AsSaggio: caricatori SkyGrand compatibili con MacBook USB-C e MagSafe

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Quando si sceglie un accessorio per un computer o un qualsiasi dispositivo elettronico, l’istinto è quello di rivolgersi allo stesso produttore. Potrebbe sembrare una scorciatoia per incompetenti, ma in realtà ci sono diversi motivi per cui è quasi sempre una buona idea. Affinché un accessorio sia perfettamente calibrato per il prodotto su cui si dovrà usare è necessario conoscere le sue specifiche, e nessuno è più qualificato a farlo dello stesso produttore. Questo discorso vale tanto di più quando ci sono in gioco elementi deperibili o delicati come l’alimentazione. Fino a poco tempo fa non avevo neanche mai preso in considerazione l’ipotesi di utilizzare un caricatore non originale per i portatili Apple, ma devo ammettere di non averne mai avuto bisogno. So per certo che sono tra gli accessori che più facilmente si danneggiano e infatti ne ho visti moltissimi con cavi lacerati, ma a me non era mai successo prima del 2017.

Con il passaggio all’alimentazione via USB-C, Apple non ha soltanto perso il MagSafe ma ha anche modificato la struttura dei suoi caricatori. Prima c’erano delle alette laterali sollevabili su cui arrotolare il filo, che era un pezzo unico con la scocca. Adesso gli alimentatori hanno la porta USB-C e il cavo non è integrato, dandoci la possibilità di sostituire solo lui in caso di problemi. Di base è un vantaggio, eppure in tanti anni con portatili Apple non mi era mai successo che si rovinasse un filo. Forse hanno ridotto la flessibilità del cavo o magari l’assenza del supporto su cui arrotolarlo è stata più impattante del previsto per le mie abitudini, fatto sta che dal momento in cui sono stato costretto a sostituire quel cavo, ho eliminato parte della mia resistenza verso gli accessori di terze parti per la ricarica.

In effetti già per iPhone ed iPad sono secoli che non uso più né i cavi né gli alimentatori originali, preferendo modelli diversi per capacità e formato, e le mie batterie sono in ottima forma. Dunque il problema non è tanto quello di usare prodotti di terze parti quanto di sceglierne di buona qualità. Sia io che Luca, collega nel SaggioPodcast, abbiamo provato l’alimentatore Inateck USB-C da 60W, in quanto ci serviva un doppione per evitare che spostando l’originale da una parte all’altra si potesse dimenticare, rimanendo a secco. Abbiamo letto pareri negativi su questo prodotto, eppure i nostri test hanno evidenziato una carica stabile ed efficiente, e continua a funzionare bene anche oggi dopo oltre un anno. Il modello nero è incline ai graffi mentre un problema comune è che tende a scaldare, ma non ci sono stati problemi di nessun tipo.

Un paio di mesi fa stavo cercando un alimentatore MagSafe di ricambio per un vecchio MacBook Air ed ho notato un nuovo marchio che ne realizzava di ogni tipo, anche i più recenti USB-C. Ho deciso di provare prima quest’ultimo e ho maturato un’opinione contrastante. Inizio col dire che il design è decisamente più affine a quello degli alimentatori originali, sia per la forma che per il classico colore bianco. Il modello USB-C ha una Power Delivery da 61W, andando ben oltre le necessità dell’Air 2018 su cui l’ho provato ma risultando perfetto per tutti i MacBook Pro 13″. In realtà riesce a caricare anche i 15″, come con il modello di Inateck, ma ovviamente non devono essere costantemente a pieno carico, poiché arrivano a consumare 87W e finirebbero comunque per scaricarsi, anche se più lentamente.

Il caricatore è compatto ma è più grande di alcuni originali, essendo di 7,5 cm per lato e con uno spessore di 3. È piuttosto leggero e riscalda parecchio, inoltre l’erogazione di corrente è un po’ altalenante, simile a quella offerta dei monitor LG UltraFine venduti da Apple. Quello Inateck si era comportato meglio da questo punto di vista.

Mi è piaciuta l’idea di questa specie di involucro in gomma, che si può anche rimuovere ma rende più comodo maneggiare il caricatore e protegge il suo case da graffi ed urti. La duck head è quasi identica a quella Apple, con cui è compatibile, ma anche questa si nota che è un clone per via dell’eccessiva leggerezza e rifiniture un po’ meno precise. Il cavo USB-C è convincente, ma clonando quello originale in tutto e per tutto si porta dietro anche i suoi potenziali limiti in termini di usura.

Voto 3,5/5I caricatori SkyGrand per MacBook costano poco, quasi tutti tra 25 e 30€, e il loro lavoro lo fanno. Possono facilmente essere scambiati per gli originali ed è un cosa che può piacere a molti per mantenere una continuità operativa ed estetica. L’esemplare che ho provato io scalda e l’erogazione di corrente è un po’ ballerina, però ha sempre portato a termine il lavoro. Onestamente non lo utilizzerei come sostituto dell’originale tutti i giorni, soprattutto su un computer nuovo, però costa poco e non è per niente male da avere come unità di backup. Io ad esempio evito di togliere quello principale dalla borsa, perché tanto l’Air lo uso quasi sempre fuori casa, però ogni tanto mi capita di dovergli dare un po’ di carica e trovo comodo avere un secondo alimentatore nel cassetto, poiché evito il rischio di spostare e dimenticare quello originale. Forse questo è un caso limite, chi si fida di più della propria memoria non ne avrà necessità, ma può essere utile considerare che vi sono pure i modelli MagSafe che possono servire su vecchi computer.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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