Recensione: iNeo case per SSD Rugged IP6X con USB-C Gen 2 da 10Gbps

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Marco Moretti, Alberto Zamboni, Simone Pignatti, Giacomo Tacconi, Vincenzo Lapenta, Nardi Luigi Filippo, Roberto Pinna.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

I dischi allo stato solido presentano ormai prezzi davvero abbordabili e grazie ai loro vantaggi in termini di velocità, silenziosità e robustezza sono sempre più utilizzati anche per lo storage esterno. Chiaramente non sono convenienti qualora si debbano archiviare in modo statico molti TB di dati, ma finché si tratta di 500GB, 1 e anche 2TB che si utilizzano frequente, sono certamente la scelta migliore. C’è chi li usa per librerie audio/video, cataloghi fotografici, macchine virtuali… qualunque sia la necessità, moltiplicare più o meno per 6 le prestazioni rispetto ai dischi meccanici fa capire il vantaggio offerto da un SSD. Ci sono molti prodotti “tutto in uno” davvero validi: nel 2016 avevo fatto un video confronto ma oggi quello che preferisco è il Samsung T5, che possiedo in due diversi tagli di memoria.

La cosa bella dei dischi nati per l’uso esterno è che possono essere molto piccoli, mentre quelli SATA che prevedono l’installazione nei computer utilizzano spesso il classico formato da 2,5″, anche se gran parte del case rimane vuoto all’interno. Le memorie NAND degli SSD sono in effetti molto piccole ormai, per cui la scelta di inserirle in uno scatolotto standard è dettata solo dalla volontà di renderli immediatamente compatibili con gli spazi predisposti nei computer portatili o desktop. Data la maggiore diffusione, però, questi costano mediamente meno delle soluzioni tutto in uno, infatti ho acquistato pochi giorni fa un Crucial MX500 da 1TB a soli 130€ mentre il Samsung T5 della stessa capienza costa mediamente 240€.

Per usarlo in esterno, però, serve un case. Uno possibilmente fatto bene, che supporti il protocollo UASP per sfruttare tutta la velocità del disco e preferibilmente con connessione nativa USB-C Gen 2, che con i suoi 10Gbps teorici consente di non avere il taglio di banda a circa 430MBps effettivi della vecchia USB-A 3.0. Se ne trovano di tutti i tipi e ad ogni prezzo, ma dopo un po’ di ricerca ho optato per il case iNeo rugged USB-C.

La struttura è rigida ma rivestita di gomma morbida tutto intorno e sul fondo. La copertura superiore è invece di metallo e si fissa sul top grazie a 6 viti torx ed un cacciavite in dotazione. L’incastro è perfetto ed è molto robusto, infatti il case è certificato IP6X. Il cavo USB-C è integrato e si incastra sul bordo girandogli intorno fino ad un cappuccio in cui si infila il connettore. È davvero molto comodo per trasportarlo ma anche da lasciare fisso sulla scrivania, perché non ha parti mobili o che si possono disconnettere. Certo il cavetto è un po’ corto, ma io preferisco così ed è anche utile che se ne possa staccare dal frame solo la porzione che serve, tenendolo più vicino possibile al computer nel caso si utilizzi con il portatile.

La prestazioni misurate sono davvero ottime, sia perché il disco in questione sfrutta delle buone NAND 3D sia perché la connessione USB-C consente di sfruttare per intero le sue potenzialità, come fosse collegato all’interno del computer sul connettore SATA. L’unica differenza sostanziale è che la USB non è una connessione nativa PCI, quindi non sarà possibile sfruttare il Trim.

Questo comando, che deve essere supportato dal sistema operativo, dal disco e dalla connessione, consente di liberare i blocchi segnati come inutilizzati a seguito della cancellazione di file, cosa che riduce la frammentazione dei dati e fa mantenere l’originale velocità del disco più a lungo nel tempo. I controller degli SSD hanno già un sistema analogo che si chiama Garbage Collection, che non ha proprio la stessa efficacia ma contribuisce a mantenere la prestazioni nel tempo, specie se l’unità rimane connessa al computer durante periodi di inattività (perché è allora che agisce). L’assenza del Trim è comunque un problema irrisorio per diverse ragioni.

La prima è che il calo di prestazioni che si può presentare in sua assenza impatta in misura marginale, difatti anche dopo tantissimi anni di uso intensivo senza Trim e GC un SSD rimane molto ma molto più veloce di un HDD. La seconda è che si può saltuariamente effettuare su macOS una riparazione S.O.S. dell’unità da Utility Disco o Terminale, che di fatto esegue pure il Trim dove disponibile, anche se una tantum. Giusto per prova ho eseguito un benchmark sul mio Samsung T5 500GB che uso quotidianamente per la libreria fotografica da un anno e non ha perso praticamente nulla. Insomma, il mio consiglio su questo come su tanti altri argomenti è: non seguite più di tanto le chiacchiere da forum.

Conclusione

Il case di iNeo USB-C è disponibile anche nella variante con USB-A da 5Gbps, ma a quel punto se ne perde l’effettivo vantaggio e conviene acquistare un prodotto più economico. Il modello in questione non è piccolissimo (misura 14 x 8,5 x 1,5cm) ma è davvero ben costruito, robusto e resistente. A me piace anche l’estetica rugged, che ho ricercato pure perché trovo comoda in mano grazie alla gomma esterna. Il top in metallo è un tocco gradevolissimo sia per l’estetica che per la qualità, ed aiuta nella dissipazione del calore. Certo è più ingombrante di un modello tutto in uno, però si risparmia davvero tanto nel comporre un disco da 2,5″ con questo case da 25€. Onestamente mi pare un’ottima soluzione, sia per l’uso in mobilità che per la scrivania.

PRO
+ Costruzione ottima
+ Certificazione IP6X
+ Comodissimo il cavo integrato con sistema di blocco
+ Supporta pienamente UASP per la massima velocità degli SSD
+ Controller USB-C Gen 2 per non avere tagli di banda rispetto alla SATAIII
+ Tutto considerato il prezzo è contenuto

CONTRO
Nulla di rilevante se anche voi apprezzate lo stile rugged di questo case

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.