Recensione Jabra Elite 85h: le nuove cuffie con ANC che sfidano Bose QC 35 e Sony 1000x

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Molti si chiedono perché le cuffie Bluetooth con riduzione del rumore siano così gettonate: in fondo tutti sanno che con il cavo e spendendo meno si può ottenere una qualità audio migliore, eppure questo trend non accenna a rientrare. Anzi, coinvolge sempre più produttori e in ogni fascia di prezzo. Probabilmente conta anche il fatto che questa tecnologia ci venga proposta con una certa insistenza ma io credo che sia soprattutto una risposta ad esigenze reali. Sono due i principali fattori da considerare:

  1. la musica che oggi ascoltiamo deriva al 90% dai servizi di streaming
  2. l’inquinamento acustico è un problema sempre più sentito

Per quanto riguarda i media, dobbiamo farcene una ragione: la comodità vince sulla qualità. Ed è così da sempre. È successo in passato con gli MP3 sui CD ma il discorso è valido pure in ambito video, dato che la stragrande maggioranza preferisce vedere il 4K compresso a basso bitrate di Netflix o Amazon Prime all’acquisto di BluRay UHD (che richiedono anche un lettore compatibile). Ci sono pochi dubbi anche sul fatto che il rumore ambientale delle città sia sempre più invadente e renda spesso difficile trovare la concentrazione necessaria per lo studio o il lavoro. Le cuffie con ANC (Active Noise Cancellation o riduzione del rumore attiva) rispondono perfettamente a queste problematiche e, dunque, stanno trovando un terreno molto fertile in cui diffondersi. I due modelli che più di tutti sono riusciti ad imporsi sul mercato e nell’immaginario collettivo sono le Bose QC 35 II e le Sony WH1000X M3, ma ne esistono moltissime altre. Vi riporto qui una breve lista di alcune da me testate con i link alle recensioni:

Di recente ho avuto modo di provare una novità piuttosto interessante, poiché arriva da un marchio con una grande esperienza nel campo dell’audio senza fili. Se penso a Jabra mi vengono in mente gli auricolari Bluetooth mono che praticamente tutti usavamo nell’era pre-smartphone e che poi sono andati un po’ in disuso. L’azienda però è rimasta attiva nel settore con alcune cuffie molto riuscite, come le Revo e le Move. Di recente è uscito un modello ben più ambizioso con padiglioni over-ear, Bluetooth e riduzione del rumore, con la chiara intenzione di gareggiare nella fascia alta. Le Jabra Elite 85h hanno un design gradevole che tuttavia non è particolarmente originale e sono disponibili in nero, blu e oro. La confezione di vendita è curata è completa, infatti include la custodia rigida per il trasporto, un piccolo cavo audio, un cavo di ricarica USB-C e l’adattatore per l’aereo. Praticamente tutto quello che ci si potrebbe aspettare.

I padiglioni auricolari hanno degli ottimi snodi che consentono sia la rotazione in orizzontale che in verticale, dunque si poggiano sulle orecchie in modo perfetto. Il materiale costruttivo prescelto è la plastica, che purtroppo non gli dona moltissimo. In particolare la congiunzione tra l’archetto e i padiglioni ha un aspetto un po’ cheap, non tanto per la sua forma ad S quanto per l’eccessivo spessore ed una finitura finto-metallo che sa tanto di vorrei ma non posso. Quando si sollecitano con torsioni si sentono degli scricchiolii, però siamo sui livelli delle Sony 1000X M3 da questo punto di vista e, dunque, poteva andare molto peggio. In generale tutti gli elementi di queste cuffie appaiono poco delicati e anche il peso di 300 grammi si sente tutto. Il comfort, però, non ne risente più di tanto perché i padiglioni si muovono bene, l’archetto si estende in modo precisissimo e senza scatti (duque si trova sempre la dimensione perfetta) e i cuscinetti sono ben profilati, morbidi e della giusta consistenza.

Con sessioni d’ascolto di circa 1h onestamente non danno fastidio, anche indossando gli occhiali, e questo è già un ottimo risultato. Tuttavia non sono esattamente delle piume e con le temperature estive il caldo è evidente. Nel complesso non mi sono affatto dispiaciute sul fronte ergonomico, ma avrebbero sicuramente guadagnato qualcosa se fossero state un po’ più snelle e con qualche accento in metallo. Una particolarità che hanno è la finitura esterna in tessuto, che si ritrova sia fuori i padiglioni che nella parte alta dell’archetto. Al tatto non è per niente male ma ha almeno un difetto, quello di attirare la polvere nella sua fitta trama.

