5 cose che mi piacciono del Galaxy S10+ e 5 che non mi piacciono

Iniziando un articolo simile mi trovo sempre invischiato in una lunga premessa, necessaria per far capire al lettore la mia prospettiva. Almeno questa volta vorrei evitarla, utilizzando al suo posto un brevissimo punto elenco:

  • uso iOS: da 10 anni a questa parte il mio smartphone principale è l’ultimo modello di iPhone uscito (e da quando sono più d’uno provo tutta la lineup)
  • uso Android: da circa 7 anni la mia seconda SIM di lavoro è parcheggiata in uno smartphone Android e ne cambio da 4 a 10 l’anno (dipende da quello che mi “ispira” al momento)
  • conosco Android: non è parte necessaria nella mia attività ma per passione ho provato smartphone di tutti i principali brand ed ho iniziato a guardare alla Cina quando ancora produttori come Xiaomi erano poco noti da noi e non avevano una distribuzione italiana, realizzando anche delle guide per eseguire root e flash di rom differenti utilizzando macOS e non Windows
  • preferisco iOS: trovo che gli iPhone offrano una migliore esperienza d’uso, supporto più duraturo e soprattutto molti vantaggi derivanti dall’intero ecosistema (poiché ho anche iPad, Mac, AppleTV, Apple Watch

Uno dei terminali Android che ho deciso di acquistare in questo inizio del 2019 è stato il Samsung Galaxy S10+. In realtà sono abituato a prendere almeno un Samsung S all’anno per tenere d’occhio i progressi dell’azienda coreana, ma di norma non ho fretta e aspetto i successivi cali di prezzo. Questa volta c’erano elementi che volevo provare con mano anche in qualità di utente Apple che non sa cosa aspettarsi dalla prossima generazione di iPhone. Comunque sia questa non è una recensione e non farò una recensione. Non è che io snobbi il prodotto, altrimenti non l’avrei acquistato, semplicemente non ho una tabella di marcia che mi “impone” di farlo e dunque vado a “sentimento”. In questo caso quello che vorrei condividere con voi e più specificatamente con quelli interessati a questo articolo, sono alcune riflessioni dalla prospettiva di chi usa iOS, usa Android, conosce Android ma preferisce iOS.

5 cose che mi piacciono del Samsung S10 Plus


Schermo: ci sono pochi dubbi sul fatto che Samsung produca i migliori pannelli OLED per smartphone ed S10 Plus non fa eccezione. Da alcuni anni l’azienda ha corretto anche quella fastidiosa tendenza all’eccessiva saturazione, ottenendo una taratura equilibrata ma gradevolmente vivida. La luminosità è convincente e sono molto buone sia la diagonale che la risoluzione, rispettivamente di 6,4″ e 1440 x 3040 pixel (anche se di base è settato su 1080 x 2280 visto che il di più si percepisce solo in rarissimi casi, come nell’uso con visori). Il foro frontale per la doppia fotocamera non è bello o brutto in termini oggettivi, è solo un’altra possibile soluzione simil-notch per aumentare la dimensione dello schermo e ridurre le cornici. A me non dispiace e in molti casi è gestito bene, anche se trovo più gradevole la soluzione con singolo foto di S10 ed S10e. Da notare che comunque lo spazio aggiuntivo rispetto i precedenti S9 non è sempre usato in modo ottimale, poiché oltre ai video col buco (meno fastidioso del notch, secondo me) alcuni formati meno estesi dello schermo vengono riprodotti decentrandoli.

Storage: Apple dovrebbe prendere esempio, perché su smartphone top di gamma 128GB di base sono giusti oltre che dovuti (ne ho già parlato). In più il Galaxy S10+ si può espandere con microSD, offrendo all’utente molta più libertà, comodità ed economia rispetto agli iPhone. Altro vantaggio: ci puoi collegare una pendrive standard ed accedere liberamente al contenuto. Apple dovrebbe prenderne nota soprattutto per l’iPad, da troppo tempo castrato da questo assurdo limite.

Fotocamere: Non sono un fan delle foto eccessivamente contrastate e sature dei Samsung e questo nuovo modello non fa eccezione. Apprezzo invece moltissimo la fotocamera super grandangolare che è stata aggiunta. Come ho già avuto modo di dire decine di volte parlando degli smartphone LG – che la utilizzano da anni e per questo li compro – l’aumento dell’angolo di campo porta ad una visione diversa, più immersiva ed originale che stimola la creatività ben più di quella tele (che alla fine è solo un crop di migliore qualità di quella standard). Da notare anche che la disposizione centrale realizzata da Samsung non è affatto sgradevole da vedere e, a differenza del “semaforo” degli iPhone, non comporta lo sbilanciamento dello smartphone sulla superficie d’appoggio.

