Google non è intenzionata a realizzare nuovi tablet, si concentrerà sui portatili

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Se penso ad Android penso ai dispositivi Google. Non sono i più venduti e neanche i più noti al grande pubblico, però sono quelli che trasmettono meglio l’esperienza d’uso nativa: semplice, pulita ed aggiornata. Mi piacevano già i Nexus, che in realtà erano piuttosto rudimentali, mentre il corso partito con il primo Pixel ha portato ad una maggiore attenzione sull’hardware e sul design. Google realizza tutta una serie di altri prodotti, tra cui gli speaker smart Google Home, gli AP a reti mesh Google Wi-Fi, il visore Google Daydream View, i vari Chromecast, il Pixel Slate e il Pixelbook.

Un’immagine del tablet Google Pixel Slate con ChromeOS

Questi ultimi due non sono mai arrivati in Italia e appaiono quasi progetti embrionali, ma a Mountain View sembrano credere più nei portatili che nei tablet. Da AndroidPolice arriva un report, successivamente confermato da Rick Osterloh (Google SVP Device & Services), secondo cui la divisione hardware è impegnata nella creazione di laptop, lasciando cadere ogni speranza di vedere nuovi tablet in futuro, sia con Chrome OS, come il Pixel Slate, che con Android.

A quanto pare l’azienda preferisce limitarsi ad affiancare gli altri produttori in questo settore, senza spendersi in prima persona. È piuttosto noto il fatto che nel mondo tablet l’unico ecosistema con software capace di stimolare l’acquisto di device premium è quello di Apple, mentre i tablet Android più venduti sono quelli da battaglia, da consegnare in mano a bimbi, nonni e chiunque altro abbia necessità basiche. In fascia alta anche Samsung fatica a vendere le sue tavolette e manca anche Google a dare una spinta innovativa al settore. Tuttavia la piattaforma iPadOS di prossimo arrivo sembra essere in grado di dare un ulteriore slancio ad Apple, dunque la scelta di non belliggerare potrebbe risultare più saggia di quanto s’immagini.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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