandita e semplificata che mostra solo le informazioni di cui abbiamo bisogno con una dimensione più generosa. Queste opzioni sono attivabili separatamente per display e mirino.

Il mirino elettronico avanza sensibilmente rispetto a quello già buono del precedente modello. La risoluzione passa da 2,36 milioni di punti a 3,69, anche se l’ingrandimento massimo scende da 0,77x a 0,75x. Il refresh rate è di 100fps (in modalità boost, 60fps in modalità normal) e il lag è di soli 0,005s. Le informazioni visibili sono personalizzabili così come il livello di luminosità. Il mirino si può attivare automaticamente grazie al sensore di prossimità posto sotto di esso o manualmente con il pulsante posto alla destra, inoltre guadagna una modalità “intelligente”: ovvero quando il display è inclinato il sensore viene disattivato, così non avremo più blackout quando avviciniamo la macchina alla pancia.

Controllo, impostazioni, menu

Ormai conosciamo l’approccio di Fujifilm alla fotografia in questa sua rinascita digitale: controlli manuali ben in vista, abbandono delle scorciatoie PASM, menu chiari e ben organizzati. In tutto questo la X-T3 non fa eccezione, anzi conferma quanto di buono è stato fatto finora integrando una serie di opzioni, come quelle per migliorare la leggibilità di cui ho appena parlato, volte a sostenere il fotografo affinché si possa concentrare esclusivamente sullo scatto. L’aggiunta di altre 4 scorciatoie con gli swipe sullo schermo touch (funzionano anche quando si usa il mirino) porta a 13 il totale dei “pulsanti” personalizzabili. Il livello di modifica delle funzionalità è elevatissimo, si può scegliere ad esempio se la ghiera della messa a fuoco dovrà ruotare nel senso normale o inverso, se il tasto di blocco dell’esposizione debba funzionare come pulsante (che va tenuto premuto finché si desidera bloccare l’esposizione) o come interruttore ON/OFF, si possono personalizzare le informazioni visualizzate nel mirino o sul display separatamente, il tutto per fare in modo che ogni X-T3 sia diversa dalle altre e legata alle specifiche esigenze del suo proprietario.

AF – Messa a fuoco

Ecco una delle aree che ha subìto i maggiori interventi rispetto al vecchio modello. Tutto il sistema che governa la messa a fuoco è stato rivisto: adesso la ricerca di fase copre quasi l’intero fotogramma grazie 2,16 milioni di pixel sul sensore deputati proprio al PDAF. Inoltre la sensibilità minima passa da -1EV a -3EV, rendendo possibile la messa a fuoco anche in ambienti scarsamente illuminati. Grazie al nuovo processore, la X-T3 è in grado di calcolare fuoco ed esposizione fino a 1,5 volte più frequentemente rispetto al vecchio modello, in modo da tracciare meglio i soggetti che si muovono più rapidamente. Un’altra area parecchio migliorata è il rilevamento dei volti, che adesso funziona anche in AF-Continuo pure se ogni tanto rileva i volti dove non ci sono (abbiamo scherzato su questa cosa nella puntata #38 di PixelClub). Le modalità AF sono le classiche 3 – punto singolo, Zona e Wide/tracciamento – a cui se n’è aggiunta una nuova denominata “All”, grazie alla quale si può passare fra le 3 elencate con una pressione sul joystick e poi ingrandimento. I punti di messa a fuoco sono ora 425 (una griglia da 17×25) e in opzione è possibile selezionarne meno (117) o ingrandire il singolo punto su 6 livelli e l’area su 3.

La selezione del punto AF si può effettuare con il joystick multidirezionale o con il touchscreen (sia solo focus che focus e scatto) avendo il display acceso o spento. Notevolmente migliorato l’AF continuo, che come abbiamo visto adesso traccia anche i volti, sia in ambito fotografico, dove abbiamo la possibilità di scegliere tra 6 preimpostazioni di sensibilità/tracciamento a seconda di cosa ci interessa fotografare, sia in ambito video. dove potremmo scegliere indipendentemente la sensibilità alla tracciatura del soggetto e la velocità di spostamento del fuoco su 11 valori per ottenere effetti di focus shifting più lenti o più veloci.

