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A sorpresa tanto quanto il refresh dei MacBook Pro avvenuto a marzo, ieri Apple ha aggiornato anche gli Air e sostituito i Pro senza Touch Bar con due nuove varianti entry-level dotate dell’amata/odiata striscia OLED che sostituisce i tasti funzione fisici. Con l’occasione, pure il listino ha ricevuto un lieve e gradito ritocco verso il basso per molti modelli. Grazie inoltre ad alcuni abbandoni la situazione si è meglio definita, concentrandosi su due specifiche famiglie di portatili. Apple ha fatto bene o male? Le considerazioni in tal senso sono inevitabilmente soggettive, ma ritengo che la sensazione di un’incompiuta ce l’abbiano in tanti e nel prosieguo cercherò di spiegare perché e come mai potrebbe rimanere tale.

Via il dente, via il dolore e iniziamo dal problema irrisolto: le tastiere. Stavolta Ming-Chi Kuo non ci ha preso, i MacBook Air 2019 hanno mantenuto le tastiere con switch a farfalla, presumibilmente adottando solo le guaine di materiale differente implementate nei MacBook Pro a partire dallo scorso marzo, che possono comunque essere applicate pure alla generazione 2018 in fase di assistenza. Un’occasione persa, ma comprensibile. Come già osservato commentando la previsione di Kuo, un cambio di meccanismo non può essere svolto dal giorno alla notte, anche perché Apple dev’essere sicura di offrire un miglioramento non solo rispetto agli switch a farfalla, ma pure e soprattutto rispetto alla passata iterazione a forbice. Non ci si può permette un altro sbaglio dopo gli ultimi anni passati ad estendere ripetutamente il programma di riparazione per le tastiere.

Più che altro, la domanda è se avesse senso aggiornare gli Air solo per mettere lo schermo True Tone. Una bell’aggiunta, nulla da dire, specialmente perché per i nuovi acquirenti viene in pratica gratis visto il taglio di 100 € nel prezziario. Ma da sola non credo giustifichi la necessità di una modifica hardware in questa fase. Forse sarebbe stata gradita una riduzione un po’ più consistente mantenendo lo status quo. Il True Tone si sarebbe poi potuto aggiungere con più tranquillità insieme a nuove CPU e, perché no, alle tastiere a forbice “reloaded”.

In generale, con l’abbandono sia dell’Air vecchio stampo sia del MacBook da 12″, ad Apple manca un’opzione anche non più all’ultimissimo grido da poter piazzare nella fascia più sensibile al prezzo, quella sui 999 €. È vero, con un po’ di pazienza ed attenzione alle offerte si può riuscire ad arrivarci, ma resta comunque diverso dall’averlo come street price di base. Un MacBook piazzato ufficialmente su quella soglia psicologica, che in ogni caso non significherebbe affatto svendersi, farebbe senz’altro bene ai volumi di vendite, coi profitti che alla fine ritornerebbero all’ovile attraverso le quantità piuttosto che sui singoli pezzi.

La mia impressione è che Apple aveva la macchina ideale per fare questa mossa e non l’ha voluta sfruttare. Proprio quel modello da 12″ oggi ritirato, che ben si configurava come cavia per avviare la lunga e graduale transizione dei Mac ai SoC Ax su base ARM. Mai dire mai, in fondo si parla del 2020 come inizio dello switch, ma a questo punto ho più impressione che a Cupertino sfrutteranno direttamente l’Air per lo scopo, restando sui prezzi attuali. Anche perché in fondo la risposta sarebbe che il suo portatile ARM sotto ai 999 € esiste già e si chiama iPad Pro da 11″.

Altre perplessità vengono dalla lineup dei MacBook Pro. I due nuovi modelli da 13″ ne compongono senz’altro la fascia più bassa, ma sono davvero degni del suffisso Pro? È vero che i processori scelti sono quad-core, ma con una frequenza base inferiore di 1 GHz rispetto alle varianti maggiori; in Turbo si perdono invece solo 200 MHz, ma vista la grossa differenza è molto probabile che questi nuovi i5, apparentemente specifici per Apple visto che nel database Intel non compaiono, non siano strutturati per reggere il clock di picco per periodi della medesima durata degli altri. Inoltre, coi prodotti rimpiazzati condividono la dotazione di due sole porte Thunderbolt 3, contro le quattro delle configurazioni superiori.

Va detto, anche a parziale giustificazione di Apple, che le opzioni di differenziazione sul tavolo non erano poi così tante. Una GPU dedicata sui 13″ high-end resta allo stato attuale un sogno senza qualche intervento al comparto batteria che minimizzi o annulli l’inevitabile impatto sull’autonomia. Escludere ancora la Touch Bar sui nuovi modelli base, anche a favore del quartetto di porte su tutta la gamma, li avrebbe resi esteticamente e tecnicamente troppo simili agli Air al di fuori delle CPU. Anche se alla realtà dei fatti andrebbero lo stesso considerati tali, dei MacBook “Air” Pro.

Presumibilmente Apple ha già tenuto conto di queste possibili critiche, sa che le sue iniziative non andranno mai a soddisfare completamente tutti e le va bene così. Più spendi, più otterrai, un po’ come per gli allestimenti delle auto dove per avere la telecamera per il parcheggio magari devi beccarti pure l’impianto hi-fi a 10 altoparlanti di cui non sentivi la necessità. All’utente finale la scelta se accettare la situazione in sede d’acquisto o andare altrove.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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