Perché Apple ha dovuto aggiornare l’iPod touch a pochi giorni dalla WWDC

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A febbraio è circolato un rumor nel quale si ipotizzava che il prossimo iOS 13 avrebbe portato una drastica sforbiciata ai dispositivi supportati. Ci abbiamo ragionato su basandoci su un grafico di statista che mostra la compatibilità tra smartphone Apple e sistemi operativi, dal quale emerge che quelli con chip A7 – come l’iPhone 5s – hanno già superato il ciclo medio di supporto e sicuramente saranno esclusi dal prossimo major update. Più difficile è prevedere il destino di quelli con A8, poiché gli iPhone 6 / 6 Plus potrebbero bissare i 6 anni di longevità dei 5s oppure ritornare su più miti 5, rimanendo anch’essi bloccati su iOS 12. Nell’ormai imminente WWDC 2019 ogni dubbio verrà dissolto ma alcune mosse di Apple degli ultimi mesi sembrano confermare l’addio contemporaneo a tutti i dispositivi mossi da SoC A7 ed A8.

Fino a marzo di quest’anno c’erano solo due prodotti ancora a listino con A8: iPad mini 4 ed iPod touch 6. Il primo ha ottenuto un update a marzo (dopo ben 4 anni di completa stasi) e, seppure io lo apprezzi molto per il form factor, non è cambiato quasi per niente. Certo l’ammodernamento dei componenti è stato importante con il passaggio da A8 ad A12, il supporto per la Pencil, la connettività più veloce ed il Touch ID di seconda generazione, ma il lavoro svolto si è limitato a questo.

Personalmente avrei pagato volentieri di più per un tablet piccolo ma simile nel design ai recenti iPad Pro, tuttavia so di essere in una minoranza trascurabile per Apple, che non ha mai considerato l’iPad mini come un prodotto di punta. In realtà è stato così trascurato che il modello 2015 è arrivato al punto di essere completamente anacronistico. Quindi si doveva decidere: buttarlo fuori dalla lineup, riprogettarlo interamente o dotarlo di hardware più fresco con il minimo sforzo. Ovviamente Apple ha scelto la via più semplice, consegnandoci un dispositivo vendibile, moderno dentro ma vecchio fuori.

Con l’iPad mini rinnovato nell’edizione 2019, rimaneva un unico prodotto con il SoC A8: l’iPod touch di sesta generazione, anch’esso fermo al 2015. Già da qualche mese i rumor suggerivano una riedizione di questo prodotto ma tutti scommettevano in un redesign, così da ottenere anche un dispositivo giovane ed economico da proporre come base d’accesso alla nuova pletora di servizi made in Cupertino, tra cui ovviamente Apple Arcade. Purtroppo anche in questo caso Apple ha scelto la via più facile e addirittura con meno convinzione rispetto a quanto visto nel refresh dell’iPad mini. Non solo non è cambiato il case o il display, ma non si è avuta neanche la decenza di dotarlo di A12. Anzi, si è saltato l’A11 del 2017 in favore del più vecchio A10. Non che questo non possa dimostrarsi sufficiente allo scopo – dopotutto gli iPhone 7 che ne sono dotati sono ancora molto reattivi con iOS 12 – ma l’operazione di svecchiamento è stata completamente fallimentare. Non si sono neanche degnati di metterci il Touch ID, lasciando il vecchio tasto home meccanico e senza riconoscimento dell’impronta.

All’interno del panorama hitech del 2019 un dispositivo così composto al prezzo base di 249€ per soli 32GB di memoria (non espandibili) non ha chiaramente alcun senso. Diverso è il discorso visto dall’ottica interna del produttore, poiché con l’arrivo di iOS 13 questo continuerà ad essere il dispositivo Apple nuovo e più economico a poter accedere al suo ecosistema di servizi. È anche possibile che dietro le quinte stiano davvero lavorando ad un upgrade di spessore da presentare più avanti, quando Apple Arcade sarà a regime e se dovesse iniziare a macinare numeri importanti, e in quel caso si sarebbero riservati la carta dell’A12, che anche nel 2020 continuerà ad essere un gran bel pezzo di silicio.

Tutto ciò è ancora in divenire ma c’è una cosa che gli aggiornamenti di fortuna su iPad mini e iPod touch hanno in comune ed è un filo rosso che ci porterà quasi sicuramente ad un iOS 13 con l’A9 come requisito minimo, tagliando in un sol colpo il supporto per due intere annate di device con A7 ed A8. Anche così, però, il supporto software di Apple per i propri dispositivi si confermerebbe il migliore del settore, poiché altrove arrivare a 5 anni di aggiornamenti abbracciando 5 major release del sistema operativo è molto più che un miraggio.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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