Tra i banchi di scuola percepivo lo studio in modo profondamente diverso rispetto alla voglia di scoperta che oggi conosco e stimola ogni mio progresso. Al tempo credevo ci fossero modi migliori per tenermi impegnato e se magari non proprio “migliori” di certo più divertenti. Una delle cose che odiavo erano le biografie. Sarà stata colpa dell’insegnate o forse mia, ma proprio non capito perché dovessi interessarmi alla vita di un tizio i cui traguardi non erano neanche così rilevanti ai miei giovani occhi. La maturità ha una bilancia ben più complessa, con la quale scopri tanti altri pesi da utilizzare e che spesso esulano dalla tua individualità, ma ancora oggi sono poco appassionato alle biografie a meno che non riguardino persone che già conosco e delle quali vorrei effettivamente sapere di più.
Sarò banale ma ho letto ad esempio quella di Steve Jobs (ed altri libri a lui correlati), qualcosa di Leonardo Da Vinci e pochissimo altro. Insomma, devo migliorare da questo punto di vista, anche perché ogni lettura ci arricchisce e il tempo dedicatogli ci viene sempre ripagato in valore quando non addirittura in qualità della vita e del lavoro. Pur perseverando nella banalità, mi sto interessando in questo periodo a Jonathan Ive, personaggio che ho sempre percepito poco interessante, ma che oggi stimola molte più riflessioni dato l’imminente allontanamento da Apple. Ogni storia è a suo modo interessante e dunque ho raccolto un po’ di informazioni nelle ultime settimane. Non so se leggerei una intera biografia su di lui, però mi piacerebbe saperne di più del dietro le quinte.
Non della sua vita privata, sia chiaro, quanto del rapporto prima con Jobs e poi con la Apple post-Jobs. Di quest’ultima parte non ne deve pensare un granché bene, forse, almeno a giudicare dalle ultime evoluzioni, ma se ci pensate la maggior parte delle informazioni che si hanno sono indiscrezioni, speculazioni, supposizioni. Chi ha voluto che quel tal prodotto avesse quella caratteristica che amiamo oppure odiamo? Chi si è battuto e ha perso e chi invece ha vinto? Come è nata quell’idea che oggi diamo per scontata e quali complicazioni si sono dovute superare per realizzarla? È davvero merito di Ive per ogni buon prodotto e colpa sua per quelli problematici? Tante domande e poche risposte che abbiamo sviscerato in due ore di confronto insieme ad Antonio Moro, fondatore e capo redattore di Lega Nerd, che mi ha invitato a discuterne in una puntata del podcast Nerdvana. Fatemi sapere cosa ne pensate!
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