Ricarica: Tre aspetti mi piacciono di S10+ relativamente alla ricarica: il primo è che in dotazione vi è un caricatore USB molto più veloce di quello Apple (ma alcuni Android fanno ancora meglio da questo punto di vista); il secondo è che supporta fino a 15W nella ricarica wireless Qi; il terzo è che dispone di reverse wireless charging. Samsung la chiama Wireless PowerShare e consente di utilizzare la batteria del telefono per ricaricare un dispositivo compatibile Qi poggiandolo sul dorso. Non è molto veloce ed ha poco senso per ricaricare un altro smartphone, ma è comodissimo per gli auricolari Galaxy Buds ed altri prodotti compatibili (io lo uso pure con le AirPods grazie ad un case dedicato).

Uscita audio: Forse sarà l’ultimo Samsung ad averla ma per adesso ce la godiamo. In dotazione ci sono degli auricolari più che sufficienti realizzati in collaborazione con AKG, ma il vantaggio in generale è quello della flessibilità, perché in qualsiasi occasione sarà necessario collegare cuffie, casse, microfoni, mixer, stereo ed altro, non servirà alcun adattatore.

5 cose che non mi piacciono del Samsung S10 Plus


Autenticazione: Samsung ha dotato il Galaxy S10+ di un doppio sistema di autenticazione biometrica, uno visivo ed uno ultrasonico. Il primo è basato sulle fotocamere frontali ma purtroppo si inganna anche mostrandogli una foto dell’interessato presa da un social. Ho provato anche ad abilitare una maggiore precisione (che rimane molto veloce) ma purtroppo il risultato non cambia. Il sensore d’impronta ultrasonico è invece posizionato sotto lo schermo, in un’area specifica che non sempre si centra al primo colpo non avendo una sua “fisicità”. Se si preme bene e al punto giusto è efficace il 95% delle volte ma fallisce un po’ troppo spesso se si poggia il dito leggermente e senza troppa attenzione. L’ultimo update ha migliorato un po’ le cose, ma rimane un tipo di accesso non propriamente fluido e rapido come quello visuale. In conclusione ognuno dei due sistemi presenta i suoi limiti, poiché quello del volto non è neanche lontanamente sicuro come il Face ID degli iPhone X e per l’impronta siamo ben distanti dall’efficacia del Touch ID di seconda generazione. Ne avrebbero potuto aggiungere anche un terzo o un quarto, ma io avrei preferito averne uno solo a patto che fosse sicuro, veloce ed affidabile.

Design ed ergonomia: Complessivamente l’aspetto del Galaxy S10+ mi soddisfa e apprezzo molto anche la leggerezza e lo spessore ridotto. Sospendo il giudizio per l’Infinity-O Display, con quel doppio foro che può piacere o meno, mentre trovo davvero sgraziato il fatto che su quattro lati tre abbiano uno spessore diverso delle cornici. Non vorrei sembrasse un discorso di principio, posso capire che qualcuno poco interessato a tali dettagli neanche lo noti, ma avrei preferito aumentare un minimo il bordo superiore al fine di eguagliare almeno quello inferiore. Ritengo comunque che la soluzione tecnica utilizzata da Apple per eliminare l’asimmetria del “mento” dovrebbe essere implementata almeno nei terminali Android top di gamma come questo, dato che sappiamo essere difficile e costosa. Aggiungo qui anche un paio di lati negativi relativi all’ergonomia, in quanto gli angoli curvi fronte/retro causano due effetti spiacevoli: il primo è che è troppo facile toccare il bordo dello schermo con il palmo della mano o con le dita che lo stringono dall’altro lato, attivando la risposta touch involontariamente; il secondo è che il bordo diventa così un po’ troppo affilato e non è esattamente piacevole in mano.

Gesture: Nel Galaxy S10+ Samsung ha aggiunto la sua interpretazione di gesture, che però sono sostanzialmente inutili: c’è soltanto un’opzione che consente di trasformare la classica barra in tre trattini bassi che si attivano con uno swipe verso l’alto. In pratica si sostituisce la pressione con lo scorrimento, ma senza cambiare le funzionalità. Android Pie stock sul Pixel ha un approccio più gradevole, per cui bastava seguire quella strada per ottenere un risultato migliore. Allo stato attuale della One UI 1.1 si fa prima a tenere i tradizionali pulsanti di navigazione.

