La questione del Ban Huawei non accenna a sgonfiarsi e oggi anche ARM – che progetta i microprocessori RISC alla base di smartphone, tablet e la maggior parte dei dispositivi IoT – sembra in procinto di interrompere i rapporti commerciali con l’azienda cinese. A darne notizia è la BBC, che fa riferimento ad un memo interno che è riuscita ad ottenere. Alla richiesta di un commento diretto di Huawei non si è ottenuta risposta, ma in effetti non ci sarebbe molto da dire.
Pur con una licenza temporanea il colosso cinese non potrà avere un futuro prospero senza il bene placito degli Stati Uniti. E le ripercussioni sono ancor più vaste considerando che molte nazioni ed aziende hitech occidentali sono inclini a schierarsi dalla parte del Governo statunitense. E la britannica ARM ne è una prova. In qualche misura, Huawei sarà probabilmente costretta a scendere a patti dopo questa prova di forza a meno di non voler ridimensionare notevolmente il suo business sia in termini di offerta che di limiti territoriali. Non essendo a conoscenza di tutti i fatti non ci si può certo schierare con cognizione di causa e, anche volendo, si sa che la verità ha la cattiva abitudine di trovarsi in un punto mediano tra i contendenti. Tuttavia in questa vicenda, e per quel poco che posso sapere in qualità di osservatore, inizio quasi a patteggiare per Huawei. È giusto volerci vedere chiaro su quelle che possono essere eventuali attività illecite svolte in territori esterni alla Cina, ma adesso sembra di vedere un bullo ed i suoi amichetti pronti a far fallire una realtà importante e molto valida solo perché possono farlo.