Il servizio di streaming video di Apple e i suoi numerosi interrogativi

Quando assistiamo alla presentazione di un nuovo prodotto o servizio da parte di una grande azienda, siamo portati ad immaginare che vi sia un lungo periodo di tempo dedicato a definire ogni singolo aspetto. Se le cose vanno come devono, vediamo una perfetta sequenza di eventi, unendo attività di intrattenimento con numerosi espedienti tecnici. Steve Jobs era un maestro nel concertare tutto e i suoi keynote avevano un qualcosa di magico, sia per il suo rinomato carisma che per la cura fino ai più minuscoli dettagli. Grazie alle numerose pubblicazioni successive alla sua scomparsa, siamo arrivati a conoscenza di alcuni fatti davvero difficili da immaginare, poiché durante alcune presentazioni storiche e perfette di prodotti iconici come il Macintosh o il primo iPhone, c’erano in realtà molti rischi dovuti allo stato di instabilità dei dispositivi. In pratica mentre a chi assisteva a quei keynote sembrava scorrere tutto liscio, Jobs doveva sudare freddo, incrociare le dita e seguire un preciso iter affinché tutto andasse per il verso giusto.

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Mi viene in mente questo poiché a meno di 2 settimane dall’evento in cui si prevede che venga presentato il servizio di streaming video firmato Apple, l’azienda pare essere ancora in fase di trattativa con alcuni partner. Nello specifico, Mark Gurman e soci, riportano su Bloomberg l’attuale stato di incertezza nella conclusione di accordi con HBO, Showtime e Starz.

Apple ha intenzione di produrre contenuti propri seguendo la ricetta di Netflix, ed ha investito molto per raggiungere questo scopo. Tuttavia ci vorrà del tempo affinché le sue sole forze siano sufficienti ad offrire un’offerta di spessore, dunque dovrà necessariamente iniziare poggiandosi sulle spalle di chi ha già un catalogo sufficientemente ricco ed apprezzato. HBO, Showtime e Starz sarebbero interessate a lavorare insieme, ma pare che ancora oggi si stiano definendo i dettagli di un accordo che dovrà essere ufficializzato entro il 25 marzo. Sembra incredibile che si lavori così sul filo del rasoio, eppure non stupisce più di tanto considerando la storia nota.

Netflix non vuole avere nulla a che fare con Apple, avendo per altro il dente avvelenato nei suoi confronti dato che ha persino eliminato la possibilità di attivare una sottoscrizione tramite le sua app per iOS, onde evitare di dover pagare la famosa tassa di Cupertino. Proprio in queste ore anche Spotify sta sollevando la questione, arrivando a denunciare la concorrenza sleale di Apple nell’incassare il 30% del prezzo dell’abbonamento sottoscritto dagli utenti per un servizio concorrente rispetto ad Apple Music. Poi c’è Hulu, che negli Stati Uniti consente di accedere ai propri contenuti tramite l’app Apple TV, ma non sembra intenzionata a fare di più in collaborazione con Apple.

Insomma pare proprio che Tim Cook e soci stiano facendo i giocolieri col fuoco, con tante possibilità aperte e ancora poche certezze. Probabilmente c’è più di questo, le indiscrezioni possono non essere aggiornate allo stato attuale – dato che aver fissato una specifica data per l’evento impone una dead line ben precisa e qualche sicurezza di più – ma c’è più di un elemento che potrebbe essere ancora indefinito e sul quale si continuerà a lavorare sfruttando ogni momento utile da qui al 25 marzo.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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