Considerazioni sul possibile scioglimento di iTunes tramite Marzipan e le eventuali conseguenze

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Sogni ed incubi, a seconda di come la pensa il singolo utente, s’intrecciano per ben due volte in questa storia. Il kit di sviluppo unico tra iOS e macOS, conosciuto informalmente come Marzipan, è diventato realtà con la 10.14 almeno in una forma preliminare, con Apple stessa che ha svolto il ruolo di cavia portando dal mobile al desktop le app Borsa, Casa, Memo Vocali e News (quest’ultima dove il servizio è presente, almeno in via ufficiale). Un potenziale sogno per gli utenti iOS, dato che apre anche il sistema maggiore ad una più ampia piattaforma di app e avrà benefici pure in direzione opposta, ma un potenziale incubo per i power user di macOS, che temono con una mossa simile un impoverimento del software così come l’hanno conosciuto.

Alla WWDC 2018, Tim Cook e Craig Federighi avevano reso chiaro che l’apertura agli sviluppatori sarebbe avvenuta l’anno successivo, ovvero questo. A due mesi dalla WWDC 2019, Apple giustamente tace su questo fronte, volendosi tenere il meglio per l’evento; sappiamo però dal keynote sui servizi del 25 marzo che l’app TV arriverà su Mac in autunno, il ché la rende senz’altro una delle prossime a ricevere il trattamento Marzipan. E non sarà la sola, stando a quanto affermato da Steven Troughton-Smith.

Il noto sviluppatore irlandese, che ha dimostrato a più riprese eccellenti capacità di anticipare le prossime mosse di Apple indagando a fondo nei file di sistema e nelle sue risorse web, afferma con un buon grado di sicurezza che prossimamente in arrivo su Mac ci saranno apposite versioni di Musica e Podcast, nonché forse una riscrittura dell’app Libri, anch’essa basata sulla variante per iOS. La conseguenza principale di ciò, naturalmente sarà la diminuzione d’importanza, se non addirittura la scomparsa totale, dell’app iTunes su macOS 10.15.

Naturalmente, iTunes non sparirà davvero e così in fretta. Come Troughton-Smith precisa in tweet successivi, si aspetta che l’applicazione rimanga in vita su Windows così come sulle vecchie versioni di macOS ancora supportate, almeno per un po’. Se i suoi ritrovamenti avranno riscontro alla WWDC (e personalmente sono convinto di ciò), rappresenterà un’ulteriore sviluppo della strategia di Marzipan che gradualmente andrà a coinvolgere sempre più app, anche e soprattutto terze nel lungo termine, in previsione di quel passaggio ad ARM dei Mac che ormai si dà quasi per scontato sia solo una questione di quando e non di se. Nondimeno, ecco che il sogno/incubo di cui accennavo prima s’interseca con un altro, relativo proprio ad iTunes.

Non nascondo che non ho mai davvero amato tale programma (ancor prima che passassi a Mac: non a caso, su alcuni forum usavo come nickname il nome di un software alternativo per la sincronizzazione di iPod), cercando in attesa dell’addio di evitarne l’uso quanto più possibile. Ha assunto troppe responsabilità nel tempo, diventando ingolfato e farraginoso da utilizzare. Una percezione che molti altri sembrano condividere, anelando appunto all’arrivo di singole app più leggere. Sarebbe però scorretto ignorare chi vorrebbe ci si fermasse un attimo a ragionare sulle conseguenze di tale scenario, perché ha effettivamente dei punti a proprio favore.