Per quanto riguarda i controlli, Jabra ha scelto una soluzione mista tra elementi fisici e sensori. Inizio subito dall’unica cosa che proprio non mi è piaciuta, ovvero che non c’è un tasto di accensione e spegnimento. Le cuffie si spengono ruotando i padiglioni in posizione “piatta”, sia da aperte che ripiegate nella custodia, e si accendono appena si rimettono di nuovo i padiglioni in posizione d’ascolto. A seconda delle abitudini d’uso questa può anche essere una gran comodità ma a me dà un gran fastidio perché sono abituato a tenere tutte le cuffie sugli stand e con queste posso farlo solo se ruoto i padiglioni, altrimenti rimangono accese almeno per 15 minuti dopo averle tolte (questo è il tempo impostato di default per lo standby automatico). Personalmente avrei preferito mille volte un tasto o anche uno switch fisico.

Un altro sensore è in grado di rilevare quando le cuffie sono indossate e appena si rimuovono mette in pausa. In questo caso, però, fortunatamente rimane anche la possibilità di farlo manualmente tramite i pulsanti sul padiglione destro. Sono solo tre: play/pausa al centro e sopra / sotto per modificare il volume o cambiare traccia tenendo premuto. Nella cornice dei padiglioni ci sono soltanto due tasti, uno a sinistra per selezionare la riduzione del rumore e uno a destra per chiamare l’assistente vocale.

Appena si accendono una gradevole e delicata voce guida ci assiste nel pairing e avvisa della connessione e della carica residua, anche se per scaglioni molto generici come high, medium e low. L’app Jabra Sound+ è piuttosto ben fatta e offre un buon livello di personalizzazione. Si può ad esempio definire l’equalizzazione, manualmente o con preset, scegliere l’assistente vocale predefinito dello smartphone oppure collegarsi ad Amazon Alexa, nonché determinare il comportamento della riduzione del rumore in 4 scenari tipo (il mio momento, pendolare, in pubblico e in privato) e 3 livelli (attivo, ambiente e off). E la cosa davvero interessante è che per ognuno di questi possiamo definire in modo separato tutte le impostazioni delle cuffie.

Infine c’è la funzione SmartSound che passa tra i vari stati in modo del tutto automatico, riducendo o aumentando l’isolamento quando necessario. L’idea è interessante ma la realizzazione non è il massimo perché non si adatta a tutte le situazioni. Ad esempio a me capita che in casa con i bimbi che fanno rumore vada su “in pubblico” e faccia passare tutti i rumori pensando che siano potenzialmente utili in città, non sapendo che tutto quel caos deriva da due piccole pesti e che preferirei non sentirlo mentre sto lavorando. Inoltre nei cambi di stato la voce guida ci avvisa vocalmente coprendo la musica, a meno che non si disattivi completamente la funzionalità “annunci” tramite l’app Jabra (perdendola però anche in altre situazioni in cui è utile). Quindi no, il sistema SmartSound non mi è piaciuto.

Devo invece lodare senza se e senza ma l’efficienza delle riduzione del rumore. Con questo modello Jabra si posiziona di colpo e di diritto nella top tre, a fianco delle due più gettonate alternative. In realtà devono ancora perfezionare qualcosa e si nota in particolare quando non c’è musica in riproduzione, poiché si alternano momenti di silenzio ad altri con un po’ di fruscio, però durante l’ascolto viaggiano bene e senza incertezze. A mio avviso stanno a metà tra le Bose e le Sony, con alcuni pregi/difetti di entrambe e una maggiore efficienza con alcuni tipi di suoni. Probabilmente sarà per merito degli 8 microfoni esterni ma forse anche di un buon algoritmo ed un’ottima velocità operativa.

Tutti questi microfoni sono anche molto utili in chiamata, settore in cui Jabra praticamente straccia la concorrenza. C’è un’intera pagina delle impostazioni col nome “esperienza di chiamata” in cui si possono scegliere cose come risposta automatica, risposta con controllo vocale, silenzia togliendo le cuffie, ecc.. ma soprattutto è possibile equalizzare l’audio dell’interlocutore con più acuti o più bassi (io preferisco quest’ultima opzione) e attivare l’utilissimo Sidetone. Questo non fa altro che passare la nostra voce in cuffia, così ci possiamo sentire mentre parliamo (e c’è uno slider per regolare il volume). Insomma, davvero molto convincente sia nella teoria che nella pratica, offrendo la migliore esperienza di chiamata che mi sia capitato di provare con cuffie di questo tipo.

