Apple potrebbe ordinare più schermi LCD a Japan Display ed investire 100 milioni di dollari per risollevarla

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Apple utilizza vari fornitori per l’hardware dei suoi device e, quando può, anche più di uno per un singolo componente. La strategia si è sempre rivelata vincente per diversi motivi, dato che i produttori possono andare incontro ad imprevisti che così non si ripercuotono mai troppo duramente sulle attività di Cupertino. Gli accordi di fornitura qualche volta diventano qualcosa di più, come nel caso di Japan Display. In passato Apple ha investito 1,5 miliardi di dollari per finanziare gli impianti di produzione di LCD della fabbrica giapponese, che si era impegnata a ripagare il debito con una percentuale su ogni pannello venduto. Anche così, però, le cose non sono andate bene e già da alcuni mesi Japan Display si trova in difficoltà. Parte del problema è che oggi si usano molti più schermi OLED e questo vale anche per Apple, che rappresenta il 60% del fatturato della giapponese.

Meno non significa nessuno, però, e sebbene i numeri degli iPhone X (con eccezione di XR, l’unico senza OLED) siano molto importanti così come quelli di Apple Watch, praticamente tutti gli altri pannelli impiegati nei prodotti realizzati a Cupertino sono LCD. Inoltre Apple non ha ancora recuperato il suo investimento, dunque ha tutto l’interesse affinché Japan Display rimanga operativa. Per questi motivi sembra assolutamente plausibile il report apparso in una testata nipponica e ripreso dalle principali internazionali, secondo cui Apple avrebbe deciso di investire ulteriori 100 milioni di dollari per favorire i piani di ristrutturazione di Japan Display. In aggiunta a ciò, si starebbe considerando la possibilità di aumentare gli ordinativi di LCD slittandone una parte di quelli attualmente soddisfatti in Cina.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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