Ho stressato davvero tanto il nuovo sistema di AF andando a fotografare una partita di calcio in notturna. In realtà ero andato per provare la raffica, ma le condizioni di luce erano così proibitive che il sistema ha davvero faticato, nonostante la sensibilità del sensore AF sia passata da -1EV a -3EV. Molti scatti li ho portati a casa (anche se realizzati a 12800ISO) e ho notato che anche in condizioni molto difficili (scarsa illuminazione, calciatori vestiti di nero con le casacche colorate e poi ho lasciato a casa il monopiede, quindi tutto a mano libera con sommo dispiacere del mio braccio sinistro che ha dovuto reggere il peso del 100-400), la fotocamera riesce ad agganciare il soggetto, anche se può impiegare più tempo rispetto a quando la scena è meglio illuminata. Piccolo aggiornamento anche per la modalità manual focus, che nella X-T3 guadagna un nuovo aiuto sempre “preso in prestito” dalle vecchie macchine fotografiche e qui emulato digitalmente, ovvero lo schermo a microprisma. Questo sistema, molto simile all’immagine divisa, mostra una serie di quadrati che scompaiono quando la messa a fuoco è corretta sul soggetto inquadrato. Continuano ad essere presenti anche gli altri aiuti alla MAF manuale: immagine divisa e focus peaking personalizzabile.

Drive – Scatto continuo

Volevo iniziare questo paragrafo con una frase ad effetto, qualcosa che restasse in testa un po’ come uno slogan pubblicitario anni’ 90, ma vi dovete accontentare di questo: la X-T3 è dannatamente veloce. Ricordate la Sony A9 e i suoi 20 fps con AE e AF-C attivi? Beh, li fa anche la X-T3. Ok, qui il sensore è APS-C, ma ci sono più MP e addirittura supera questo dato velocistico spingendosi fino a ben 30fps, con una modalità crop di 1,25x (circa 16,6MP in foto) mantenendo fuoco ed esposizione durante tutta la raffica e senza blackout in liveview. Certo, forse non si ha sempre bisogno di tanta forza bruta, però sapere che è lì, disponibile ad un click, fa sicuramente piacere. Non è però tutto, perché se questi dati sono raggiungibili esclusivamente con l’otturatore elettronico, passando all’otturatore meccanico la X-T3 raggiunge comunque la ragguardevole cifra di 11fps, questa volta senza la necessità dell’aiuto da parte del battery grip. Avevo organizzato un piccolo test in studio per lavorare in luce controllata, ma purtroppo la modella mi ha dato buca e ho dovuto ripiegare su una partita di calcio. Anche qui non ho avuto grande fortuna perché il campo sportivo del paese non è correttamente illuminato e la squadra si allena solo la sera. Questo ha fatto sì che mi sia dovuto spingere molto in alto con gli ISO (12800) e che la prova non sia andata particolarmente bene. Cioè, in realtà le capacità della macchina si sono viste bene perché anche con questa situazione estremamente complicata riusciva ad agganciare i soggetti quando erano almeno “visibili” riuscendo a seguirli, ma avrei voluto mostrarvi meglio le sue doti velocistiche.

Tornando all’analisi dello scatto continuo, tutta questa mole di dati ha bisogno di schede veloci e di un buffer capiente, tanto che alla massima velocità (30fps) si riescono a scattare solo 60 JPG o 33 RAW. A 20 fps senza crop si ferma dopo 79 JPG e 34 RAW mentre a 11fps 145 JPG o 36 RAW. Per controllare la raffica abbiamo due posizioni del selettore drive, CL e CH,  che si possono personalizzare nel menu con il valore di fps che preferiamo fra 3/4/5/5,7 per CL e con otturatore elettronico 8/11/20 oppure 10/20/30 in crop. Ma non solo di velocità campa il fotografo (forse solo sportivo), per cui ci sono gli altri metodi di avanzamento: bracketing (fino a 9 scatti), esposizione multipla, filtri avanzati e modalità panorama.

