Recensione: AirPods con ricarica wireless Qi grazie ad un copri-case

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Ieri ho avuto modo di parlare dell’AirPower ed è un po’ comico se si pensa che questo prodotto praticamente non esiste al di fuori di qualche immagine pubblicitaria. Buon per Apple, che è capace di suscitare sempre il nostro (o mio?) interesse, ma è stata l’occasione per ricordarmi di parlarvi di un accessorio che ho già mostrato su Instagram e nelle mie impressioni sul Galaxy S10+.

Come ben sapete le AirPods si ricaricano dentro al loro case ed è l’unico prodotto per cui ero costretto a tenere un cavo Lightning sempre a disposizione. L’Apple Watch ha la sua basetta e stessa cosa l’iPhone (ormai da due anni), mentre l’iPad Pro è passato alla USB-C. A quanto pare il 25 marzo Apple potrebbe presentare una nuova generazione dei suoi auricolari e una delle funzioni che più probabilmente guadagneranno è proprio quella di un nuovo case con ricarica Qi. Tuttavia questo non risolverebbe il problema per i possessori della prima generazione, che secondo una ricerca sono già oltre 35 milioni.

In realtà Apple potrebbe decidere di vendere separatamente solo il case, ma visto il prezzo degli AirPods è facile che costi parecchio, io credo 79€. Ecco perché il prodotto di cui vi parlo oggi dovrebbe comunque mantenere la sua valenza anche se tutto dovesse andare come ipotizzato (ovvero nuovi auricolari AirPods con ricarica Qi e case venduto separatamente). In sostanza si tratta di un guscio che contiene il case e che possiede un connettore Lightning alla base. Una volta collegato fa semplicemente quello che promette e lo fa in modo ottimale: lo poggiate su un qualsiasi caricatore Qi (anche il Galaxy S10+ con Dual PowerShare) e ricarica il case e gli auricolari.

Sul retro c’è un tasto che consente di attivare il pairing e alla base un piccolo LED verde che segnala l’attività di ricarica. La cosa è utilissima soprattutto se si utilizza una base che non ha indicatori, perché altrimenti non si capisce se tutto sta andando nel verso giusto e quando la batteria ha raggiunto il 100%. Lo so che vorreste sapere quanto tempo impiega per la carica ed è anche per questo che ho tardato così tanto per parlarvene, eppure ancora oggi non so rispondervi.

Sarà senza dubbio più lento del cavo ma onestamente non riesco a saperlo con esattezza perché semplicemente le poggio per qualche minuto ogni tanto quando mi capita sott’occhio ed è da un mese che non devo più ricorrere al cavo. Insomma, funziona e raggiunge lo scopo, quindi non mi sono preoccupato di cronometrarlo e credo non sia necessario che lo facciate neanche voi. Se proprio doveste arrivare al punto di avere tutto a zero con la necessità impellente di utilizzo, è chiaro che il cavo sarà più rapido e in quel caso sarete però costretti a rimuovere il case, poiché questo non ha una porta Lightning passante. Può essere una scocciatura, ma lo avrebbe reso notevolmente più alto e dunque preferisco così. Dopotutto che ci costa poggiarlo ogni tanto su una basetta?

https://www.instagram.com/p/Bt_ESXWBkX_/

L’apertura del case rimane molto comoda, basta una sola mano, ma c’è l’inconveniente che si richiude appena si libera. Ovviamente aggiunge il suo spessore, che è di 2mm tutto intorno, ma onestamente non l’ho vissuto come un problema perché rimane comunque tascabile. Non mi piace molto il materiale di cui è composto, poiché potrebbe sembrare la stessa “plastica” utilizzata da Apple ma non è così. Il mio case degli AirPods ha fatto la guerra, è caduto mille volte e l’ho riposto dovunque senza curarmi che altri oggetti potessero graffiarlo, spesso anche in tasca con le chiavi di casa. Ha tanti micrograffi ma sono superficiali e la sua finitura li rende poco visibili se non in controluce. Questo case aggiuntivo è robusto ma sembra di minore qualità. infatti credo si sia graffiato di più lui in un mese che quello degli AirPods in due anni. E la cosa è anche più visibile se lo acquistate in nero.

Conclusione

Voto 4/5Alcuni dei milioni di utilizzatori di AirPods potrebbero pensare che non ha senso acquistare un case aggiuntivo solo per la ricarica, quando comunque si fa più in fretta col cavo e sono già abituati così. Altri potrebbero voler attendere la proposta di Apple, perché costerà 4 o 5 volte tanto ma almeno è “originale” e quasi sicuramente meno ingombrate. Sono posizioni comprensibilissime e quando ho speso 20€ per questo case non ero sicuro che fosse di buona qualità, temendo di dover fare un reso. Per fortuna funziona benone e l’ho comprato anche in nero, ma soprattutto ho avuto modo di capire che per le mie abitudini la ricarica Qi standard anche sugli AirPods è super comoda. Inoltre anche se dovesse uscire il secondo modello che l’ha integrata, questo lo continuerei ad usare sui precedenti che sicuramente passerei a qualcun altro in famiglia. Insomma, la spesa rimarrà sicuramente valida anche nel tempo. Ho provato tanti accessori per AirPods, dai supporti per cintura alle skin, passando per i gommini che li rendono più stabili, ma in fin dei conti sono sempre tornato all’utilizzo senza nulla. Questo è il primo elemento che non vedo alcun valido motivo per togliere e la comodità che offre è ben superiore rispetto ai suoi minimi svantaggi. Non si può considerare un prodotto premium, ma nemmeno il prezzo lo è, visto che si compra con 20€ su Amazon. Da notare che come molti accessori cinesi potreste facilmente trovarlo sotto tanti brand, infatti quello nero che ho preso è arrivato nella medesima scatola ed è identico pur essendo venduto con un nome differente.

PRO
+ Aggiunge la ricarica wireless in standard Qi agli AirPods
+ Pratico LED per mostrare l’attività di carica
+ Inserimento ed apertura rimangono comodi
+ Robusto e dunque anche protettivo per il case originale
+ Prezzo adeguato

CONTRO
- Aggiungono spessore
- La plastica non è premium

DA CONSIDERARE
| Sulle base di ricarica verticali il LED non si vede (perché è sotto)
| Non hanno la Lightning passante (ma per metterla il case sarebbe dovuto crescere parecchio)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.