Iniziamo dall’aspetto funzionale. Dal momento che iTunes è cresciuto troppo, bisogna pensare a come ridistribuire il suo carico tra app nuove e già esistenti. Portare Musica, Podcast e TV non risolve infatti la situazione con uno schiocco delle dita. Gli Store dedicati, per i quali basta una scheda all’interno delle nuove app, sono la minima parte di un contesto più ramificato. Apple Music su iOS gestisce anche le librerie brani in locale, ma non sono il suo scopo principale. iTunes in tal senso offre invece una pletora molto vasta di opzioni, che passa soprattutto per la gestione dei metadati. Ci sono poi le opzioni di masterizzazione: volenti o nolenti, i CD audio non sono ancora spariti del tutto e anche se i Mac non prevedono da tempo un masterizzatore interno non si tirano fuori grosse cifre per prenderne uno esterno (se poi proprio si vuole spendere tanto, Apple stessa continua ad offrire il SuperDrive). Simili discorsi possono essere fatti per le librerie di filmati. Tutte queste features andranno assorbite o dalle app sostitutive o da qualcun’altra in macOS. Se l’arricchimento del Finder compiuto con macOS 10.14 è un buon indizio, la seconda opzione è la più probabile, sperando inoltre che per la 10.15 Apple lasci la possibilità di reinstallare iTunes o la mantenga nella cartella Altro del Launchpad come app legacy. È prevedibile che il mini-player, altra peculiarità dell’attuale app, venga invece preso in carico dal Centro Notifiche o, perché no, dall’icona di stato per l’audio prendendo spunto dalla curata distribuzione Linux elementary OS.

Meno preoccupazioni ci sono invece per podcast e audiolibri, le cui più semplici gestioni potranno essere assunte nel primo caso dall’app Podcast, appunto, e nel secondo da Libri. Parliamo di quest’ultima: un aspetto su cui ci si sofferma poco è che, oltre a gestire gli eBook, può mantenere una libreria PDF. Su iOS inoltre permette di visualizzarli e fare modifiche o annotazioni, mentre su Mac questa funzionalità viene delegata ad Anteprima. Se l’azione di Marzipan si estenderà anche a tale ambito, come procederanno su macOS? Si manterrà Anteprima come app di lettura oppure si replicherà su computer quanto già avviene per iPhone e iPad? La logica di semplificazione direbbe di propendere per la seconda via, lasciando Anteprima solo per i file d’immagine e Quick Look e Safari come modalità secondarie di apertura dei PDF.

Altri aspetti legati allo spacchettamento di iTunes su cui discutere sono la gestione degli iDevice e il futuro di un’altra app piuttosto correlata. Come si sincronizzerebbero i dispositivi mobili di Cupertino nell’era post-iTunes? In realtà, potrebbe essere la situazione più rapida da affrontare per Apple. Considerato quanto iOS sia ormai indipendente dai computer tradizionali e come Apple continui a lavorare su tale obiettivo, è verosimile che sceglierà d’inserire le opzioni più basiche in Preferenze di Sistema (a proposito, perché non approfittarne per ridenominarla in Impostazioni?) lasciando l’app Configurator a disposizione per i casi più complessi. Decisamente più difficile è il discorso legato a QuickTime. Il Player in realtà è più che un lettore, comprendendo opzioni di cattura audio/video, taglio e transcodifica. Anche qui si dovrebbe andare verso una ridistribuzione tra più app: le operazioni di cattura smistate tra Photo Booth, Memo Vocali e i nuovi strumenti di istantanea schermo; taglio e rotazione affidati a Quick Look e/o agli editor video Apple (potrebbe fare al caso aggiungere Clips tra le app Marzipan-ificate); transcodifica completamente appannaggio del Finder che ha già tali capacità dal 2011. La visione verrebbe lasciata, ovviamente, alla nuova app TV.

Insomma, tante considerazioni fattibili, tanti scenari esplorabili per un possibile prossimo futuro che, a prescindere da come andrà, prevederà impatti funzionali e non piacerà subito a tutti. Inoltre per quanto pesante e forse anacronistico, iTunes è un pezzo di storia di Apple, uno degli elementi che hanno contribuito alla sua rinascita, permettendo all’azienda di diventare il gigante che è oggi. Non sarà facile dirgli addio in fondo, nemmeno per i detrattori come il sottoscritto. Si chiude questo excursus con una nota finale, parzialmente slegata dal discorso soprastante: è plausibile che, visto l’arrivo dell’app TV in autunno su Mac, la 10.15 non apporterà tagli alla lista dei modelli supportati. Se così fosse stato, un indizio l’avremmo potuto ottenere dall’arrivo invece a maggio, come nel caso di iOS 12.3 che a questo punto potrebbe essere il canto del cigno per iPhone 5s ed altri dispositivi anziani (per tvOS l’anticipo è dettato da una necessità/opportunità commerciale, dato che la Apple TV HD resterà supportata ancora a lungo).

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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