Spezzare il loop per essere più produttivi

Sono sveglio e c’è pochissima luce, sarà molto presto ma controllo l’ora sullo smartphone. Già che ci sono do un’occhiata alle email: cancello lo spam, sbircio rapidamente al resto, metto il flag “importante” per ricordarmi a cosa devo rispondere con più calma. Un’occhiata veloce ad Instagram per vedere ciò che è successo mentre dormivo e da oltre oceano ci sono un po’ di novità. Apro i feed RSS per approfondire, metto nei preferiti gli articoli da leggere, ma ora è tempo di alzarsi e fare colazione. Anzi, è un po’ tardi, mi butto direttamente nella doccia. Prima di farlo guardo tra i podcast, ci sono delle puntate nuove che non ho ascoltato, ne scelgo una e premo play: lo speaker nel bagno fa il resto.

Vado a fare colazione, nel frattempo la casa si è animata e metto da parte lo smartphone. Anzi, in genere lo dimentico proprio in bagno. Preparo il latte, il caffè, i biscotti. Mangiamo tutti qualcosa e via: si comincia. Apro la porta dello studio, mi ricordo cos’è successo ieri perché ce n’è traccia in ogni dove, ma ignoro e mi siedo alla scrivania. Il computer è già acceso: tocco un tasto e sono dentro, merito dell’autenticazione con l’Apple Watch. Di nuovo su Mail, è arrivato qualcosa e devo ancora rispondere a ciò che ho lasciato in sospeso. Ho notato anche dei commenti sul blog a cui dare seguito, se li ritrovo lo faccio subito, ma non sempre ci riesco velocemente e qualche volta getto la spugna.

Ho alcune recensioni importanti in corso, ma ci vuole parecchio tempo per concludere quelle, quindi controllo i preferiti nei feed RSS per qualche spunto. Il materiale interessante c’è, inizio a scrivere un articolo perché vorrei dire la mia. Mentre approfondisco le fonti ecco altre email, i social si svegliano ed iniziano ad arrivare diverse notifiche. Non ho ancora finito il mio articolo ma è giunta l’ora di iniziare a segnalare le offerte del giorno. Apro i principali siti, faccio qualche ricerca, controllo le variazioni di prezzo: inizio finalmente a pubblicare sulle SaggeOfferte. Per fortuna dopo un po’ arriva Max a darmi una mano, quindi mi rimetto a scrivere l’articolo.

Nel canale Slack della redazione si moltiplicano le segnalazioni di ulteriori novità interessanti, Razziatore è una miniera senza fine da questo punto di vista. Leggo i titoli: alcuni già li conosco, altri no. Do un’occhiata e quindi metto di nuovo in pausa la scrittura. Trovo un tip interessante, provo a vedere se funziona, magari ne posso parlare sul sito appena ne avrò il tempo. Nel frattempo altre email, alcune sono importanti e devo rispondere subito. Ci sono dei preventivi da fare, registrare una fattura, chiamare quel cliente che ancora non ha saldato. Odio queste cose.

Ho finito, ma sono annoiato. Vado a fare un caffè. Decaffeinato stavolta, perché con i miei ritmi è meglio moderare la caffeina. Ritorno al computer, pronto a concludere quell’articolo così da poter riprendere le principali attività lavorative. Appena mi siedo trovo delle nuove email e non sopporto quel badge attivo, così devo dare un’occhiata. Nella posta niente di importante, ma questo ha dato il via al loop e quindi azzero il badge di Telegram e trovo anche un paio di richieste di amici, parenti, utenti. Rispondo a quello che posso però non voglio perdere tempo, quindi chiudo quasi subito.

