Ban Huawei: concessa una licenza temporanea di 90gg con possibilità di estensione

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Ieri il Governo statunitense ha imposto alle proprie aziende di interrompere i rapporti con la cinese Huawei. Google, Intel ed altre hanno dato seguito alle indicazioni dichiarandolo pubblicamente mentre Huawei ha cercato di tranquillizzare la propria clientela con alcune dichiarazioni, ma la borsa non sta reagendo bene e a farne le spese possono essere anche aziende il cui business è correlato a quello della cinese. Per i consumatori la questione più rilevante sono gli smartphone ed il sistema operativo che li equipaggia, ma il ban non ha a che fare con questo, altrimenti sarebbe stato esteso anche a Samsung, Xiaomi ed altre. Al centro della questione si trovano le infrastrutture telematiche, ambito in cui Huawei ha iniziato la propria attività e che la vede ancora oggi protagonista. Basta guardarsi in giro per vedere quante antenne ci sono con il loro marchio e gli Stati Uniti vogliono avere maggiori garanzie che queste non vengano utilizzate per fornire alla Cina un metodo per spiare il traffico dati e le comunicazioni americane.

Pur dopo le rassicurazioni di ieri, un po’ di panico nei consumatori si è visto. Addirittura c’è gente che sta svendendo i propri smartphone Huawei e Honor (in caso, approfittatene) e, non so se sia un caso, ma su Amazon è partita la Huawei Week con sconti importanti come quello sul Mate 20 Pro. La dimostrazione di forza del Presidente Trump c’è stata, ma ora si deve andare al tavolo delle trattative. Ecco dunque arrivare l’intervento del Dipartimento del Commercio, che ha offerto una licenza di 90gg a Huawei. Ci sono delle limitazioni ma ha tutto l’aspetto di un’amnistia temporanea, nella quale si trova anche scritto che il termine potrebbe essere ulteriormente prorogato.

The Department will evaluate whether to extend the TGL beyond 90 days.

Come si era già detto ieri, nessuno ha davvero interesse affinché si arrivi ad un blocco totale o a vedere la fine di Huawei. Ormai le aziende tecnologiche sono correlate globalmente e nessuna può effettivamente fare tutto da sola. Gli Stati Uniti non hanno però tutti i torti a voler mettere in riga la Cina, visto che loro sono abituati ad imporre numerosi limiti alle aziende che vogliono operare sul proprio territorio. Certo non si può difendere l’America sul piano etico, visto che sono i primi a spiare tutti, ma una scossa forse serviva. Dopotutto si stavano susseguendo diverse notizie circa backdoor o falle nei sistemi di Huawei che hanno potuto giustamente impensierire le alte sfere del Governo. La mia impressione è che si troverà un accordo e che dal punto di vista dei consumatori alla fine non cambierà nulla, ma è ancora troppo presto per i pronostici.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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