Software: A prescindere dalle proprie preferenze personali, trovo che Android nelle versioni così personalizzate abbia più svantaggi che vantaggi. Sono sicuramente comode ed apprezzabili alcune implementazioni uniche di Samsung, tuttavia l’insieme non è ben amalgamato. Inoltre durante i primi giorni di utilizzo il sistema propone di attivare una nuova funzione ogni 3×2, ottenendo un effetto controproducente sia per gli utenti avanzati (che già le conoscono) che per gli eterni neofiti (i quali non vogliono approfondire per definizione). Alla fine entrambi si annoieranno e inizieranno a saltare qualsiasi cosa dopo l’ennesima proposta ricevuta in poche ore, soprattutto perché ognuna è condita dalle solite condizioni contrattuali. Dovrebbero accorpare meglio le funzioni primarie in fase di prima attivazione e soprattutto dovrebbero eliminare i servizi e le app duplicate. Capisco che ogni produttore voglia dire la sua e creare un ecosistema in cui lucrare in esclusiva, però alla fine è Android e allora perché mettere Galaxy Store in aggiunta al Play Store, installare Galleria e Google Foto, E-Mail e Gmail. Poi c’è Samsung Pay, che però non è Google Pay, e un browser nativo che per sincronizzare i preferiti dal desktop ti costringe ad installare un’estensione per Google Chrome. Non so, mi sembra che troppo spesso produttori come Samsung si complichino la vita complicandola pure ai loro utenti. Sarebbe meglio sfruttare quelle risorse per velocizzare il rilascio degli update di sicurezza di Google e garantire una maggiore longevità a tutti i propri smartphone.

Svalutazione: Il prezzo di listino del Galaxy S10+ non è eccessivo se si considera che con meno di 1000€ si porta a casa una versione del top di gamma più che dignitosa con 128GB. Per comparazione, un XS Max base da soli 64GB (e senza espansione) costa 1289€ e il più comparabile modello da 256GB ne richiede 1459€. Rispetto agli anni passati ormai anche gli iPhone faticano a mantenere il prezzo di listino – per fortuna, visto quanto è salito – tuttavia i Samsung presentano una svalutazione costante e vertiginosa. Già solo nei giorni di preordine si sono viste oscillazioni di 100€ e, considerando l’andamento dei precedenti S9, non mi stupirei di vedere un 40% in meno entro 6 mesi. Diciamo che con Samsung, ancora più che con Apple, i primi acquirenti sono i più “sfortunati”, ma si deve considerare che a differenza dell’azienda di Cupertino la casa coreana propone delle interessanti promozioni per chi preordina. Nel caso di S10 ed S10+ si aveva diritto ad un paio di auricolari Galaxy Buds (che si riceveranno entro 180gg dall’acquisto degli smartphone ufficiali italiani).

Conclusione

Nel mondo Android si possono vedere varie sperimentazioni ed è più facile trovare qualcosa che stuzzichi i propri interessi. Il Galaxy S10+ è certamente una delle proposte più interessanti, perché offre un pacchetto davvero completo di specifiche tecniche e funzioni in un design nuovo e parzialmente originale. Alla fin fine che sia un notch, una goccia, un foro a sinistra o un doppio foro a destra, poco cambia: avendo schermi sempre più vicini ai bordi, i produttori cercano di distinguersi in base a dove scelgono di posizionare la fotocamera frontale ed il relativo buco nello schermo. Ci si abitua a tutto ma l’impressione è che siamo in un periodo di transizione che durerà solo finché non si troverà un modo migliore per nascondere la fotocamera ed eventuali elementi ad essa correlata. Abbiamo già visto slitte o elementi motorizzati, ma sono tutte cose con diverse controindicazioni al momento. Quindi ci teniamo questi buchi e a quanto pare possiamo solo decidere dove preferiamo che siano. Dispiace però che sul Galaxy S10+ la doppia fotocamera frontale non sia stata utilizzata per valutare la profondità ed evitare l’aggiramento dell’accesso con una semplice immagine 2D. Speriamo si possa migliorare lato software perché una foto la possono trovare tutti, mentre realizzare un calco tridimensionale è cosa ben più complicata. Devo ammettere che con questo S10+ non è scoccata la scintilla, perché do molto peso all’esperienza d’uso e tra lo schermo curvo che tocco troppe volte, l’assenza di gesture moderne ed un accesso che è o veloce ma poco sicuro o sicuro ma più macchinoso, ho maturato un po’ di perplessità. Complessivamente, però, è uno smartphone che convince su quasi tutti gli aspetti tecnici rilevanti ed avrà ragione di dettare il passo nel mercato Android di fascia alta in questo 2019.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.