Metering – Esposizione

Nonostante il miglioramento sul fronte sensore e processore, non ci sono particolari cambiamenti nel modo in cui la X-T3 misura la luce. Le modalità sono 4, tutte selezionabili tramite la ghiera posta in asse sotto la torretta dei tempi. Si passa dalla classica misurazione Spot, Media pesata al centro, Multi (una modalità intelligente che valuta luce, colore e composizione dell’immagine per restituire la misurazione) e Media. Le foto sono generalmente ben esposte, con una tendenza a conservare le alte luci a volte sottoesponendo di 1/3 di stop. Voglio parlare qui anche della possibilità di estendere la gamma dinamica al 200 e 400%. Questi step si ottengono impostando gli ISO minimi a 320 e 640 e scegliendo il valore di DR tramite il menu, e consentono di avere più dettagli nelle luci e nelle ombre, appiattendo un po’ l’immagine. I valori 200% e 400% possono trarre in inganno, visto che raddoppiano effettivamente la gamma dinamica, però l’effetto è apprezzabile sopratutto nei paesaggi diurni e per quello che riguarda i file JPG. L’unica cosa a cui fare attenzione è che viene modificata di conseguenza la visualizzazione in camera, per cui poi il RAW potrebbe apparire molto diverso da quanto previsto.

Fin’ora non ho minimamente accennato allo scatto RAW, anche perché gran parte del tempo con la X-T3 l’ho passato senza poter elaborare i file grezzi con Lightroom, che è stato aggiornato solo in seguito. Certo avrei potuto usare Capture One, sopratutto ora che esiste una versione per Fujifilm completamente gratuita ma, per quanto non apprezzi più il software di Adobe, fatico a trovare il tempo per impararne uno nuovo. Senza considerare che mi mancherebbe la console di editing (prima con il Progetto #Midi2LR e ora con la Loupedeck Plus). Diciamo che i primi RAW li ho elaborati proprio per la recensione, ma i risultati sono stati del tutto in linea con le aspettative. Tenendo gli ISO a valori bassi si possono recuperare tantissime informazioni nelle luci e nelle ombre, come si vede bene anche nella foto d’esempio. Scattando invece con le modalità DR 200 e DR 400 si ottiene un ulteriore beneficio nell’uso dei file RAW, perché le foto sono “protette” contro la sovraesposizione rispettivamente di 1 e 2 stop. Per comprendere meglio questo concetto occorre fare un esempio: se io scatto una foto a ISO 160 (valore base del sensore) e poi una a ISO 640 con DR400 attivato, la macchina in realtà scatterà la foto a ISO 160, tirando su, digitalmente, il valore ISO fino 640 (la foto sarà ovviamente sovraesposta di 2 stop). Così facendo riesco ad ottenere 2 stop verso il basso per recuperare tantissime informazioni sulle ombre: utilizzando la gamma dinamica 400% ed esponendo per preservare le luci, sono sicuro di portare a casa uno scatto ricco di dettagli nelle aree buie. L’argomento è molto vasto e tira in ballo anche la tecnologia ISOless che è alla base dei sensori utilizzati nella serie X da quando questa è stata creata.

WB – Bilanciamento del bianco

Anche per quello che riguarda il bilanciamento automatico del bianco, la X-T3 si trova a proprio agio nella maggior parte delle situazioni, con foto si avvicinano molto alla realtà specie utilizzando la simulazione pellicola Provia. Ho fatto diversi test in studio e sebbene i flash avessero una luce di modellazione calda, le foto risultanti hanno un buon bilanciamento cromatico, solo leggermente tendente al blu. Purtroppo la X-T3 non è una campionessa di costanza nei risultati: scattando foto con la stessa illuminazione molte avranno colori diversi, cosa già nota con la X-T2. Forse detta così sembra un difetto enorme, in realtà mi rendo conto che capita con molte mirrorless che ho provato e qui si verifica solo quando si scattano foto simili a ripetizione. Parliamo comunque di uno scatto difforme ogni 10, o forse più, e la variazione scende con raffiche veloci).

Flash

Come le precedenti X-T1 e X-T2, anche il nuovo modello è sprovvisto di flash integrato. Fujifilm include il piccolo EF-EX8 nella confezione collegabile alla slitta e che ha un numero guida pari a 7. Credo sia inserito più che altro per comandare altri flash che per una reale efficacia vista la sua ridotta portata. La funzionalità di controllo wireless è invece completa: io l’ho testata sia con un Godox AD200 pilotato dal trasmettitore X1T-F per verificare il funzionamento TTL e HSS, e sia con i miei flash da studio Elincrom BRX 500. In entrambi i casi la macchina si è comportata bene. Rimpiango sempre il dover commutare manualmente l’anteprima dell’esposizione disattivando quella reale quando si collegano i flash da studio, almeno finché Fujifilm non si deciderà a copiare il cambio automatico delle Panasonic. Comunque con un flash TTL le cose vanno decisamente meglio: la macchina calcola bene l’esposizione e setta la potenza del flash di conseguenza.

Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Come si sarà capito la X-T3 scatta foto di qualità almeno comparabile rispetto la macchina che l’ha preceduta ed anche se non ho gli strumenti per calcolare scientificamente l’aumento della gamma dinamica, chi li ha conferma che vi è un piccolo miglioramento rispetto la X-T2. Posso però parlarvi delle stampe, così vi annoio un po’ con cose che, purtroppo, interessano sempre meno i fotografi. Le foto su carta appaiono nitide, vivaci e profonde a partire dai file JPG generati in camera: questa volta ho volutamente evitato di stampare i RAW sviluppati. Sicuramente non sarà questo che l’utente finale chiederà alla macchina, ma almeno siamo sicuri che la base di partenza è più che ottima. Non ho lavorato molto con i file grezzi per il tardivo update di compatibilità con la suite Adobe, ma quando è stato reso disponibile ho visto confermare il grandissimo margine di miglioramento in fase di sviluppo e post-produzione. La X-T3 guadagna una caratteristica mutata dalla GFX 50s: si tratta del Color Chrome Effect, che si occupa di riprodurre con maggiore fedeltà le leggere sfumature dello stesso colore, ad esempio quando si fotografano i fiori. Altra novità è data dalla possibilità di virare le foto in bianco e nero su tonalità più calde o più fredde per enfatizzare maggiormente l’effetto.

Anche per quello che riguarda le performance legate alla carenza di luce la X-T3 se la cava bene. Io direi pari alla X-T2 ma secondo le misurazioni di laboratorio il nuovo modello va un po’ meglio per alcuni versi e un po’ peggio per altri. Si tratta di inezie, però: vi posso confermare che non ci sono assolutamente problemi a scattare a 1600 ISO, con gamma dinamica e rumore davvero sotto controllo. Salendo a 3200 ISO la gamma dinamica scende un po’, forse c’è uno stop in meno rispetto alla sensibilità di base, e il rumore inizia a farsi vedere, anche se è una presenza non invadente e persino bella. 6400 ISO non è affatto un valore eccessivo, né per le foto, né tantomeno per il video: la grana è presente in abbondanza ma ha una pasta quasi analogica e si può ben trattare partendo dal RAW. Salendo ancora più su incontriamo gli 8000 ISO, un valore strano, non intero, che potrebbe segnare lo spartiacque sopratutto in campo video tra un buon risultato ed uno “meh”. Come ho detto, ho scatto a 12800 ISO in una partita di calcio in notturna, nello stadio di paese e con un’illuminazione davvero scarsa, e anche impostando il tempo a 1/125s (troppo lento per un’attività del genere) riuscivo a malapena ad avere una corretta esposizione. Il JPG in questa situazione è un po’ impastato, con il RAW va meglio, ma bisogna tenere bene in mente la situazione difficile prima di giudicare il risultato. Ci sono anche sensibilità più alte, ma è probabile che siano li più per scena che per reale utilità, infatti le ho impostate solo per fare le prove che vedete qui in basso.

Video

Se c’è una cosa che sicuramente è cambiata tanto tra la X-T2 e la X-T3 è la capacità in ambito video. La nuova nata di casa Fujifilm è capace di registrare filmati in 4K a 60 fotogrammi al secondo su scheda di memoria (la seconda fotocamera ad ottenere questo risultato dopo la GH5/GH5s di Panasonic) in formato H.265 10 bit 4:2:0. Il data rate massimo ora raggiunge i 400Mbps (codec All-I) e si può scegliere di registrare sia su SD interna che tramite recorder esterno via HDMI, anche contemporaneamente, con l’uscita video che arriva fino al 4K @60p con 10 bit 4:2:2. Migliorata anche la registrazione in FHD, che adesso gode di un bitrate più elevato, e sono sempre presenti le modalità ad alta velocità (1080@120p) che però sono ora ritagliate a 1,29x per ottenere una migliore qualità d’immagine. Per selezionare la registrazione ad elevato frame rate bisogna utilizzare la voce apposita del menu (filmato / reg. alta velocità) che ci farà scegliere se registrare a 2x, 4x o 5x, in questo modo verrà creato un video già rallentato con il frame rate in uscita di 50, 25 o 24fps, ma la durata sarà doppia, quadrupla o cinque volte la durata originale della clip.