Suonano alla porta, il primo corriere della giornata porta un paio di pacchi e ne prende uno. Saluto e ritorno in studio. Nel frattempo sento il bimbo piccolo che piange in cucina, probabilmente ha sonno e la tata ora lo farà riposare. Chiudo la porta, mi risiedo al computer, metto su le Bose con ANC attivo e faccio partire una delle “selezioni per te” a basso volume. Nel frattempo mi ricordo che ho le notifiche disattivate su Facebook ma il giorno prima ho pubblicato una cosa interessante e mi piace vedere se ci sono commenti. Lo apro al volo sullo smartphone, controllo giusto quello, metto qualche mi piace o rispondo se necessario. Il numero di messaggi sul canale Facebook di SaggiaMente è sempre fisso a 20+, ma lì ho un risponditore che suggerisce di mandare una mail perché altrimenti sono sommerso dalle notifiche. Finalmente chiudo Facebook, propio non mi piace quel social. Mi ricordo di Twitter, che ormai uso sempre meno perché trovo pessima l’app nativa e con quelle di terze parti è guerra aperta, dunque non ti arrivano almeno il 50% delle notifiche e ti perdi tutto il bello. È colpa loro se non lo uso più tanto, ma questo è un altro discorso. Posso scrivere un tweet interessante adesso? Forse sì, ma meglio finire prima il mio articolo.

Mentre lo penso ho già aperto Instagram quasi senza accorgermene, sto cercando di arrivare a 10.000 follower ma sembra un’impresa ardua senza usare trucchetti. C’è qualche like nuovo, qualche commento… ancora non ho pubblicato nulla oggi. Penso a cosa potrei metterci, ho delle idee, ma mi dico che non devo farlo ora. Ho messaggi nuovi su Direct però, meglio dargli un’occhiata. Apro solo un secondo l’app della banca per vedere se ho ricevuto dei bonifici. Di solito chiudo appena vedo il meno che indica l’utilizzo del fido: meglio non pensarci. Spegno lo smartphone finalmente.

Il dock mi dice che in questo poco tempo è già successo altro, perché vedo almeno 3 nuovi badge rossi di notifica. Lascio correre Mail e Telegram, li guarderò più tardi, ma su Slack può essere rilevante, meglio controllare. Si accende anche Whatsapp intanto, che uso quasi zero ma c’è un gruppo con alert che mi porta a perdere un paio di minuti su altri siti. Scambio anche due parole, chiudo. Ah quanto odio la segnalazione di aggiornamenti dal Mac App Store, ma è meglio farli partire subito altrimenti l’occhio continuerà a cadermi su quel pallino rosso. Di solito sono 2 o 3 app, alcune volte anche di più. Non riesco a decidermi ad attivare il sistema automatico perché voglio sapere quando un software si aggiorna e per quale motivo, dunque do un’occhiata al changelog. Per lo più bug fix, quindi clicco su aggiorna tutto e via.

Safari ha la pagina dell’articolo ancora in attesa, ma è solo una delle tante finestre che in questo momento coprono il mio display da 27″. Nel disordine non riesco a pensare, quindi chiudo un po’ di cose. Appena è un po’ più libero noto quei 4 o 5 file sulla scrivania che sono rimati orfani da ieri. Butto qualcosa nel cestino, ma c’è dell’altro che serve e dunque cerco di collocarlo nel punto giusto e di rinominare i file in modo da poterli ritrovare con una ricerca in futuro. Ora che tutto è libero posso riprendere finalmente a scrivere. Faccio un respiro, mi guardo intorno. Mi accorgo che la scrivania su cui lavoro è tutt’altro che sgombera, piena di cose appoggiate qua e là nella giornata precedente. Se deve essere pulizia, meglio farla fino in fondo.

Proprio quando ci si sente un po’ più passivi o demotivati si deve trovare la forza di spezzare il loop.

