Lo scorso weekend si è tenuto allo Steve Jobs Theater l’annuale incontro degli azionisti di Apple, durante il quale il consiglio di amministrazione della società fa il punto della situazione e ascolta i propri soci, oltre ad informarli di alcune novità in fase di studio. Chi c’è stato assicura che Tim Cook è salito sul palco come se fosse un qualsiasi keynote aperto al pubblico, “veramente euforico” perché avrebbe incontrato “i suoi vecchi amici che vede solo una volta all’anno”. Per il CEO l’obiettivo principale è di raddoppiare i ricavi del 2016 derivanti dai servizi – ossia da Apple Music, iTunes e iCloud – entro il 2020, per raggiungere la ragguardevole cifra di 50 miliardi di dollari. Se è vero che di qui a poco partirà anche la piattaforma di streaming video made in Cupertino, l’obiettivo appare a portata di mano.
Sul fronte hardware, Cook ha subito promesso di voler abbassare i prezzi del MacBook Air (un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità…) e poi ha annunciato una roadmap densa di novità per Apple Watch, per il quale arriveranno nuove funzioni legate al benessere ed alla salute, ed AirPods. iPad Pro, invece, si prepara ad ottenere la tanto agognata emancipazione: alla domanda di un azionista sul perché non sia possibile trasferire i video tramite USB-C, Craig Federighi ha dichiarato che presto sarà possibile, chiedendo scherzosamente al CEO di anticiparne l’annuncio sul palco. Infine, Cook ha ribadito l’estremo interesse di Apple per la realtà aumentata, sulla quale sta lavorando alacremente.
Non sono mancate le stoccate a Google e Facebook, ree, secondo Cook, di utilizzare i dati personali degli utenti per profilarli in modo sin troppo dettagliato, auspicando che venga approvata quanto prima una normativa in materia di protezione dei dati, ribadendo, così, il suo desiderio di un GDPR anche negli USA. Non sono mancate le polemiche: c’è chi ha sostenuto che l’azienda non avrebbe dovuto donare 1 milione di dollari al Southern Poverty Law Center e chi, invece, avrebbe voluto un board più in linea con il Governo USA o, quanto meno, più rappresentativo delle diverse ideologie politiche. È stato invece confermato per intero il consiglio di amministrazione, composto da Cook, l’ex vice presidente degli USA e ecologista Al Gore e Bonb Iger, il CEO di Disney, altra società che nel 2019 lancerà il proprio servizio di streaming video: chissà se i rapporti con Apple rimarranno sempre rosei o se, invece, si incrineranno come successe con Google al lancio di Android.