Recensione Tribit Xfree Tune: cuffie Bluetooth over-ear economiche che non deludono

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La mia ricerca di cuffie over-ear economiche continua con le Tribit Xfree Tune. Di recente ho provato uno speaker super compatto della stessa azienda e l’ho apprezzato per il rapporto prezzo/dimensioni/qualità. Anche queste cuffie si presentano con un prezzo davvero aggressivo, in quel range sub-50€ che spopola su Amazon grazie ai tanti prodotti di bassa lega. Tribit ha un approccio leggermente diverso e lo si nota subito aprendo la confezione di queste Xfree Tune, in cui troviamo non soltanto i tradizionali cavetti ma anche una bella custodia rigida per il trasporto e la conservazione.

Altra cosa che si nota è una discreta cura costruttiva, non solo per la presenza di elementi di metallo interni all’archetto quanto perché allargandole e torcendole si avvertono pochissimi scricchiolii. Anzi, praticamente nessuno derivante dall’archetto e soltanto qualcuno muovendo i padiglioni, che hanno qualche grado (pochi) di rotazione sia verticalmente che orizzontalmente.

L’archetto ha un’imbottitura forse un po’ troppo morbida in cima, però il rivestimento è soffice e gradevole sul capo. Rispetto a modelli di fascia bassa hanno quel minimo di articolazione in più dei padiglioni che consente di avere una vestibilità variabile, ma l’archetto tende comunque ad essere un po’ stringente, soprattutto sulla testa di un uomo adulto.

Il rivestimento interno dei padiglioni è morbido e confortevole. Non c’è tantissimo spazio per le orecchie ma la profilatura abbastanza stretta e rigida sui lati gli consente di poggiarsi a cucchiaio sul capo. Sono un po’ calde nelle lunghe sessioni d’ascolto, ma ancora sopportabili. Forse è più la pressione che alla lunga può infastidire, specie utilizzando gli occhiali. Se confrontate con modelli premium di certo perdono per comodità, ma se invece si guarda nella fascia di prezzo reale finiscono nella parte più alta della classifica per ergonomia.

Il design è “meh”, senza lode ma neanche infamia. Per fortuna non ricopiano pedissequamente i brand famosi come fanno altri marchi “emergenti”, ma sono assolutamente dignitose. L’isolamento acustico non mi è dispiaciuto, anche se oggettivamente non è eccezionale (non ho capito se le griglie sull’esterno dei padiglioni sono reali e dunque sono da considerare cuffie semi-aperte, cosa che spiegherebbe il perché dell’isolamento medio pur con padiglioni molto avvolgenti).

Dal punto di vista funzionale non c’è molto da dire, se non che trovo assurdo il pulsante d’accensione posizionato nella parte frontale della cuffia destra, in quanto si deve proprio ruotare la mano per premerlo. Ok invece i tasti volume nella zona posteriore, che al solito possono essere premuti di più per il cambio traccia. La pulsantiera è un po’ cheap ma il clic è preciso e la forma rende distinguibili il + e il -.

Il fronte audio è uno di quelli che si può considerare tra i plus delle Tribit Xfree Tune, sempre considerando il suo prezzo. Ci sono dei bei bassi ma non risultano fuori controllo anche salendo di volume e non compromettono la resa acustica della batteria. I medi sono solo leggermente opachi, ma giusto quel po’ che aiuta ad ottenere una riproduzione più “morbida” e adatta con l’uso di sorgenti di qualità medio-bassa in streaming. Sugli alti non saprei, non sono riuscito a capirli benissimo, perché a tratti sembrano definiti e incisivi, in altri mi sono sembrati molto soffici, però non sono deludenti. Inoltre ho sentito una piacevole separazione stereo ed anche l’ampiezza dello stage è decente, perché non si perde a bassi regimi.

Leggendo queste parole potreste pensare che suonino benissimo in senso assoluto ma non è così: parte del mio positivismo è dovuto al fatto che non mi aspettavo questa resa a 40€. Certo sfigurano se le ascoltiamo a fianco di prodotti che costano il triplo, ma è un confronto che non ha senso. Provate invece a vedere come vanno altre cuffie sotto i 50€ e sono sicuro che concorderete con me. Siamo sicuramente nel range della sufficienza, ma di norma a questo prezzo non si ha neanche una mediocrità.

È anche molto valida la batteria, che nell’ultimo mese avrò caricato sì e no un paio di volte ed è data per addirittura 40 ore. Beh, magari non se ne faranno davvero 40, ma 30 sì, ed è ancora una volta un risultato positivo per il prezzo pagato.

Conclusione

Voto 4/5Cerchiamo di essere onesti e diciamoci pure che indossare un paio di Tribit XFree Tune non ci farà sentire più cool e alla moda. Però io vedo tante di quelle immonde schifezze che vanno a ruba su Amazon e mi chiedo come sia possibile. Cuffie brutte, ma proprio brutte brutte, enormi, costruite coi piedi, con un Bluetooth ballerino, una vestibilità sconcertante ed una qualità audio che non si può proprio definire “qualità”. Queste Xfree Tune almeno non sono vistose, non scricchiolano solo a guardarle e presentano un minimo di cura in più sul fronte dell’ergonomia. Purtroppo è li che comunque risiede la differenza rispetto ai marchi che sanno fare cuffie di alto profilo, perché queste risultano un po’ pesanti e tendono a stringere, soprattutto con gli occhiali. Il rapporto qualità/prezzo rimane davvero buono, però, in quanto in questa fascia non ho trovato un egual “pacchetto” di dotazione, costruzione, ergonomia, audio e batteria. Fossi in Tribit investirei per migliorare prima di tutto il design e la vestibilità, perché tanto all’attuale prezzo di 40€ non credo abbiano molti rivali per l’audio.

PRO
+ Bella dotazione con la custodia rigida
+ Possibilità di ripiegarle
+ Padiglioni over-ear con discreta mobilità
+ Resa audio superiore alle aspettative
+ Batteria di lunga durata
+ Molto economiche

CONTRO
- Un po’ pesanti
- Archetto stringente: un uomo adulto può far fatica a tenerle tanto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.