Suonano alla porta, un altro corriere: saluto, ricevo, firmo. Aspettavo delle cose importanti e da quando il numero dei pacchi in entrata è arrivato a superare i 10 al giorno ho smesso di utilizzare i software di tracking, dunque mi dico che è il caso di aprire sia questi che i precedenti. Intanto scatole di cartone si accatastano nel corridoio e in soggiorno… non ho tempo per schiacciarle ora, prendo le cose che mi servono e ritorno in studio, ma devo capire dove metterle. Poggio tutto sulla scrivania della seconda postazione e faccio così anche per le cose che stanno su quella principale, così gli do la schiena e almeno davanti a me è tutto ordinato. Sotto iniziano a fare lavori, non so perché ma da queste parti succede praticamente ogni giorno. Se non è il giardiniere sono dei muratori, altrimenti falegnami, fabbri, non so più quanti tipi di rumori ho avuto il dispiacere di sentire. Sono abituato ad avere la finestra aperta anche d’inverno in studio, ma odio i rumori e quindi la chiudo e rimetto su le Bose. Play.

Finalmente! Ora il piglio è quello giusto. La musica è positiva, il volume non è forte, la sedia è comoda. Cerco di convincermi che tutto va come deve andare. Nel frattempo non mi ricordo più neanche cosa stessi scrivendo, devo rileggere da capo per poter continuare l’articolo con un senso compiuto. Ci vogliono pochi secondi ma sono noiosi, così gli occhi iniziano autonomamente a cercare una via di fuga. Me la dà lo smartphone, che si illumina e mostra una decine di notifiche. Finisco di rileggere e poi gli do un’occhiata, ma c’era anche una chiamata persa. Il mio iPhone ha sempre il silenzioso attivo e quando scrivo tolgo anche l’Apple Watch perché mi dà fastidio il cinturino che urta alla scrivania, quindi se mi allontano le chiamate perse capitano.

Richiamo, parlo qualche minuto, poi ritorno sulle notifiche ma una volta preso in mano lo smartphone mi ritrovo catturato in un nuovo loop automatico. Apro Mail perché qui non si è aggiornato e vedo i badge, lancio gli aggiornamenti e poi senza pensarci mi ritrovo davanti Instagram, Amazon, Ebay, Telegram. Ma perché avevo preso lo smartphone? Basta, così non si può, lo poggio testa in giù. Lo schermo del computer si è spento e mostra lo screensaver con l’ora: sono già in ritardo. Mi rimetto di buona lena, questa volta senza distrazioni e in 5 minuti finisco di scrivere. Gli stessi 5 minuti sarebbero stati sufficienti un’ora fa, come ho fatto a perdere tutto questo tempo non lo so mica.

Tutto ciò non è successo oggi e non è nemmeno la giornata tipo, per fortuna. Ho anche tralasciato altri dettagli mangia tempo per amore del ritmo, ma il punto è che mi succede sempre più spesso di trovarmi catturato dentro loop con caratteristiche più o meno simili. In pratica ho davanti a me una finalità tutto sommato semplice in cui gli strumenti informatici sono necessari, ma invece di aiutarmi a raggiungerla questi finiscono per introdurre solo caos. Non posso neanche qualificarla come una di quelle sindromi da dipendenza di cui si sente parlare spesso, perché mi capita tranquillamente di non guardare smartphone e computer per ore quando sto con la famiglia o lavoro fuori sede, però quando sono al computer e necessariamente circondato da tutti questi input, non sempre riesco ad ignorarli e proseguire per la mia strada. C’è la giornata in cui mi sveglio a fuoco, concentrato, so già quello che devo fare prima ancora di sedermi alla scrivania, ma c’è purtroppo anche quella in cui sono un po’ svogliato e ogni stimolo esterno è un fastidio e al tempo stesso una scusa per fare altro. Vorrei darmi una pacca sulla spalla dicendomi che le attività correlate ai social si possono un po’ considerare “lavoro” per me, ma non è comunque una scusante. Proprio quando ci si sente un po’ più passivi o demotivati si deve trovare la forza di spezzare il loop. Organizzo uno shooting per domani o vedo se posso affiancare qualche amico nel suo, così provo la nuova fotocamera e l’obiettivo: una mezza giornata all’aria fresca fa rimettere tutto nella giusta prospettiva.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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