La X-T3 ha la possibilità di registrare su scheda SD con il profilo flat F-Log (in realtà lo fa anche la X-T2 ora grazie all’aggiornamento firmware 2.0) ma qui abbiamo in più la registrazione in HLG (Hybrid Log Gamma). Non manca la simulazione colore Etherna, introdotta con la X-H1, lo zebra pattern, il focus peaking, l’AF con riconoscimento facciale, la possibilità di settare la velocità di tracciamento e di passaggio da un punto di fuoco all’altro, la modalità silenziosa – che permette anche di impostare i parametri di registrazione usando solo il display – un AF migliorato, l’ingresso microfono e l’uscita cuffie, nonché la registrazione in formato 4K DCI.

Insomma, c’è davvero tanta carne al fuoco, che fa sì che questa X-T3 si stia guadagnando un posto di riguardo tra le macchine fotografiche “ibride”, ovvero utilizzabili con grande soddisfazione anche in campo video. Ottime sono pure la gestione dei colori e la resa in bianco e nero offerte dalle simulazioni pellicola. Io non sono un film maker e onestamente non ho programmato nulla nel filmato che state per vedere, volevo solo raccontare la vendemmia di quest’anno e l’ho fatto utilizzando esclusivamente la X-T3 con il bellissimo XF 56 f/1.2, profilo colore Etherna (il montaggio la color sono di Maurizio).

Conclusione

L’avevo detto all’inizio: fare questa recensione è stato contemporaneamente semplice e complicato. Avrei potuto dire soltanto: prendi la X-T2, aggiungi i video della GH5, un pizzico di velocità della Sony A9 ed ottieni la X-T3. Non sarebbe stata neanche una completa stupidaggine, ma non sarebbe stato onesto nei confronti di questa ottima macchina fotografica. Ritengo che chi possiede la X-T2 e faccia principalmente il fotografo possa dormire sonni tranquilli e godersi il proprio corpo ancora a lungo. Anzi mi sentirei persino di consigliare quella ancora oggi a chi non faccia video, vista la differenza di prezzo con le offerte che si trovano sia sul nuovo che usato. Se però si dovessero fare anche dei filmati o si volesse qualcosa di più per la fotografia sportiva o naturalistica, la Fujifilm X-T3 non è solo un’opzione da valutare ma la macchina che state cercando. Attualmente il solo corpo si porta a casa per circa 1500€, mentre il kit con il XF 18-55 f/2.8-4 costa 1800€ ed è praticamente lo stesso prezzo di lancio che aveva la precedente. Credo sia del tutto in linea con la qualità costruttiva, le funzionalità generali e la straordinaria qualità d’immagine che l’attuale ammiraglia APS-C della serie X è capace di offrire.

PRO
+ Qualità d’immagine elevata
+ Qualità costruttiva al top
+ Raffica veloce (30fps)
+ Corpo tropicalizzato
+ Controlli fisici completi e personalizzabili
+ Stile retrò
+ Simulazioni Pellicola eccellenti
+ Aggiornamenti firmware migliorativi costanti
+ Ottime funzionalità video
+ Ingresso microfono e uscita cuffie entrambe sul corpo

CONTRO
- Durata della batteria (Sony ha alzato l’asticella, ora sta agli altri migliorare)
- Tendenza a scaldare in modalità boost

DA CONSIDERARE
| Se avete le mani grandi è consigliabile l’acquisto di battery grip o impugnatura aggiuntiva
| L’autonomia non è il punto forte: meglio dotarsi di 3-4 batterie per un evento all day
| La modalità boost non funziona con le batterie di terze parti

Massimiliano Latella

Guest Editor - Fotografo matrimonialista, suono il Basso e la tecnologia è il mio leitmotiv.