Huawei, spiragli positivi: rientra nelle varie associazioni tecnologiche, il Mate 20 Pro torna nella Beta di Android Q

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La vicenda Huawei è ancora molto lontana dalla parola fine: del resto, fa parte della delicata partita a scacchi tra USA e Cina nella loro guerra commerciale, con Trump che colpendo il colosso di Shenzhen cerca di ottenere una posizione di vantaggio nei negoziati con Xi Jinping. I primi momenti sono stati senz’altro durissimi per Huawei, dopo essere stata scaricata da Google, ARM e dalle associazioni promotrici per SD, JEDEC, Wi-Fi e Bluetooth. Forse rendendosi conto di aver colpito troppo duramente non solo i cinesi ma gran parte degli utenti e delle aziende mondiali, l’amministrazione statunitense in carica è parzialmente tornata sui suoi passi concedendo una licenza temporanea di 90 giorni, con possibilità di estensioni, che permette a Huawei di tirare un sospiro di sollievo e commerciare ancora con le aziende americane, mentre prepara le sue contromisure tecniche a partire dal sistema operativo.

Ancor più convincenti per ripensarci sul ban potrebbero però essere altre “armi” in mano al gigante asiatico, come il boicottaggio delle attività locali di realtà americane come Apple, che deve alla Cina una buona fetta del suo fatturato, potenziali ripercussioni sulle produzioni destinate ad aziende straniere e ancor più l’accesso alle cosiddette terre rare, su cui il dragone ha parecchio margine di controllo detenendo un terzo delle miniere d’estrazione a livello globale. Difficile che Trump rinnegherà totalmente le sue azioni, non perlomeno prima di ottenere qualche concessione in cambio, ma la cinghia si sta senz’altro allentando. Prima la SD Association, poi la Wi-Fi Alliance, il Bluetooth SIG ed infine il consorzio JEDEC hanno riaccolto Huawei tra le loro fila, permettendole nuovamente di poter sviluppare prodotti certificati sui loro standard.

Dal giro di riconciliazioni sembra restare per il momento fuori ARM, ma vista la situazione potrebbe presto riaprire la collaborazione tecnica per i Kirin, la cui produzione è comunque ancora garantita da TSMC. Un altro importante passo avanti l’ha fatto nelle scorse ore Google, che già in occasione della licenza temporanea aveva annunciato la ripresa dei lavori con Huawei e adesso ha riammesso il Mate 20 Pro nella Beta di Android Q. Insomma, l’azienda non è ancora fuori dalle sabbie mobili ma si può dire che perlomeno è riuscita a liberare il busto interrompendo l’affondamento. Vedremo se questo graduale ritorno alla normalità proseguirà oppure verrà bruscamente interrotto in estate, allo scadere della proroga di 90 giorni se non prima.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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