Sul fronte connettività Jabra dichiara Bluetooth 5.0, anche se stranamente fissa la portata a 10m, come nello standard precedente. In realtà le cuffie rispecchiano abbastanza fedelmente questa distanza e lo fanno anche con muri divisori in mezzo, dunque sono 10m sì, ma reali. I profili audio supportati sono tutti i più diffusi ma si rimane nella fascia standard in termini di qualità, senza supporto per AAC o aptX. La resa audio, però, è davvero convincente. Il suono è forte, presente, con uno stage ampio e la giusta estensione sia nelle frequenze alte che basse. Inoltre l’equalizzazione ci dà la possibilità di enfatizzare ulteriormente il range che si preferisce e tirare su anche i medi, se se ne sente la necessità.

Come anticipato nell’introduzione, non si acquista una cuffia del genere per la fedeltà massima, poiché sia la trasmissione senza fili che l’ANC trattano digitalmente il suono, però queste cuffie suonano bene e si posizionano ancora una volta a metà tra le Bose e le Sony. Delle prime hanno quel profilo morbido e bilanciato, forse un po’ ruffiano, che però ti consente di ascoltarle per ore senza affaticamento; delle seconde hanno il dettaglio leggermente superiore e la maggiore flessibilità nella fase di personalizzazione del sound grazie all’equalizzazione (che ricordo può anche essere diversa in base all’ambiente).

Dunque direi che sono assolutamente promosse nell’ascolto senza fili, mentre con il cavo – da spente – perdono parecchia spinta dinamica e volume, per cui non è propriamente consigliato usarle così a meno di non rimanere proprio a secco di batteria. E scaricarla del tutto non è affatto facile visto che l’autonomia supera le 30h di riproduzione. Sulla carta sono 36 con ANC attivo e 41 senza, e ci si arriva davvero molto vicini. A meno di non tenerle accese dal giorno alla notte, è facile che una singola carica tenga per un paio di settimane, se non addirittura oltre. Una grande comodità che si conferma anche nella ricarica via USB-C, che è pure abbastanza veloce.

Conclusione

Voto 3,5/5Senza troppi giri di parole, io credo che le Jabra Elite 85h vadano considerate in base al prezzo d’acquisto. Sono appena uscite e il listino dice 299€, che sono circa 100€ in meno delle rivali più note e ricercate. Queste ultime, però, sono ormai spesso in sconto e dunque è facile pagarle persino meno rispetto alle Jabra a prezzo pieno. E per quanto le Elite 85h abbiano degli elementi davvero validi, personalmente non le preferisco a nessuna delle altre citate. Anzi, seppure per ragioni diverse io non le consiglierei nemmeno in confronto alle Bower & Wilkins PX (bellissime e con un sound deciso), alle Beoplay H9 (raffinate e senza tempo), alle Momentum 2 (stilose, eleganti e “fedeli”) e persino alle Surface Headphones (che hanno un sistema di controllo ben più innovativo). Insomma, all’attuale prezzo di 299€ io non le comprerei. Nei giorni passati, però, sono scese a 224€ e a quel punto bisogna riconsiderare un po’ di cose. Resto dell’idea che per 30€ in più sia meglio affidarsi ai riferimenti del settore, ma le Jabra Elite 85h sono appena uscite e se dovessero arrivare sotto i 200€, anche solo 199€, allora potrebbero diventare un best buy. Perdono qualcosa in eleganza e leggerezza, questo sì, però suonano bene, la riduzione del rumore è ottima e il livello di personalizzazione tramite l’app è elevatissimo.

PRO
+ Dotazione completa
+ Ottima efficienza dell’ANC
+ Confort molto elevato
+ Personalizzazione estrema tramite l’app di controllo
+ Ottima resa in chiamata (con tante opzioni)
+ Possibilità d’uso dell’assistente dello smartphone o Alexa
+ Sensore per play/pausa automatico
+ Sensore per on/off (vedi contro)
+ Batteria senza fine
+ Ricarica via USB-C

CONTRO
- Un po’ pesanti e troppo plasticose
- Non c’è un tasto di spegnimento
- Il tessuto esterno attira la polvere
- Mancano codec evoluti (ma all’atto pratico con le sorgenti in streaming non si avverte)

DA CONSIDERARE
| Il prezzo è inferiore a quello di listino delle Big, ma considerando gli sconti su queste ultime forse non convengono

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.